Per ripassare le ragioni della guerra basta ascoltare un telegiornale o leggere un quotidiano nazionale, che riportano il coro di politici e commentatori, esteri e nostrani. Nel nostro piccolo amplifichiamo una voce del popolo della Pace.
Introduzione
La voce del popolo della Pace non arriva sui media e non è udibile dalla gran parte della popolazione. I conflitti armati continuano in un’ escalation senza limiti e le persone continuano a morire senza che si intraveda una possibile soluzione pacifica: nel conflitto ucraino, a Gaza, in Libano e in diverse altre parti del mondo.
In Italia e in tutta l’Europa i Governi non mettono la loro autorevolezza e la loro iniziativa al servizio di trattative di Pace, nulla viene fatto per far terminare i massacri a Gaza e in tutta l’area mediorientale.
Scriviamo questa lettera appello rivolta a tutti i sindacati italiani affinché valutino l’indizione di uno sciopero generale nazionale che noi proponiamo sia dei produttori e dei consumatori. Il Paese si deve fermare e fare arrivare al Governo la nostra richiesta: lavorare per fermare le guerre e per una politica di Pace che metta al bando le armi, soprattutto quelle nucleari.
Invitiamo tutti i lavoratori, le lavoratrici, i giovani, i pensionati e tutte le persone che condividono l’idea a sottoscrivere la lettera su Change.org (CLICCA QUI), di divulgarla e di promuovere iniziative di discussione e mobilitazione. Per comunicazioni potete scrivere all’indirizzo: piacenza@mce-fimem.it
Lettera/ Appello per uno sciopero contro la guerra
Si è appena concluso ad Assisi l’Incontro Nazionale delle Costruttrici e dei Costruttori di Pace promosso dalla Fondazione Perugia Assisi e in diversi abbiamo partecipato il 18 maggio all’Arena di Pace a Verona con Papa Francesco e tutti i movimenti che chiedono Pace e Giustizia. Ma la voce della Pace non arriva nei media e sulla stampa. A parlare sono sempre generali, ministri, deputati, magari con intensità diversa, ma sempre a favore dell’ineluttabilità della guerra. Coloro che sono a favore della Pace e di un modo diverso di affrontare i conflitti non trovano spazio.
In una Nazione fondata sul ripudio costituzionale della guerra chi invoca e lavora per la Pace viene attaccato, espulso dal sistema, messo all’indice. Papa Francesco all’Arena di Pace ha detto che per risolvere i conflitti armati, lui ha fiducia soprattutto nei popoli. Forse è per questo che anche sua Santità viene messo a tacere e non viene preso in considerazione.
C’è un’alternativa alla guerra, ma non le si dà spazio e non viene sperimentata. Si continua a perpetrare il conflitto armato. Dopo 940 giorni di guerra in Ucraina, dopo 350 giorni di massacri a Gaza, noi dobbiamo riconoscere che alcune forze potenti stanno facendo di tutto per trascinarci in guerra e che i principali responsabili della politica internazionale, europea e italiana non stanno facendo nulla per impedirlo.
Come si può assistere con indifferenza senza intervenire all’orrenda carneficina che si protrae a Gaza? Come si può fare i tifosi di fronte al milione di vittime del conflitto ucraino? E i morti della Somalia, del Myanmar, del Sudan, del Congo, del Libano e di tutti gli altri Paesi? Forse non è chiaro a tutti che continuando l’escalation potremmo arrivare ad una situazione ancora peggiore?
I potenti dimostrano assoluto disprezzo per la vita umana e per le sorti dell’umanità, si fidano solo delle armi. Non hanno un’idea di come si possa mettere fine ai combattimenti, non hanno un’idea di come si possa arrivare alla pace e stanno trascinando l’Europa intera in una guerra senza precedenti. Dall’altra parte chi è davvero convinto che siamo arrivati ad un passo dal punto di non ritorno, dovrebbe mettere in campo tutte le proprie forze per fermare le guerre.
Sappiamo che non è facile perché la propaganda di guerra in atto nel nostro Paese e negli altri dell’Europa, impedisce di avere chiara la situazione ma pensiamo che sia giunto il momento di lanciare uno “Sciopero, sia dei produttori, sia dei consumatori” contro la guerra e le difficoltà economiche che derivano da essa. È in corso una vertiginosa corsa al riarmo mondiale, stanno aumentando le spese militari che costringono a tagliare le risorse per la salute e l’istruzione e stanno impoverendo tutti. Stanno installando nuovi missili nucleari in Europa, il che ci rende ancora più fragili.
È “adesso” il momento di fermare l’escalation della guerra e dobbiamo chiedere ai sindacati di valutare la proclamazione di uno sciopero generale e chiedere ai lavoratori di fermare la produzione e scendere in piazza. Dobbiamo chiedere ai consumatori, cioè a tutti noi, di astenersi, nello stesso lasso di tempo, dall’acquisto di qualsiasi bene di consumo. Una grande dimostrazione di opposizione alla guerra e di consenso verso la Pace. Al Governo italiano deve arrivare forte e chiaro la richiesta: No a tutte le guerre e impegno per la Pace attraverso un’azione di mediazione che coinvolga tutta l’Europa. Sappiamo che non è una cosa facile per questa Europa, ma questi non sono momenti per risposte facili.
