Campo largo o… “sghembo”?



Domenico Galbiati    3 Settembre 2024       0

Vecchie ruggini e rancori inossidabili, ambizioni smodate e rivalità personali irriducibili, protagonismi esasperati, veti incrociati, ma, in effetti, anche visioni differenti su aspetti rilevanti dell’orientamento politico che, ove miracolosamente dovesse un giorno prevalere, il cosiddetto “campo largo” assumerebbe per guidare l’Italia.

Su temi rilevanti dalla guerra criminale scatenata da Putin contro l’Ucraina, ai rapporti euro-atlantici, le posizioni sono addirittura contrapposte tra PD e Movimento 5 Stelle, per noi dire dell’idiosincrasia – cortesemente ricambiata – di Conte nei confronti di Renzi, il quale dopo la tranvata delle elezioni europee cerca di portare il proprio vascello vistosamente ammaccato nel bacino di carenaggio dell’alleanza con la Schlein, almeno finché avrà medicato le sue ferite.

È vero che le alleanze non sono mai offerte su un piatto d’argento e vanno faticosamente, pazientemente costruite, ma ciò non toglie che oggi, sul versante delle opposizioni, si sia di fronte, piuttosto, ad un campo “sghembo” nel senso proprio del termine, nel quale, cioè, è impossibile geometricamente che due linee si incontrino e convergano, semplicemente perché viaggiano su piani differenti. D’altra parte, anche a sinistra la personalizzazione della politica presenta il conto.

Il partito che dovrebbe guidare l’alleanza non offre, in quanto a piattaforma programmatica attorno a cui mettere alla prova la sintonia possibile, se non il minimo sindacate, cioè una manciata di argomenti in larga misura ovvi e condivisibili, ma sgranati, incapaci di trasmettere l’idea di un progetto che abbia una sua compiuta coerenza.

In sostanza, le opposizioni dovrebbero badare, in primo luogo, a non fare il gioco della destra. In altri termini, dovrebbero capire che finché la partita si gioca e si giocherà tra i due poli dell’attuale bipolarismo maggioritario, è altamente probabile che la destra continui a prevalere.

È necessario cambiare gioco, liberando l’Italia e gli italiani dal giogo dell’attuale sistema politico e per poterlo fare è indispensabile restituire l’Italia agli italiani, cambiare la legge elettorale e consentire agli elettori di scegliere i propri parlamentari. Insomma, restituire valore alla rappresentanza e alla centralità del Parlamento.

La proposta di referendum contro l’attuale legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum, promosso dal “Comitato Referendario per la Rappresentanza” (CLICCA QUI) è un’occasione importante per provarci. Guarda caso, oscurata e snobbata dalle maggiori forze politiche, comprese quelle di centro-sinistra che evidentemente nel condominio di fatto, in cui convivono con la destra, non ci stanno poi così male.

A scapito del Paese.

(Tratto da www.politicainsieme.com)


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