Nel dibattito sull’impegno politico dei cattolici si è inserito anche Giannino Piana con un editoriale pubblicato sul numero di marzo della rivista della Pro Civitate Christiana di Assisi “Rocca”.
Anche il noto teologo ritiene necessari una nuova iniziativa, “motivata dalla preoccupazione per una congiuntura politica particolarmente difficile (persino drammatica), che non può non interpellare chi ha a cuore le sorti del Paese, in particolare quelle delle categorie più deboli”.
Sono diverse e complesse “le cause che hanno prodotto tale situazione: dal disagio sociale provocato dalla crisi economica, che ha accentuato le diseguaglianze e dilatato l’area delle povertà, al crescente sviluppo tecnologico che sottrae posti di lavoro e determina il venir meno di garanzie sociali per i lavoratori; dalla paura, dovuta agli sviluppi del fenomeno migratorio, spesso artificiosamente alimentata dai media (...) alle forti spinte individualiste e corporative che alimentano la lacerazione del tessuto sociale, fino agli atteggiamenti di diffidenza e di sospetto nei confronti della classe politica tradizionale per il distacco (purtroppo spesso reale) dalla vita della gente”.
Negli anni è venuta meno “una proposta etico-culturale e ideologica, che consenta di fornire all’azione politica una visione progettuale capace di suscitare un consenso sempre più ampio e di concorrere alla costruzione di una democrazia partecipata e solidale (...) come è avvenuto in occasione della redazione della Carta costituzionale”.
Valori di riferimento sono “la laicità” e l’antropologia del “personalismo sociale, in cui personale e politico sono tra loro integrati così da superare tanto le derive individualiste che quelle collettiviste”.
Ora è però “necessaria l’individuazione delle priorità concrete alle quali occorre dare risposta, considerando la diversa gravità delle situazioni nelle quali sono in gioco diritti soggettivi e diritti sociali e, più radicalmente, la dignità della persona umana”. Quindi “un posto di primo piano va oggi assegnato alle questioni del lavoro e dell’occupazione” senza dimenticare l’attenzione al quadro internazionale per mantenere il valore assoluto della pace.
Per leggere l’intero articolo, cliccate sul link sottostante.
Piana_2019-03-01_cattolici_e_politica
Anche il noto teologo ritiene necessari una nuova iniziativa, “motivata dalla preoccupazione per una congiuntura politica particolarmente difficile (persino drammatica), che non può non interpellare chi ha a cuore le sorti del Paese, in particolare quelle delle categorie più deboli”.
Sono diverse e complesse “le cause che hanno prodotto tale situazione: dal disagio sociale provocato dalla crisi economica, che ha accentuato le diseguaglianze e dilatato l’area delle povertà, al crescente sviluppo tecnologico che sottrae posti di lavoro e determina il venir meno di garanzie sociali per i lavoratori; dalla paura, dovuta agli sviluppi del fenomeno migratorio, spesso artificiosamente alimentata dai media (...) alle forti spinte individualiste e corporative che alimentano la lacerazione del tessuto sociale, fino agli atteggiamenti di diffidenza e di sospetto nei confronti della classe politica tradizionale per il distacco (purtroppo spesso reale) dalla vita della gente”.
Negli anni è venuta meno “una proposta etico-culturale e ideologica, che consenta di fornire all’azione politica una visione progettuale capace di suscitare un consenso sempre più ampio e di concorrere alla costruzione di una democrazia partecipata e solidale (...) come è avvenuto in occasione della redazione della Carta costituzionale”.
Valori di riferimento sono “la laicità” e l’antropologia del “personalismo sociale, in cui personale e politico sono tra loro integrati così da superare tanto le derive individualiste che quelle collettiviste”.
Ora è però “necessaria l’individuazione delle priorità concrete alle quali occorre dare risposta, considerando la diversa gravità delle situazioni nelle quali sono in gioco diritti soggettivi e diritti sociali e, più radicalmente, la dignità della persona umana”. Quindi “un posto di primo piano va oggi assegnato alle questioni del lavoro e dell’occupazione” senza dimenticare l’attenzione al quadro internazionale per mantenere il valore assoluto della pace.
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