L’allarme è stato lanciato. Mio figlio ha una azienda agricola, vino e nocciole, e posso parlare con cognizione di causa. Nel settore agricolo, a breve, mancheranno lavoratori innanzitutto per la raccolta della frutta, ma se le restrizioni proseguiranno, anche parzialmente, fino a settembre, ne soffrirà pure la vendemmia: sono al 90% lavoratori provenienti dai Paesi balcanici extraeuropei, i più numerosi da Macedonia e Montenegro. Italiani non se ne vedono quasi mai.
Per loro è un reddito importante, solo con la vendemmia si possono guadagnare anche 2 mila euro nella stagione (mi diceva un giovane della Macedonia che è la metà di un buon reddito agricolo annuale nel suo Paese).
In Italia poco più di un milione di persone percepiscono il reddito di cittadinanza. Una misura che si è dimostrata assistenziale, sono pochissimi quelli che hanno trovato lavoro con questo meccanismo: le cifre ufficiali parlano di meno di 40mila persone.
Quanti potrebbero andare a fare lavori agricoli stagionali non qualificati? Ma bisogna cambiare i meccanismi del reddito di cittadinanza, soprattutto in una fase emergenziale: oggi si possono rifiutare fino a tre offerte di lavoro.
La soluzione potrebbe essere di reintrodurre i voucher per tutti questi lavoratori stagionali. La retribuzione deve essere equa, ma realistica soprattutto in un momento di emergenza. Oggi il farraginoso meccanismo burocratico del lavoro occasionale (quasi gli ex voucher) porta a un costo per il datore di lavoro di oltre 12 euro all’ora. I vecchi voucher avevano un costo di 10 euro all’ora. Non era poco, anzi. Si calcoli che il contratto 2020 per colf e badanti parte da una retribuzione minima di 4,62 euro all’ora più i contributi, per lavoratori con meno di 12 mesi di esperienza, per un costo al datore di lavoro ben al di sotto dei 7 euro all’ora.
I tanto vituperati voucher erano serviti a far emergere una parte del nero. Tolti questi, vorrei sapere quanto è tornato ad essere lavoro sommerso. Qualcuno ne ha abusato? Ma si è buttato il bambino con l’acqua sporca.
Come si dice, il lavoro nobilita l’uomo e fa uscire dalla miseria e dall’umiliazione di vivere di elemosina. Quindi non bisogna incentivare l’accattonaggio nemmeno quello di Stato di chi potrebbe invece andare a lavorare.
Ma perché nessuno, al governo o alla opposizione, né il sindacato ci ha ancora pensato?
Per loro è un reddito importante, solo con la vendemmia si possono guadagnare anche 2 mila euro nella stagione (mi diceva un giovane della Macedonia che è la metà di un buon reddito agricolo annuale nel suo Paese).
In Italia poco più di un milione di persone percepiscono il reddito di cittadinanza. Una misura che si è dimostrata assistenziale, sono pochissimi quelli che hanno trovato lavoro con questo meccanismo: le cifre ufficiali parlano di meno di 40mila persone.
Quanti potrebbero andare a fare lavori agricoli stagionali non qualificati? Ma bisogna cambiare i meccanismi del reddito di cittadinanza, soprattutto in una fase emergenziale: oggi si possono rifiutare fino a tre offerte di lavoro.
La soluzione potrebbe essere di reintrodurre i voucher per tutti questi lavoratori stagionali. La retribuzione deve essere equa, ma realistica soprattutto in un momento di emergenza. Oggi il farraginoso meccanismo burocratico del lavoro occasionale (quasi gli ex voucher) porta a un costo per il datore di lavoro di oltre 12 euro all’ora. I vecchi voucher avevano un costo di 10 euro all’ora. Non era poco, anzi. Si calcoli che il contratto 2020 per colf e badanti parte da una retribuzione minima di 4,62 euro all’ora più i contributi, per lavoratori con meno di 12 mesi di esperienza, per un costo al datore di lavoro ben al di sotto dei 7 euro all’ora.
I tanto vituperati voucher erano serviti a far emergere una parte del nero. Tolti questi, vorrei sapere quanto è tornato ad essere lavoro sommerso. Qualcuno ne ha abusato? Ma si è buttato il bambino con l’acqua sporca.
Come si dice, il lavoro nobilita l’uomo e fa uscire dalla miseria e dall’umiliazione di vivere di elemosina. Quindi non bisogna incentivare l’accattonaggio nemmeno quello di Stato di chi potrebbe invece andare a lavorare.
Ma perché nessuno, al governo o alla opposizione, né il sindacato ci ha ancora pensato?
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