Il Messaggio di papa Francesco per la 55ª Giornata Mondiale della Pace, individua tre vasti contesti oggi in piena mutazione per proporre una lettura innovativa che risponda alle necessità del tempo attuale e futuro, del tema della pace: l’educazione, il lavoro, il dialogo tra le generazioni.
Quest’ultimo esige sempre, ci ricorda il Pontefice, “una fiducia di base tra gli interlocutori”, perché dialogare significa “camminare insieme”. Si deve riscoprire questa fiducia reciproca nel dialogo intergenerazionale, come anche nel dialogo fra differenti classi sociali e differenti visioni culturali e politiche.
Il secondo forte strumento di pace è l’educazione. Papa Francesco propone una cosa grandiosa e nello stesso tempo, è il caso di dire, disarmante: meno armi e più scuole, invertire il “rapporto tra gli investimenti pubblici nell’educazione e i fondi destinati agli armamenti”.
La necessità di avviare un nuovo processo di disarmo internazionale appare tanto più importante in relazione ai tanti conflitti irrisolti che ancora persistono in Europa e nel mondo.
Vi è un terzo strumento per la pace. Esso è costituito dall’ ampliamento delle opportunità di lavoro dignitoso.
“È più che mai urgente – afferma il Papa nel Messaggio per la Giornata della Pace – promuovere in tutto il mondo condizioni lavorative decenti e dignitose, orientate al bene comune e alla salvaguardia del creato”. Stiamo assistendo al fallimento di un modello di internazionalizzazione del lavoro basato sulla ricerca della maggior compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori, nonché basato sulla riduzione della domanda interna in funzione di un’esasperata competizione per spartirsi il mercato globale delle esportazioni. Tutti voglio esportare dappertutto mentre all’interno delle potenze esportatrici si restringe la possibilità di acquistare beni e servizi da parte delle famiglie. Tutto ciò, unito alla crescita della speculazione finanziaria attuata in forme sempre più disinvolte e insensibili al bene comune, crea instabilità sociale e ha causato un inaudito aumento delle disuguaglianze. Il ritorno al lavoro dignitoso costituisce la via per disinnescare una tale dinamica generatrice di conflitti di classe e fra nazioni.
Gli impegni proposti nel Messaggio sembrano, e sono, grandi temi ma allo stesso tempo, ci ricorda papa Francesco, sono alla portata di ciascuno di noi, purché lo vogliamo: “c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona. Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati”.
Sia questo l’impegno che ci guida per tutto il 2022.
(Tratto da www.politicainsieme.com)
Quest’ultimo esige sempre, ci ricorda il Pontefice, “una fiducia di base tra gli interlocutori”, perché dialogare significa “camminare insieme”. Si deve riscoprire questa fiducia reciproca nel dialogo intergenerazionale, come anche nel dialogo fra differenti classi sociali e differenti visioni culturali e politiche.
Il secondo forte strumento di pace è l’educazione. Papa Francesco propone una cosa grandiosa e nello stesso tempo, è il caso di dire, disarmante: meno armi e più scuole, invertire il “rapporto tra gli investimenti pubblici nell’educazione e i fondi destinati agli armamenti”.
La necessità di avviare un nuovo processo di disarmo internazionale appare tanto più importante in relazione ai tanti conflitti irrisolti che ancora persistono in Europa e nel mondo.
Vi è un terzo strumento per la pace. Esso è costituito dall’ ampliamento delle opportunità di lavoro dignitoso.
“È più che mai urgente – afferma il Papa nel Messaggio per la Giornata della Pace – promuovere in tutto il mondo condizioni lavorative decenti e dignitose, orientate al bene comune e alla salvaguardia del creato”. Stiamo assistendo al fallimento di un modello di internazionalizzazione del lavoro basato sulla ricerca della maggior compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori, nonché basato sulla riduzione della domanda interna in funzione di un’esasperata competizione per spartirsi il mercato globale delle esportazioni. Tutti voglio esportare dappertutto mentre all’interno delle potenze esportatrici si restringe la possibilità di acquistare beni e servizi da parte delle famiglie. Tutto ciò, unito alla crescita della speculazione finanziaria attuata in forme sempre più disinvolte e insensibili al bene comune, crea instabilità sociale e ha causato un inaudito aumento delle disuguaglianze. Il ritorno al lavoro dignitoso costituisce la via per disinnescare una tale dinamica generatrice di conflitti di classe e fra nazioni.
Gli impegni proposti nel Messaggio sembrano, e sono, grandi temi ma allo stesso tempo, ci ricorda papa Francesco, sono alla portata di ciascuno di noi, purché lo vogliamo: “c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona. Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati”.
Sia questo l’impegno che ci guida per tutto il 2022.
(Tratto da www.politicainsieme.com)
Si certo. ma occorrerebbe anche un poco di coerenza nel difendere i diritti civili basilari. In questo momento stiamo assistendo (o piuttosto non assistendo) non in qualche sperduta dittatura latinoamericana o nell’estremo oriente al linciaggio e al lento assassinio di un uomo che aveva fatto del giornalismo d’inchiesta. Per carità! Magari ha scritto cose inesatte o discutibili. Ma in una democrazia liberale si discute con coloro con cui non si è d’accordo non li si uccide. Che è ciò che sta avvenendo a Julian Assange.
Tutti i media occidentali a piatire su Navalny (una mia amica russa sostiene che nessuna persona sana di mente in Russia lo vorrebbe al potere se non una squinternata accolita di giovani libertari al soldo di qualche ambasciata straniera: è un’opinione che vi riporto) e intanto Assange (e chissà chi altri?) è trattato dal liberalissimo occidente peggio che nelle più truci dittature.
Che dicono gli indignati di professione nostrani?
Che dice il Papa?
E l’unione europea?
https://serenoregis.org/2021/12/23/lesecuzione-di-julian-assange/