La siccità batte ogni record



The Guardian    22 Marzo 2021       0

Le ricorrenti stagioni di siccità e delle ondate di caldo in Europa dal 2014 in poi sono state le più estreme nell’arco degli ultimi 2000 anni. Questa la conclusione di una ricerca condotta da tre università europee, andata indietro fino ai tempi dell’impero romano, sull’esame degli anelli degli alberi. Ci dice come il riscaldamento globale possa essere considerata la causa più probabile del recente aumento dei livelli di caldo estremo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Geoscience.

Le ondate di caldo hanno avuto conseguenze devastanti, provocato migliaia di morti premature, distrutto i raccolti e provocati numerosi ed ampi incendi boschivi. Gli studiosi del clima prevedono ulteriori ondate di calore e periodi di siccità ancora più estreme e più frequenti nel futuro.

Gli scienziati hanno escluso l’attività vulcanica e i cicli solari quali cause di questa tendenza a lungo termine, così come i leggeri cambiamenti d’asse che hanno interessato l’orbita terrestre.

“Siamo tutti consapevoli del grappolo di estati eccezionalmente calde e secche che abbiamo avuto negli ultimi anni”, ha detto il prof Ulf Büntgen, dell’Università di Cambridge, che ha guidato lo studio. “I nostri risultati mostrano che ciò che abbiamo vissuto è straordinario. La serie non ha precedenti negli ultimi 2.000 anni. I dati disponibili terminano nel 2018, ma anche il 2019 e il 2020 hanno avuto estati europee molto calde. Il cambiamento climatico porterà al verificarsi con maggior frequenza di condizioni estreme, il che potrebbe essere devastante per l’agricoltura, gli ecosistemi e le società nel loro insieme”.

Il professor Mrislav Trnka, del centro di ricerca CzechGlobe a Brno, che faceva parte del gruppo di studio, ha affermato che il forte aumento della siccità è stato particolarmente allarmante per l’agricoltura e la silvicoltura: “Il deperimento forestale senza precedenti registrato in gran parte dell’Europa centrale conferma i nostri risultati”.

Il dott. Friederike Otto, dell’Università di Oxford, ha sostenuto che la mancanza di dati storici ha spesso ostacolato la chiara identificazione degli eventi osservati, rendendo il nuovo lavoro importante e utile. “Ciò conferma che l’enorme aumento degli estremi di calore osservato in Europa durante l’estate, chiaramente attribuito ai cambiamenti climatici indotti dall’uomo, cambia davvero la natura dell’estate in Europa”.

Lo studio ha analizzato 27.000 anelli di crescita di 147 querce. Per quanto riguarda il secolo scorso sono state utilizzate querce viventi, poi legname da vecchi edifici come le chiese. Per il Medioevo, i ricercatori hanno utilizzato il legno di quercia rinvenuta in depositi fluviali o nei letti di ghiaia; per il periodo romano hanno utilizzato resti come il legno utilizzato per costruire i pozzi.

Le precedenti ricostruzioni climatiche dagli anelli degli alberi consideravano la larghezza e la densità del legno per seguire gli andamenti della temperatura. Questo ultimo studio ha utilizzato misurazioni con gli isotopi di carbonio e ossigeno per mostrare quanta acqua fosse disponibile per gli alberi e seguire gli andamenti delle stagioni di siccità. Ciò ha dimostrato che l’alta frequenza delle recenti siccità europee è senza precedenti, anche rispetto a gravi siccità storiche come quella dell’inizio del XVI secolo.

I campioni di legno utilizzati provengono dalla Repubblica Ceca e dalla Baviera in Germania e rappresentano l’andamento delle condizioni climatiche in tutta l’Europa centrale. Le alte temperature sono state la causa principale delle recenti siccità, e queste sono state osservate in tutta Europa.

La crisi climatica è anche collegata a condizioni meteorologiche estreme registrate in inverno. Le precipitazioni nel Regno Unito il 3 ottobre nel 2020 sono state le più alte tra quelle risalenti fino al 1891 e uno studio pubblicato recentemente ha affermato che ciò era stato reso tre volte più probabile dal riscaldamento globale.

(Tratto da “The Guardian” e tradotto su www.politicainsieme.com)


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