Che cosa rispondono i sindacati? Auspichiamo un confronto e se si pensa che questa non sia la strada ce ne indichino un’altra altrettanto o maggiormente incisiva.
La Pace non ha tempo di aspettare! Noi aspettiamo le vostre risposte!
Primi sottoscrittori:
Roberto Lovattini – insegnante / coordinatore Europe for peace Piacenza, promotore dell’appello
Mauro Annoni – presidente Istituto di Storia Contemporanea Pesaro
Barbara Archetti, presidente Vento di Terra
Domenico Barrilà – psicoterapeuta, Analista Adleriano, Milano
Giansandro Barzaghi – Associazione NonUnodiMeno
Pietro Bartolo – ex medico Lampedusa, già parlamentare europeo
Pierluigi Bersani – presidente Istituto di Storia Contemporanea Piacenza
Luciana Bertinato – insegnante, già collaboratrice di Mario Lodi
Daniele Bruzzone – docente Università Cattolica
Emanuela Maria Bussolati – autrice di libri per l’infanzia
Mario Busti – presidente Università per la pace delle Marche
Roberto Camarlinghi – Animazione Sociale
Gianluca Carmosino – giornalista Comune-info
Giulio De Vivo – insegnante e formatore
Beppe Giulietti – Articolo 21
Davide Guidi – coordinatore delle attività Università per la pace delle Marche
Flavio Lotti – presidente della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace
Alessandro Marescotti – Peacelink
Luisa Morgantini – AssoPace, già Vice Presidente Parlamento Europeo
Juri Meda – docente Università di Macerata
Daniele Novara – pedagogista. Direttore CPP. Scrittore
Mauro Presini – insegnante e formatore
Lauro Seriacopi – vice Presidente Fondazione Don Milani
Laila Simoncelli – Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Mauro Spallucci – animatore cittadinanza attiva Trani
Introduzione
La voce del popolo della Pace non arriva sui media e non è udibile dalla gran parte della popolazione. I conflitti armati continuano in un’ escalation senza limiti e le persone continuano a morire senza che si intraveda una possibile soluzione pacifica: nel conflitto ucraino, a Gaza, in Libano e in diverse altre parti del mondo.
In Italia e in tutta l’Europa i Governi non mettono la loro autorevolezza e la loro iniziativa al servizio di trattative di Pace, nulla viene fatto per far terminare i massacri a Gaza e in tutta l’area mediorientale.
Scriviamo questa lettera appello rivolta a tutti i sindacati italiani affinché valutino l’indizione di uno sciopero generale nazionale che noi proponiamo sia dei produttori e dei consumatori. Il Paese si deve fermare e fare arrivare al Governo la nostra richiesta: lavorare per fermare le guerre e per una politica di Pace che metta al bando le armi, soprattutto quelle nucleari.
Invitiamo tutti i lavoratori, le lavoratrici, i giovani, i pensionati e tutte le persone che condividono l’idea a sottoscrivere la lettera su Change.org (CLICCA QUI), di divulgarla e di promuovere iniziative di discussione e mobilitazione. Per comunicazioni potete scrivere all’indirizzo: piacenza@mce-fimem.it
Lettera/ Appello per uno sciopero contro la guerra
Si è appena concluso ad Assisi l’Incontro Nazionale delle Costruttrici e dei Costruttori di Pace promosso dalla Fondazione Perugia Assisi e in diversi abbiamo partecipato il 18 maggio all’Arena di Pace a Verona con Papa Francesco e tutti i movimenti che chiedono Pace e Giustizia. Ma la voce della Pace non arriva nei media e sulla stampa. A parlare sono sempre generali, ministri, deputati, magari con intensità diversa, ma sempre a favore dell’ineluttabilità della guerra. Coloro che sono a favore della Pace e di un modo diverso di affrontare i conflitti non trovano spazio.
In una Nazione fondata sul ripudio costituzionale della guerra chi invoca e lavora per la Pace viene attaccato, espulso dal sistema, messo all’indice. Papa Francesco all’Arena di Pace ha detto che per risolvere i conflitti armati, lui ha fiducia soprattutto nei popoli. Forse è per questo che anche sua Santità viene messo a tacere e non viene preso in considerazione.
C’è un’alternativa alla guerra, ma non le si dà spazio e non viene sperimentata. Si continua a perpetrare il conflitto armato. Dopo 940 giorni di guerra in Ucraina, dopo 350 giorni di massacri a Gaza, noi dobbiamo riconoscere che alcune forze potenti stanno facendo di tutto per trascinarci in guerra e che i principali responsabili della politica internazionale, europea e italiana non stanno facendo nulla per impedirlo.
