A più di un anno dal suo insediamento, è possibile esprimere un giudizio sul governo di destra guidato da Giorgia Meloni. Valutazione non basata su pre-giudizi, di simpatia o antipatia, ma unicamente sulle scelte di politica interna ed economica svolte.

Ci riconosciamo nell’ottimo lavoro proposto da Gianfranco Viesti nell’ultimo numero della rivista “Il Mulino”, in cui con dovizia di riferimenti motiva un giudizio complessivo così sintetizzabile: “I principali assi della azione di governo paiono: il consolidare la presa sul potere, senza che sia affatto chiaro un modello di società e di Paese verso cui tendere, e marginalizzando il più possibile il Parlamento; il concedere massicci sussidi a imprese e gruppi di interesse, senza alcuna strategia di sviluppo industriale, per coltivarne il consenso; il trascurare il rafforzamento di strutture e servizi di taglio universalistico, con scarso interesse per le diseguaglianze sociali e territoriali; il prestare grande attenzione agli annunci ma assai meno a trasparenza e informazione”.

Per comprendere il perché di valutazioni così negative, che nascono da analisi di fatti e decisioni – e “non da un’ideologica condivisione delle posizioni dell’opposizione, la cui azione peraltro si mostra distratta e carente, su non pochi di questi temi” –, rimandiamo alla lettura integrale dell’ampio articolo.

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