Venerdì 20 luglio è stata presentata a Torino l’iniziativa della Rete Bianca, di cui abbiamo già avuto modo di parlare sul nostro sito. Per dare una informazione ulteriore, e da un punto di vista non di parte, rilanciamo il resoconto dell’incontro pubblicato da “Lo spiffero”.
La Balena Bianca finisce nella Rete, sempre bianca s’intende. Così il mondo cattolico, ormai ai margini culturali della società occidentale e irrilevante nello scenario politico nazionale prova a riprendere l'iniziativa e a trovare nuove ragioni di protagonismo. La matrice (demo)cristiana è la stessa, ma se durante la prima repubblica il nemico era il comunismo, oggi nel mirino ci sono sovranisti e populisti contro i quali è necessario “fare fronte comune”. L’amo è stato lanciato, se sarà buona pesca (elettoralmente parlando) è tutto da vedere. A presentare il nuovo “movimento politico e culturale” sono i tre promotori, la "trinità" del cattolicesimo democratico nostrano: Giorgio Merlo, ex Margherita e parlamentare PD di lungo corso, il ciellino Giampiero Leo, già assessore a Torino nelle giunte di pentapartito, poi in Regione Piemonte con il centrodestra prima di un progressivo avvicinamento al PD suggellato con il suo sostegno alla ricandidatura di Piero Fassino, e infine Mauro Carmagnola, fino a qualche mese fa tra gli animatori di una DC 2.0, dopo che una sentenza dei giudici ha affermato che, di fatto, lo scudocrociato non è mai morto. “Europa, Costituzione e dottrina sociale della Chiesa”, è questo il perimetro “in cui costruire un programma” dice Carmagnola, 57 anni, presidente del Movimento dei lavoratori cristiani ed ex responsabile enti locali della DC subalpina, quando il segretario era Sebastiano Provvisiero. Un’era politica fa. L’orizzonte sono le prossime elezioni regionali, la prima tappa di avvicinamento è il 6 e 7 ottobre a Susa, dov’è in programma un convegno regionale.
Da una parte c’è l’intenzione di “rilanciare l’impegno politico dei cattolici” colmando quella “carenza di iniziativa, di ruolo e di presenza politica denunciata recentemente anche dal presidente della CEI Gualtiero Bassetti”; dall’altra, però, “nessuna intenzione di riproporre la DC” si legge nella lettera con cui annunciano la nascita di questo nuovo soggetto. Impresa improba. Un impegno politico dei cattolici invocato a più riprese anche da papa Francesco. Secondo Carmagnola “c’è uno spazio tra il sovranismo salviniano, anche abbastanza truculento, e il discorso pressappochistico dei Cinquestelle”. Le ragioni di fondo di PD e Forza Italia “restano valide, ma la crisi di centrodestra e centrosinistra, ormai conclamata, impone una svolta civica”. Insomma, mai come in questo caso serve una santa alleanza, benedetta dai partiti ma in grado di coinvolgere anche soggetti nuovi. Mano tesa a “un centrosinistra che sta vivendo momenti di criticità e che per riemergere deve ricominciare creando una nuova rete intorno a valori civici fondanti” dice Merlo, secondo il quale il passo indietro di Sergio Chiamparino modifica completamente lo scenario. I tre guardano al PD e alla coalizione che potrebbe nascere attorno ad esso e si propongono come potenziale alleato per riportare a casa quei cattolici ammaliati dalle sirene grilline e leghiste.
Per Giampiero Leo, presidente del Coordinamento interconfessionale “la dottrina sociale cristiana è una miniera al punto che sarebbe un peccato non attingere da lì per una nuova visione del mondo da quale ripartire”. Perché se è vero che “globalizzazione e liberismo hanno mostrato tutti i suoi limiti, sovranismo e populismo non possono essere la risposta”. Nelle settimane scorse si sono svolti i primi incontri cui hanno partecipato anche personalità del mondo politico come Guido Bodrato e di quello cattolico come don Ermis Segatti. L’obiettivo finale, conclude Leo “è fornire risposte umane, civili e razionali a problemi veri che sollevano Lega e Cinquestelle. La risposta c’è ed è nella dottrina sociale cattolica”.