Come si può assistere con indifferenza senza intervenire all’orrenda carneficina che si protrae a Gaza? Come si può fare i tifosi di fronte al milione di vittime del conflitto ucraino? E i morti della Somalia, del Myanmar, del Sudan, del Congo, del Libano e di tutti gli altri Paesi? Forse non è chiaro a tutti che continuando l’escalation potremmo arrivare ad una situazione ancora peggiore?
I potenti dimostrano assoluto disprezzo per la vita umana e per le sorti dell’umanità, si fidano solo delle armi. Non hanno un’idea di come si possa mettere fine ai combattimenti, non hanno un’idea di come si possa arrivare alla pace e stanno trascinando l’Europa intera in una guerra senza precedenti. Dall’altra parte chi è davvero convinto che siamo arrivati ad un passo dal punto di non ritorno, dovrebbe mettere in campo tutte le proprie forze per fermare le guerre.
Sappiamo che non è facile perché la propaganda di guerra in atto nel nostro Paese e negli altri dell’Europa, impedisce di avere chiara la situazione ma pensiamo che sia giunto il momento di lanciare uno “Sciopero, sia dei produttori, sia dei consumatori” contro la guerra e le difficoltà economiche che derivano da essa. È in corso una vertiginosa corsa al riarmo mondiale, stanno aumentando le spese militari che costringono a tagliare le risorse per la salute e l’istruzione e stanno impoverendo tutti. Stanno installando nuovi missili nucleari in Europa, il che ci rende ancora più fragili.
È “adesso” il momento di fermare l’escalation della guerra e dobbiamo chiedere ai sindacati di valutare la proclamazione di uno sciopero generale e chiedere ai lavoratori di fermare la produzione e scendere in piazza. Dobbiamo chiedere ai consumatori, cioè a tutti noi, di astenersi, nello stesso lasso di tempo, dall’acquisto di qualsiasi bene di consumo. Una grande dimostrazione di opposizione alla guerra e di consenso verso la Pace. Al Governo italiano deve arrivare forte e chiaro la richiesta: No a tutte le guerre e impegno per la Pace attraverso un’azione di mediazione che coinvolga tutta l’Europa. Sappiamo che non è una cosa facile per questa Europa, ma questi non sono momenti per risposte facili.
Che cosa rispondono i sindacati? Auspichiamo un confronto e se si pensa che questa non sia la strada ce ne indichino un’altra altrettanto o maggiormente incisiva.
La Pace non ha tempo di aspettare! Noi aspettiamo le vostre risposte!
Primi sottoscrittori:
Roberto Lovattini – insegnante / coordinatore Europe for peace Piacenza, promotore dell’appello
Mauro Annoni – presidente Istituto di Storia Contemporanea Pesaro
Barbara Archetti, presidente Vento di Terra
Domenico Barrilà – psicoterapeuta, Analista Adleriano, Milano
Giansandro Barzaghi – Associazione NonUnodiMeno
Pietro Bartolo – ex medico Lampedusa, già parlamentare europeo
Pierluigi Bersani – presidente Istituto di Storia Contemporanea Piacenza
Luciana Bertinato – insegnante, già collaboratrice di Mario Lodi
Daniele Bruzzone – docente Università Cattolica
Emanuela Maria Bussolati – autrice di libri per l’infanzia
Mario Busti – presidente Università per la pace delle Marche
Roberto Camarlinghi – Animazione Sociale
Gianluca Carmosino – giornalista Comune-info
Giulio De Vivo – insegnante e formatore
Beppe Giulietti – Articolo 21
Davide Guidi – coordinatore delle attività Università per la pace delle Marche
Flavio Lotti – presidente della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace
Alessandro Marescotti – Peacelink
Luisa Morgantini – AssoPace, già Vice Presidente Parlamento Europeo
Juri Meda – docente Università di Macerata
Daniele Novara – pedagogista. Direttore CPP. Scrittore
Mauro Presini – insegnante e formatore
Lauro Seriacopi – vice Presidente Fondazione Don Milani
Laila Simoncelli – Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Mauro Spallucci – animatore cittadinanza attiva Trani
Egr. Promotori,
sono da sempre per la pace ovunque, dalle famiglie alle società, agli stati. Mi chiedo se l’iniziativa vostra abbia un senso di efficace pressione dell’opinione mondiale, considerando che né Vladimir Putin, né nessun altro aggressore delle altre numerose guerre sparse per il mondo e tantomeno Hamas e le consociate organizzazioni terroristiche sostenute dall’Iran permetteranno mai ai loro sottoposti di associarsi alla vostra iniziativa. E resta l’atroce quesito se sia lecito abbandonare i propri familiari nelle mani di assassini, violentatori, stupratori e incendiari, deporre le armi e lasciar loro libero accesso ad ogni violenza. Personalmente sono anche disposto a perdere la mia vita per la pace, ma non a sacrificare quella dei miei cari. E i promotori?