Il Duomo di Vercelli gremito ha dato l'estremo saluto a Lucia Pigino, scomparsa lo scorso 11 novembre, dopo una breve quanto inesorabile malattia.
Maestra elementare, dopo aver insegnato in alcuni plessi della Provincia, era stata chiamata presso il Provveditorato agli Studi, dove aveva svolto importanti funzioni dirigenziali nell'ambito della organizzazione del sistema scolastico. L'attività sindacale nella scuola precedette di poco l'impegno politico attivo.
La preoccupazione della condizione femminile e l’attenzione alla situazione delle fasce deboli della popolazione, assunte come priorità di iniziativa, determinarono l’approdo naturale da militante nella sinistra democristiana. Lucia contribuì a rilanciare in modo deciso il movimento femminile del partito, in cui ricopri la carica di consigliere nazionale. In questo ambito maturò una profonda amicizia con Maria Eletta Martini e Tina Anselmi che facilitò l’ancoraggio ai valori, alla tradizione e alla rappresentanza del cattolicesimo democratico.
Nel contesto territoriale venne eletta consigliere provinciale, e successivamente fece parte dell’Assemblea elettiva del capoluogo, nella quale assunse le deleghe di assessore alle Politiche sociali. Costruì la struttura del settore e promosse i primi progetti a favore dei soggetti svantaggiati della città. Fu presidente del Comitato di gestione dell’allora USSL45, nel corso del suo mandato si adoperò per lo sviluppo dell’Ospedale Sant’Andrea e della medicina territoriale.
Guidò da segretario provinciale la Democrazia cristiana, in una fase non facile di profonda trasformazione. L’impegno politico non venne mai disgiunto da quello culturale, in particolare nel Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale e nella Commissione Ecumenica Diocesana.
La fine della DC segnò il suo passaggio al Partito popolare italiano, poi alla Margherita e infine al Partito democratico. Fin dalla fondazione è stata un’iscritta convinta e partecipe alla Associazione dei Popolari Piemontesi.
Lucia lascia in chi l’ha conosciuta un vuoto incolmabile e contemporaneamente una eredità politica molto significativa e impegnativa. Donna entusiasta e umile, possedeva la straordinaria capacità di saper ascoltare e scorgere in modo innato “ i segni dei tempi”.
In Lei la politica, da studio e approfondimento, sapeva trasformarsi senza compromessi in sintesi concreta verso il bene comune.
L’apprezzamento sincero di molti avversari politici ne è la testimonianza più eloquente.
Gli amici vercellesi e valsesiani intendono mantenerne vivo il ricordo attraverso incontri e iniziative che si terranno nei prossimi mesi, finalizzate principalmente a trasmettere questo patrimonio valoriale e politico alle giovani generazioni.
Maestra elementare, dopo aver insegnato in alcuni plessi della Provincia, era stata chiamata presso il Provveditorato agli Studi, dove aveva svolto importanti funzioni dirigenziali nell'ambito della organizzazione del sistema scolastico. L'attività sindacale nella scuola precedette di poco l'impegno politico attivo.
La preoccupazione della condizione femminile e l’attenzione alla situazione delle fasce deboli della popolazione, assunte come priorità di iniziativa, determinarono l’approdo naturale da militante nella sinistra democristiana. Lucia contribuì a rilanciare in modo deciso il movimento femminile del partito, in cui ricopri la carica di consigliere nazionale. In questo ambito maturò una profonda amicizia con Maria Eletta Martini e Tina Anselmi che facilitò l’ancoraggio ai valori, alla tradizione e alla rappresentanza del cattolicesimo democratico.
Nel contesto territoriale venne eletta consigliere provinciale, e successivamente fece parte dell’Assemblea elettiva del capoluogo, nella quale assunse le deleghe di assessore alle Politiche sociali. Costruì la struttura del settore e promosse i primi progetti a favore dei soggetti svantaggiati della città. Fu presidente del Comitato di gestione dell’allora USSL45, nel corso del suo mandato si adoperò per lo sviluppo dell’Ospedale Sant’Andrea e della medicina territoriale.
Guidò da segretario provinciale la Democrazia cristiana, in una fase non facile di profonda trasformazione. L’impegno politico non venne mai disgiunto da quello culturale, in particolare nel Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale e nella Commissione Ecumenica Diocesana.
La fine della DC segnò il suo passaggio al Partito popolare italiano, poi alla Margherita e infine al Partito democratico. Fin dalla fondazione è stata un’iscritta convinta e partecipe alla Associazione dei Popolari Piemontesi.
Lucia lascia in chi l’ha conosciuta un vuoto incolmabile e contemporaneamente una eredità politica molto significativa e impegnativa. Donna entusiasta e umile, possedeva la straordinaria capacità di saper ascoltare e scorgere in modo innato “ i segni dei tempi”.
In Lei la politica, da studio e approfondimento, sapeva trasformarsi senza compromessi in sintesi concreta verso il bene comune.
L’apprezzamento sincero di molti avversari politici ne è la testimonianza più eloquente.
Gli amici vercellesi e valsesiani intendono mantenerne vivo il ricordo attraverso incontri e iniziative che si terranno nei prossimi mesi, finalizzate principalmente a trasmettere questo patrimonio valoriale e politico alle giovani generazioni.
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