Se il PD volesse…



Giorgio Merlo    21 Giugno 2020       1

Recenti sondaggi ci dicono che ritorna ad essere contendibile l’area politica e culturale di centro. Non un partito, l’ennesimo, di centro, ma l’area di centro. Certo, è sempre difficile delimitare e circoscrivere con esattezza – soprattutto nell’attuale fase politica – il centro. Mentre non è particolarmente complesso tratteggiare il profilo di una “politica di centro” o ridefinire i contorni di una ”cultura di centro”, è molto più difficile declinare cosa dovrebbe significare nell’attuale contesto politico ridare voce e gambe ad un partito di centro.

E questo non solo perché da oltre 25 anni circa – cioè della fine della esperienza politica, culturale e organizzativa della Democrazia Cristiana – tutti i tentativi finalizzati a ricreare una forza o politica che si ispirasse non solo alla cultura democratico cristiana ma anche, e soprattutto, al ruolo politico della DC, sono miseramente e tristemente falliti. Forse perchè, come ama sempre dire Guido Bodrato, “La DC è stato un fatto storico”. E come tale va compresa e riletta. Cioè un partito che deve collocato in quel particolare contesto storico nazionale e internazionale e con quelle precise caratteristiche del sistema politico italiano.

Ma quello che oggi è in discussione non è, come ovvio, ripetere o riproporre in miniatura o in formato bonsai quella gloriosa e nobile esperienza politica. La questione vera è un’altra. Ovvero, come farsi anche carico di quella cultura, di quel magistero politico e di quella cultura di governo? Sotto questo profilo, e per fermarsi all’ex campo del centrosinistra, non si può non porre, e per l’ennesima volta, il tema del rapporto tra il PD – questo PD – e la categoria del centro.

O meglio, del rapporto con l’area elettorale del centro, per dirla con i sondaggisti. Sotto questo profilo, credo che la vera sfida sia rappresentata dalla capacità non di predicare ma di praticare, cosa ben più difficile e complessa, anche una politica di centro. Il tutto per essere titolati ad intercettare una fetta di elettorato che, al di là di tutte le false e maldestre modernità, comincia a non fidarsi più degli “opposti estremismi” da un lato e ad essere sempre più perplessa di fronte al perdurante populismo demagogico in salsa grillina o, seppure in minor misura, in salsa leghista dall’altro. La vera sfida è proprio questa, ma oggi forse è più impellente e urgente. E questo anche di fronte al rapidissimo cambiamento del quadro politico italiano tra scomposizioni, ricomposizioni, minacce di scissioni e tentazioni di dar vita a nuovi soggetti politici.

Ma, al di là dei retroscenisti e dei vari gossip, quello che realisticamente si può prendere in considerazione è che il PD, proprio il PD, può essere un baluardo contro la deriva trasformista da un lato e i tentativi di appropriarsi di una cultura, di una politica e di un modo d’essere in politica che può essere riconducibile al centro dall’altro. E quindi il PD nuovo partito di centro? Assolutamente no. Non avrebbe alcun senso. Ma, semmai, deve e potrebbe diventare realmente e autenticamente un partito di centrosinistra per schiodarsi da quel 18-22% che tutti i vari sondaggisti lo inchiodano.

Si può fare? Sì, si può fare. Basta volerlo, come sempre. È una semplice questione di volontà politica. Tocca a tutti gli esponenti di questa cultura, di questo patrimonio ideale e di questa pratica politica saper declinare concretamente, senza arroganza e supponenza, questa esigenza e questa domanda politica nel PD. Appunto, basta volerlo.

(Tratto da www.ildomaniditalia.eu)


1 Commento

  1. Qui sta il nocciolo della questione. Il PD e’ una reductio ad unum che nega le culture politiche del ‘900 in favore del nuovismo, del leaderismo… in sostanza del “nulla della politica”? Oppure e’ una “cosa” nuova che vuole valorizzare il contributo delle culture politiche che hanno dato vita all’esperienza dell’Ulivo? (tra cui i cattolici democratici). Il nocciolo della questione sta qui. L’evoluzione o l’involuzione del PD partono da questa scelta. Tertium non datur.

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