Siamo tra quelli che sorridono pensando a Silvio Berlusconi possibile Presidente della Repubblica. Ridiamo per non piangere.
Come è possibile pensare che un condannato a 4 anni per frode fiscale possa essere il successore di Sergio Mattarella? E consideriamo solo la condanna definitiva subita.
Non teniamo conto degli altri 29 processi subiti, alcuni dei quali non arrivati alla fine per sopraggiunte prescrizioni “aiutate” da alcune leggi ad personam.
Non ci chiediamo perché un riconosciuto capomafia (Vittorio Mangano) sia stato ospite per due anni nella villa di Arcore, ufficialmente come “stalliere”.
Non vogliamo fare i moralisti sulle “cene eleganti” che si concludevano con il rito del “bunga-bunga”.
Quello che ci domandiamo è se questo nostro disgraziato Paese – che è riuscito a non affondare grazie alla credibilità del Presidente della Repubblica e del Premier da lui scelto per formare il Governo, Mario Draghi, diventati il punto di riferimento dell’Italia sana che resiste alla crisi e alla pandemia – può pensare di farsi rappresentare dall’uomo simbolo della sciagurata Seconda Repubblica. Dal capo del polo di centrodestra, una figura che da sempre è funzionale al polo di centrosinistra. Se è ovvio che dalle parti del PD non si possa convenire sulla candidatura del Cavaliere, è altrettanto vero che la sua presenza consente la facile rendita di posizione del fronte anti-Berlusconi. Un copione già visto da oltre 25 anni, che ha portato gli uni e gli altri ad essere sempre meno credibili, trascinando purtroppo con sé la credibilità del sistema parlamentare. Al punto che un italiano su due non va più a votare.
Cosa succederà in Parlamento? Nelle prime tre votazioni a maggioranza qualificata dei due terzi probabilmente nulla, schede bianche o candidati di bandiera. Nella quarta votazione, quella a maggioranza semplice, vedremo il colpo di coda del bipolarismo italiano: se la sua campagna acquisti tra i parlamentari senza casacca e futuro aggiungerà una sessantina di voti a quelli del centrodestra, Berlusconi sarà il 13° Presidente della Repubblica, acclamato dal suo campo ma anche utile alla sopravvivenza di quello avverso. Se il colpo non riuscirà, ci sarà un analogo tentativo del centrosinistra per prevalere di un voto, partendo dalla convergenza di PD e arcipelago Cinquestelle su una figura come Prodi o Veltroni. Se anche questo tentativo andrà a vuoto, diventa difficile fare previsioni (ok Draghi, ma il Governo?), e abbiamo già visto cosa successe nel 2013. Ma almeno avremo fatto un passo avanti per svoltare da una lunga, lunghissima stagione di politica deteriore, espressa da una oligarchia ormai slegata da gran parte della società.
Certo, ci sarà molto da ricostruire in un sistema che prende per buona la candidatura del Berlusca...
Come è possibile pensare che un condannato a 4 anni per frode fiscale possa essere il successore di Sergio Mattarella? E consideriamo solo la condanna definitiva subita.
Non teniamo conto degli altri 29 processi subiti, alcuni dei quali non arrivati alla fine per sopraggiunte prescrizioni “aiutate” da alcune leggi ad personam.
Non ci chiediamo perché un riconosciuto capomafia (Vittorio Mangano) sia stato ospite per due anni nella villa di Arcore, ufficialmente come “stalliere”.
Non vogliamo fare i moralisti sulle “cene eleganti” che si concludevano con il rito del “bunga-bunga”.
Quello che ci domandiamo è se questo nostro disgraziato Paese – che è riuscito a non affondare grazie alla credibilità del Presidente della Repubblica e del Premier da lui scelto per formare il Governo, Mario Draghi, diventati il punto di riferimento dell’Italia sana che resiste alla crisi e alla pandemia – può pensare di farsi rappresentare dall’uomo simbolo della sciagurata Seconda Repubblica. Dal capo del polo di centrodestra, una figura che da sempre è funzionale al polo di centrosinistra. Se è ovvio che dalle parti del PD non si possa convenire sulla candidatura del Cavaliere, è altrettanto vero che la sua presenza consente la facile rendita di posizione del fronte anti-Berlusconi. Un copione già visto da oltre 25 anni, che ha portato gli uni e gli altri ad essere sempre meno credibili, trascinando purtroppo con sé la credibilità del sistema parlamentare. Al punto che un italiano su due non va più a votare.
Cosa succederà in Parlamento? Nelle prime tre votazioni a maggioranza qualificata dei due terzi probabilmente nulla, schede bianche o candidati di bandiera. Nella quarta votazione, quella a maggioranza semplice, vedremo il colpo di coda del bipolarismo italiano: se la sua campagna acquisti tra i parlamentari senza casacca e futuro aggiungerà una sessantina di voti a quelli del centrodestra, Berlusconi sarà il 13° Presidente della Repubblica, acclamato dal suo campo ma anche utile alla sopravvivenza di quello avverso. Se il colpo non riuscirà, ci sarà un analogo tentativo del centrosinistra per prevalere di un voto, partendo dalla convergenza di PD e arcipelago Cinquestelle su una figura come Prodi o Veltroni. Se anche questo tentativo andrà a vuoto, diventa difficile fare previsioni (ok Draghi, ma il Governo?), e abbiamo già visto cosa successe nel 2013. Ma almeno avremo fatto un passo avanti per svoltare da una lunga, lunghissima stagione di politica deteriore, espressa da una oligarchia ormai slegata da gran parte della società.
Certo, ci sarà molto da ricostruire in un sistema che prende per buona la candidatura del Berlusca...
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