Figura di alto profilo e condivisa? C’è già!



Lucio D'Ubaldo    24 Gennaio 2022       3

Pubblichiamo l’editoriale dal numero zero del periodico “Democraticicristiani – Per l’Azione” dell’Associazione Nazionale dei Democratici Cristiani (ANDC). In fondo all’articolo si può digitare il link per accedere al pdf della pubblicazione, cui diamo il benvenuto tra le voci dei democratici popolari di ispirazione cristiana.

Deve essere chiaro che la preferenza per il Mattarella bis non risponde alla premura di qualche conventicola di vecchi sodali, ma ruota attorno alla difesa dell’interesse generale del Paese. L’Italia ha ripreso a camminare, anche a passo lesto, dopo il lungo periodo di blocco provocato dalla pandemia. Ciò nonostante il caro bollette e l’inflazione gettano ombre pesanti sulla ripresa, stando anche agli allarmi di Bankitalia e Confindustria. Da parte sua il capo del governo è riuscito a garantire quell’equilibrio dinamico, per dir così, che la larga coalizione aveva come obiettivo all’atto della sua formazione. Non era scontato. A questo punto l’opinione pubblica si divide, anche perché a dividersi innanzi tutto è la politica: conviene avere Draghi al Quirinale o a Palazzo Chigi? Qui sta il nodo.

È più che logico ricavare dalle infinite e laboriose trattative, fino all’ultimo segnate dal protagonismo di Berlusconi, la difficoltà a uscire dall’incastro che obbliga a trovare il sostituto di Draghi alla guida del governo nel caso fosse eletto, appunto, alla massima carica della Repubblica. Per giunta, la soluzione deve assicurare la tenuta della maggioranza, altrimenti il rischio di mandare a gambe all’aria la legislatura assume contorni molto forti. Dopo l’annuncio di Berlusconi – una ritirata pressoché obbligata – è stata la Meloni a riproporre con piglio il ritorno anticipato alle urne.

Insomma, resta alquanto difficile immaginare il pacifico “trasloco” al Colle del Presidente del Consiglio; ma è altrettanto difficile credere che una figura diversa da Mattarella possa assicurare la necessaria copertura all’attuale compagine governativa, tutelando perciò l’azione del premier nella prospettiva di un fine legislatura senza scosse. La connessione sembra resistere a qualsiasi colpo di fantasia.

È vero, infine, che Mattarella ha ripetuto in tutte le sedi e con grande energia la sua valutazione sulla inopportunità del doppio mandato, finanche suggerendo implicitamente di apportare un correttivo alla norma costituzionale. Sta di fatto però che l’eventuale rielezione, giustificata ampiamente per l’eccezionalità delle condizioni presenti, non si scontrerebbe con alcun divieto di ordine giuridico: il caso di Napolitano lo conferma. Guai però a scivolare nelle sabbie mobili dell’esperienza del 2013, quando il caos prodotto dalla gestione di Bersani, unitamente alle imboscate dei franchi tiratori, decretarono il fallimento di un’intera classe dirigente, poi costretta a ripiegare sulla conferma del Presidente in carica.

Oggi serve prendere atto che la strada maestra passa per la difesa di un assetto politico, forse precario ma insostituibile. Concentrarsi su questo aspetto, in sé decisivo, evoca la necessità di un garante supremo. E la figura di alto profilo, capace d’impersonare una candidatura largamente condivisa e adatta a preservare l’unità di fondo del Paese, esiste già: il suo nome è Sergio Mattarella.

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3 Commenti

  1. Dobbiamo il massimo rispetto al cittadino Sergio Mattarella. Se lui, da rappresentante supremo del Paese, ha raccomandato con ampio anticipo di cercare il suo successore, non lo ha fatto per piaggeria ma per una precisa valutazione di ordine costituzionale: la lunga durata della Presidenza della Repubblica è stata voluta per dare un tempo sufficiente a superare la cadenza delle legislature, e 7 anni sono stati considerati sufficienti a marcare un periodo consistente della Storia nazionale senza determinare la nascita di una figura incombente.
    L’Italia ha 59,55 milioni di abitanti: è grave se non si riesce a selezionarne una o una degni del ruolo. La democrazia non può permettersi di affidare incarichi perenni ad alcuno. Il caso di Napolitano è stata una grave eccezione e tale deve rimanere.

  2. E’ indubbio che Mattarella sarebbe uno splendido successore di se stesso ma è mai possibile che non si trovi, non dico in Parlamento, ma nella famosa società civile un italiano degno e in grado di assumere la più alta magistratura della Repubblica? Per essere eletti Papi non è necessario fare parte del collegio cardinalizio e neppure avere ricevuto l’ordinazione sacerdotale basta essere battezzati. E per cercare un nuovo presidente della repubblica i grandi elettori dovrebbero grufolare in modo autoreferenziale nelle solite stanze del palazzo? hanno così poca stima degli italiani? Certo vi sarebbero alcune condizioni da rispettare; per esempio è bene che il Presidente ne sappia di diritto costituzionale e abbia maturato qualche esperienza politica e sia un gran lavoratore e sia un tipo che non si fa raggirare troppo facilmente, uno smart guy come si dice in America; ma che porti una nota di freschezza e non un tanfo soffocante di minestra riscaldata. Mattarella, politico non di primissimo piano e poco conosciuto dal grande pubblico ha rappresentato una bella sorpresa o no? Ma smettetela di tirargli la giacca: la sua indisponibilità a un secondo mandato oltre che a motivi personali rispettabilissimi credo sia legata anche alla sua volontà di educare il sistema ad aprirsi e i politici a svolgere il loro ruolo in modo creativo e proattivo uscendo finalmente fuori da quella palude in cui sta affondando la stessa democrazia.

  3. La penso come i commenti che mi hanno preceduto. Aggiungo che, pur non essendo un elettore di centrodestra, mi piacerebbe che in questa occasione anche il centrosinistra convergesse su un un candidato di centro, comunque di una rosa ampia proposta dal centrodestra e con caratteristiche di cosiddetto alto profilo, in modo da pacificare un poco lo scenario politico post elezione e permettere a Draghi di finire il mandato governativo alla sua naturale scadenza. Peraltro gli ultimi presidenti provenivano dal centrosinistra senza che questa fosse netta maggioranza nel paese. Un gesto coraggioso di “generosità” potrebbe innescare una serie di eventi positivi

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