La Corte Costituzionale ha giudicato inammissibile il referendum per abrogare l’articolo del Codice penale sull’omicidio del consenziente. I promotori, di area radicale e libertaria, avevano individuato questo strumento per aprire di fatto la strada all’eutanasia attiva. Sulla possibilità di non prolungare sofferenze di persone che non hanno più alcuna speranza di guarigione, e che spesso non sono più coscienti di sé, si era già espressa la Consulta in seguito alla vicenda del dj Fabo, con la sentenza del 2019 che considerava non punibile l’aiuto al suicidio nel caso di “una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente”. Da questa apertura condizionata all’abrogazione tout court dell’articolo 580 c’è un abisso, che i giudici hanno evitato di ridurre al sì o no.
Un tema di tale rilevanza etica, di complesse implicazioni mediche, non poteva essere risolto dal referendum. Ora la discussione ritorna in Parlamento, il luogo deputato al confronto e all’assunzione di decisioni responsabili. C’è una proposta di legge in discussione (relatore Bazoli) che farà da base di partenza del confronto parlamentare. Con eventuali e possibili correzioni potrà anche diventare una buona legge. Che deputati e senatori facciano il loro dovere.
Per conoscere i contenuti del testo in discussione, pubblichiamo una presentazione tecnica a cura dell’ARIS. Per accedere al documento CLICCA QUI.
Un tema di tale rilevanza etica, di complesse implicazioni mediche, non poteva essere risolto dal referendum. Ora la discussione ritorna in Parlamento, il luogo deputato al confronto e all’assunzione di decisioni responsabili. C’è una proposta di legge in discussione (relatore Bazoli) che farà da base di partenza del confronto parlamentare. Con eventuali e possibili correzioni potrà anche diventare una buona legge. Che deputati e senatori facciano il loro dovere.
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Spett. Redazione,
grazie per aver pubblicato la proposta di legge per ‘’ l’eutanasia ‘’. Fermo restando che da medico sono contrario ad ogni atto che procuri danni o morte al malato (ho giurato infatti per Ippocrate di impegnarmi per la salute e mai per la morte e non sono uno spergiuro) trovo, che accettato il principio di poter morire volontariamente, cosa che rifiuto, la proposta sia buona a parte la postilla dell’art. 3. Questa infatti prevederebbe valida la richiesta di morte anche quando il malato rifiuta le terapie palliative. Bisognerebbe specificare a mio avviso meglio questa situazione. Infatti se la terapia palliativa consiste nella somministrazione continua di antidolorifici che mantengono il paziente in stato di perenne incoscienza mi sembra chiaro che la stessa terapia è inefficace ed inutile.
sono contrario alla pena di morte per eutanasia. Quando si è gravemente ammalati psicologicamente è pressoché impossibile avere piena coscienza di quello che si vuole disporre. Anche i congiunti non hanno piena lucidità mentale per decidere cosa è giusto fare. Le leggi, poi, non posso prevedere tutte le condizioni e le casistiche. Lasciamo, quindi che la medicina e la natura facciano il loro corso naturale. Personalmente, poi, per questo problema non mi fido delle istituzioni in genere anche perché ho una certa età e penso che molta gente più giovane di me non vedrebbe male che la popolazione si sfoltisca degli anziani dato che essi hanno un notevole costo economico per la collettività (vedi pensioni, cure mediche ecc.). Meglio essere realisti che idealisti!