Un incontro per la pace in Ucraina con testimonianze e preghiera domani, martedì 12 aprile, a Torino.
Presso il Centro Interculturale di corso Taranto 160, dalle ore 19.30, parleranno – presentati da Walter Nuzzo e coordinati da Bruno Geraci – il Console Onorario dell’Ucraina Dario Arrigotti, Sara Zambaia e Giampiero Leo dei Comitati per i Diritti Umani ed “Emergenza Ucraina” della Regione Piemonte.
Seguirà un momento di preghiera interreligiosa, a cura del Comitato Interfedi della Città di Torino, alla presenza dell’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia.
Questa la nota diffusa dagli organizzatori (Noi siamo con voi, Comitato Interfedi, Centro Interculturale) per presentare lo spirito dell’iniziativa.
“Noi credenti non possiamo mai accettare la guerra, anche se per ogni giorno che passa ci sembra di poter far poco. Non possiamo accettare questa guerra fratricida che coinvolge due nazioni che hanno tanto in comune, a partire dalle radici cristiane e proprio per questo sentiamo con ancor maggiore partecipazione il dramma del popolo ucraino invaso, costretto all’esilio, sottoposto ai bombardamenti e alle violenze di ogni genere. La guerra è terribile, perché spesso sfugge a chi l’ha dichiarata e – come un fuoco – si allarga in modo incontrollabile. Non accettare la guerra – e ancor di più abituarci alla guerra – ci impegna a pregare e agire per la pace e per la giustizia. Sottolineiamo infatti che la pace senza giustizia non solo è di per se stessa precaria, ma può costituire anche una terribile mortificazione della stessa dignità umana. La preghiera, questa nostra preghiera, è anche una protesta per la violenza del conflitto e verso chi lo ha ultimamente scatenato per brama di potere e indifferenza alla legalità e alle regole di convivenza internazionali, ma soprattutto vuole essere la richiesta ai nostri Padri che ci diano il grande dono della pace. Non ci si può rassegnare al fatto che la guerra si incancrenisca per mesi o per anni in Ucraina, come in altre parti del mondo, mentre muoiono tanti uomini, donne e bambini.
In questo nostro incontro pregheremo tutti insieme per quella pace a cui non rinunceremo mai, certi che la pace è il nostro ideale supremo, perché la pace è la ragione stessa dell’essere credenti”.
Presso il Centro Interculturale di corso Taranto 160, dalle ore 19.30, parleranno – presentati da Walter Nuzzo e coordinati da Bruno Geraci – il Console Onorario dell’Ucraina Dario Arrigotti, Sara Zambaia e Giampiero Leo dei Comitati per i Diritti Umani ed “Emergenza Ucraina” della Regione Piemonte.
Seguirà un momento di preghiera interreligiosa, a cura del Comitato Interfedi della Città di Torino, alla presenza dell’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia.
Questa la nota diffusa dagli organizzatori (Noi siamo con voi, Comitato Interfedi, Centro Interculturale) per presentare lo spirito dell’iniziativa.
“Noi credenti non possiamo mai accettare la guerra, anche se per ogni giorno che passa ci sembra di poter far poco. Non possiamo accettare questa guerra fratricida che coinvolge due nazioni che hanno tanto in comune, a partire dalle radici cristiane e proprio per questo sentiamo con ancor maggiore partecipazione il dramma del popolo ucraino invaso, costretto all’esilio, sottoposto ai bombardamenti e alle violenze di ogni genere. La guerra è terribile, perché spesso sfugge a chi l’ha dichiarata e – come un fuoco – si allarga in modo incontrollabile. Non accettare la guerra – e ancor di più abituarci alla guerra – ci impegna a pregare e agire per la pace e per la giustizia. Sottolineiamo infatti che la pace senza giustizia non solo è di per se stessa precaria, ma può costituire anche una terribile mortificazione della stessa dignità umana. La preghiera, questa nostra preghiera, è anche una protesta per la violenza del conflitto e verso chi lo ha ultimamente scatenato per brama di potere e indifferenza alla legalità e alle regole di convivenza internazionali, ma soprattutto vuole essere la richiesta ai nostri Padri che ci diano il grande dono della pace. Non ci si può rassegnare al fatto che la guerra si incancrenisca per mesi o per anni in Ucraina, come in altre parti del mondo, mentre muoiono tanti uomini, donne e bambini.
In questo nostro incontro pregheremo tutti insieme per quella pace a cui non rinunceremo mai, certi che la pace è il nostro ideale supremo, perché la pace è la ragione stessa dell’essere credenti”.
Indubbiamente la pace è il bene più prezioso e qualsiasi iniziativa in tal senso è sempre benvenuta. Per quel che sta accadendo in questi ultimi giorni credo però che dovremmo tutti essere molto più critici e , lo so che non è per niente facile, ” contestare ” il Pensiero Unico Globale.
Joe Biden sta alzando il tiro in modo forsennato, una delle ragioni è che ora anche il New York Times ha confermato che il contenuto del famoso portatile di suo figlio Hunter contiene per davvero documenti , mails , etc. perlomeno imbarazzanti sui suoi affari in Ucraina. Ricordiamo che quando il tutto venne alla luce poco prima delle elezioni del 2020 da parte del New York Post, tutto l’apparato Dem e liberal, compresi 51 funzionari dell’intelligence si precipitarono a dire che era propaganda russa. Oggi invece ci sono già almeno un paio di parlamentari democratici ( oltre ai repubblicani , ovvio) che chiedono l’avvio di una inchiesta sulle attività del figlio di Biden. E’ chiaro che per il presidente americano il sogno proibito è una vittoria dell’Ucraina, l’eliminazione di Putin e la dissoluzione della Russia . In questo modo tutto verrebbe sistemato. Io non credo che per l’Europa sia saggio continuare a seguire la politica USA che ci sta portando verso un rapidissimo suicidio economico.
Altro particolare da tener presente. Il presidente tedesco Steinmeyer è per davvero una persona buona , un presidente che ha condannato vigorosamente il nazismo ed uno dei pochi tedeschi che ha visitato più volte Sant’ Anna di Stazzena rimanendone sempre molto turbato. E’ anche l’unico politico europeo che il presidente ucraino Zelensky ,sempre più preso in un ruolo molto più grande di lui, non ha ricevuto , anzi gli ha impedito di recarsi a Kiev…avrà mica ricevuto Zelensky un whatsapp sul caso dal comandante del battaglione Azov?
Parlare di pace va bene, ma anche capire chi è per la guerra ad oltranza non è cattiva cosa.
Post scriptum : domanda cattiva , ma il 25 aprile con quali bandiere i professionisti dell’antifascismo scenderanno in piazza? Le nostre della Liberazione con accanto quelle dell’Ucraina, il cui esercito ormai è noto è di tutto meno che un esercito di liberazione ?
mnete