La Balena Bianca finisce nella Rete, sempre bianca s’intende. Così il mondo cattolico, ormai ai margini culturali della società occidentale e irrilevante nello scenario politico nazionale prova a riprendere l'iniziativa e a trovare nuove ragioni di protagonismo. La matrice (demo)cristiana è la stessa, ma se durante la prima repubblica il nemico era il comunismo, oggi nel mirino ci sono sovranisti e populisti contro i quali è necessario “fare fronte comune”. L’amo è stato lanciato, se sarà buona pesca (elettoralmente parlando) è tutto da vedere. A presentare il nuovo “movimento politico e culturale” sono i tre promotori, la "trinità" del cattolicesimo democratico nostrano: Giorgio Merlo, ex Margherita e parlamentare PD di lungo corso, il ciellino Giampiero Leo, già assessore a Torino nelle giunte di pentapartito, poi in Regione Piemonte con il centrodestra prima di un progressivo avvicinamento al PD suggellato con il suo sostegno alla ricandidatura di Piero Fassino, e infine Mauro Carmagnola, fino a qualche mese fa tra gli animatori di una DC 2.0, dopo che una sentenza dei giudici ha affermato che, di fatto, lo scudocrociato non è mai morto. “Europa, Costituzione e dottrina sociale della Chiesa”, è questo il perimetro “in cui costruire un programma” dice Carmagnola, 57 anni, presidente del Movimento dei lavoratori cristiani ed ex responsabile enti locali della DC subalpina, quando il segretario era Sebastiano Provvisiero. Un’era politica fa. L’orizzonte sono le prossime elezioni regionali, la prima tappa di avvicinamento è il 6 e 7 ottobre a Susa, dov’è in programma un convegno regionale.
Da una parte c’è l’intenzione di “rilanciare l’impegno politico dei cattolici” colmando quella “carenza di iniziativa, di ruolo e di presenza politica denunciata recentemente anche dal presidente della CEI Gualtiero Bassetti”; dall’altra, però, “nessuna intenzione di riproporre la DC” si legge nella lettera con cui annunciano la nascita di questo nuovo soggetto. Impresa improba. Un impegno politico dei cattolici invocato a più riprese anche da papa Francesco. Secondo Carmagnola “c’è uno spazio tra il sovranismo salviniano, anche abbastanza truculento, e il discorso pressappochistico dei Cinquestelle”. Le ragioni di fondo di PD e Forza Italia “restano valide, ma la crisi di centrodestra e centrosinistra, ormai conclamata, impone una svolta civica”. Insomma, mai come in questo caso serve una santa alleanza, benedetta dai partiti ma in grado di coinvolgere anche soggetti nuovi. Mano tesa a “un centrosinistra che sta vivendo momenti di criticità e che per riemergere deve ricominciare creando una nuova rete intorno a valori civici fondanti” dice Merlo, secondo il quale il passo indietro di Sergio Chiamparino modifica completamente lo scenario. I tre guardano al PD e alla coalizione che potrebbe nascere attorno ad esso e si propongono come potenziale alleato per riportare a casa quei cattolici ammaliati dalle sirene grilline e leghiste.
Per Giampiero Leo, presidente del Coordinamento interconfessionale “la dottrina sociale cristiana è una miniera al punto che sarebbe un peccato non attingere da lì per una nuova visione del mondo da quale ripartire”. Perché se è vero che “globalizzazione e liberismo hanno mostrato tutti i suoi limiti, sovranismo e populismo non possono essere la risposta”. Nelle settimane scorse si sono svolti i primi incontri cui hanno partecipato anche personalità del mondo politico come Guido Bodrato e di quello cattolico come don Ermis Segatti. L’obiettivo finale, conclude Leo “è fornire risposte umane, civili e razionali a problemi veri che sollevano Lega e Cinquestelle. La risposta c’è ed è nella dottrina sociale cattolica”.
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