I lobbisti del Deep State



AMERICANA di Beppe Mila    1 Aprile 2021       0

Mai come nell’ultimo anno si è parlato di Deep State (lo Stato profondo), una specie di magma oscuro e pericoloso che avvelena la vita della gente normale, soprattutto negli USA.

Indubbiamente il Deep State è una realtà con la quale fare i conti ma proprio per il bene di tutti occorre riportarla nelle sue giuste dimensioni.

Innanzitutto vediamo di darne una definizione neutra e corretta, la seguente mi pare sia quella che meglio lo illustra: “Per Deep State si intende l'insieme di tutti quegli organismi che, grazie ai loro poteri economici e/o strategici, condizionano l'agenda degli obiettivi pubblici a prescindere dalle strategie politiche degli Stati del mondo, lontano dagli occhi dell'opinione pubblica”.

Se si analizza un po’ questa definizione si può dire che il Deep State oggi non è altro che il lobbismo portato alla sua massima esasperazione.

Il lobbismo negli States nacque nella seconda metà dell’800 e la vulgata popolare ne attribuisce il nome al presidente U. Grant che un giorno infastidito sbottò: “Questi maledetti lobbisti” riferendosi ai postulanti che lo braccavano ogni giorno nell’atrio dell’Hotel Williard, albergo nel quale spesso si recava per sfuggire allo stress della Casa Bianca (in inglese atrio si traduce con lobby, quindi chi è presente nell’atrio è un lobbista). L’attività di lobbying negli USA a differenza che da noi è sempre stata accettata come cosa normale e per alcuni versi regolamentata, pertanto nessuno se ne scandalizza.

Il problema della sua invadenza è sorto negli ultimi anni con il diffondersi delle tecnologie digitali, perché ciò ha cambiato profondamente l’approccio del lobbista e soprattutto ha incrementato enormemente le armi a sua disposizione.

Proviamo per un attimo ad immaginare nel passato un distinto signore che si presentava a un politico per perorare una causa e tutto quello di cui poteva disporre erano un taccuino e la sua capacità di convincimento.

Oggi la stessa persona quando si reca nell’ufficio di un senatore, grazie al tablet o smarthphone che ha sempre con sé, mentre sale le scale del Campidoglio può leggere in diretta le ultime dichiarazioni di tal politico e ovviamente prima ne ha scandagliato la vita, le attività, gli scritti, suoi e del partito a cui appartiene. Inoltre sempre sul suo tablet ci saranno una infinità di grafici e previsioni (vere oppure no) a supporto della bontà di ciò che va a perorare.

Quanto sopra si riferiva alle singole persone, ma da sempre negli USA le aziende, specie quelle grandi, hanno l’abitudine di “coltivare i propri interessi” ed oggi grazie a ciò che chiamiamo Big Data posseggono veramente una mole enorme di informazioni sui cittadini. Informazioni non solo anagrafiche ma spesso anche sensibili come quelle sulla salute, ciò che si legge e quello che si fa nel tempo libero. Ed una volta che le informazioni ci sono, si usano cercando di far si che specie nel campo aerospaziale, sanitario e dell'istruzione, campi in cui la collaborazione tra Stato e privato è molto stretta le decisioni siano quelle che più fanno comodo all’azienda.

Va ricordato poi che grazie al grande spirito di liberalismo, spesso liberismo, la ricerca del profitto per le aziende è un must assoluto tale da far passare a volte in secondo piano etica e morale. A titolo di esempio già nel decennio 1980-1990, la black list, emessa ogni sei mesi dal Governo statunitense, con elencate le aziende alle quali le industrie situate in Paesi NATO produttrici di beni elettronici non potevano vendere computer o parti di computer, erano per oltre la metà aziende situate in California e non in “Stati canaglia”!

Pertanto oggi tramontata, diciamo così, la parte romantica del lobbismo, nell’opinione pubblica il Deep State è il luogo in cui le industrie miliardarie e le agenzie governative che dovrebbe regolarle sono gestite dalle stesse persone, che passano continuamente per la stessa porta girevole… È il luogo in cui agenzie altamente segrete come la NSA (National Security Agency) operano in collaborazione con aziende tecnologiche della Silicon Valley indifferenti a preoccupazioni etiche.
E infine è il luogo in cui il sistema elettorale è talmente inondato di fondi neri che la maggior parte degli americani dispera di poterlo mai recuperare.


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