Interrogandosi sulla pandemia



Beppe Mila    13 Marzo 2021       0

Sulla pandemia ci facciamo tante domande, ma continuiamo ad avere risposte parziali e talvolta contraddittorie. A cominciare da dove arriva il virus e come ha potuto diffondersi. Certezze nessuna, anzi la provenienza dalla Cina è sempre meno citata e sempre più ovattata mentre invece l’economia del dragone fa passi da giganti.

Su questo punto per amor di verità, indifferentemente che lo si ami o lo si odi, Donald Trump è stato l’unico leader occidentale a voler cercare di metter la Cina di fronte alle sue responsabilità, specie quando fu quasi assolta dalle dichiarazioni del presidente dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, il quale la primavera scorsa disse: “Dobbiamo proprio ringraziare la Cina per come si è comportata, per come ha fornito dati utili, etc.”. Trump rispose in questo modo: “Ringraziare la Cina? Direi proprio di no, hanno avvisato in ritardo e non hanno ancora fornito alcuna indicazione utile”. Nota di cronaca: le informazioni non le hanno ancora fornite nemmeno ora alla delegazione OMS rientrata da Wuhan poche settimane fa.

Alla luce di ciò forse si capisce meglio l’enorme potenza di fuoco messa in campo da forze diverse tra loro ma comunque “globaliste” per far fuori Trump, ovvero la maggioranza del Partito Democratico USA di orientamento liberal, le bigh tech dai profitti aumentati a dismisura in questi mesi, ed ovviamente le élites finanziarie.

Non si può infine nemmeno dimenticare la forte sponda che la Cina ha in Europa da parte della Germania e delle spallucce che Angela Merkel fa quando le si pone il problema: “La Cina? Si certo, però ne abbiamo bisogno”

Domanda: A che punto è la ricerca per una cura ai malati di coronavirus?

Risposta: Nebbia assoluta, esistono solo i vaccini, indispensabile e necessari anche se, agenzie del farmaco ed altri, dicono che non garantiranno l’immunità e bisognerà continuare ad usare mascherine e distanziamento sociale.

Già il Distanziamento sociale, qualcosa di impensabile fino a poco tempo fa, di inumano, di illogico e che annulla secoli e secoli di progresso e sforzi fatti dagli uomini per migliorare la loro vita, qualcosa per davvero immorale, eppure nessuno che, non dico lo contesti, ma lo metta almeno in discussione.

A tal proposito vorrei citare le profetiche parole del filosofo Giorgio Agamben di un anno fa:

“Com’è potuto avvenire che un intero Paese sia senza accorgersene eticamente e politicamente crollato di fronte a una malattia? La misura dell’abdicazione ai propri principi etici e politici è, infatti, molto semplice: si tratta di chiedersi qual è il limite oltre il quale non si è disposti a rinunciarvi. Considerando i punti che seguono non si potrà non convenire che senza accorgersene o fingendo di non accorgersene la soglia che separa l’umanità dalla barbarie è stata oltrepassata.”

I punti citati da Agamben riguardano in primis i corpi delle persone morte: “Come abbiamo potuto accettare, soltanto in nome di un rischio che non era possibile precisare, che le persone che ci sono care e degli esseri umani in generale non soltanto morissero da soli, ma che – cosa che non era mai avvenuta prima nella storia, da Antigone a oggi – che i loro cadaveri fossero bruciati senza un funerale”.

Segue poi la libertà di movimento: “Abbiamo conseguentemente accettato, soltanto in nome di un rischio che non era possibile precisare, di sospendere di fatto i nostri rapporti di amicizia e di amore, perché il nostro prossimo era diventato una possibile fonte di contagio”

Ed infine il timore sul distanziamento sociale: “È davvero singolare che lo si possa ripetere se non in malafede, dal momento che le stesse autorità che hanno proclamato l’emergenza non cessano di ricordarci che quando l’emergenza sarà superata, si dovrà continuare a osservare le stesse direttive e che il “distanziamento sociale”, come lo si è chiamato con un significativo eufemismo, sarà il nuovo principio di organizzazione della società. E, in ogni caso, ciò che, in buona o mala fede, si è accettato di subire non potrà essere cancellato.”

A titolo di cronaca, a supporto di quanto scritto da Agamben, segnalo due fatti emblematici ma completamenti ignorati dai mass media.

Il primo: i supermercati son sempre stati aperti e le commesse sono a contatto tutti i giorni con tante persone… ma nessuna si è ammalata.

Il secondo: alla morte di Maradona, Napoli visse giorni di sconforto con straripamento di folla in ogni dove, si paventò una catastrofe ma nulla invece, per fortuna, è accaduto.

Pertanto, argomenti e fatti su cui riflettere non mancano proprio, da qualsiasi angolo si guardi questo dramma mondiale ma anche molto interiore per ognuno di noi. Perché le misure imposte hanno ridotto o cancellato del tutto l’interazione sociale e gesti semplici ma essenziali per gli esseri umani come gli abbracci, i baci e le strette di mano.

Ma la vita dell’uomo è fatta anche di speranza e di positività e dopo il buio (si spera) la luce tornerà. Oggi come oggi, secondo il pensiero di coloro che vedono con timore quello che sta succedendo, il vero ritorno alla normalità ed il ripristino dei valori fondanti delle democrazie occidentali può avvenire solo con il risveglio dell’America. Nello scorso secolo, oltre alle due guerre mondiali, gli USA affrontarono due momenti sociali molto critici, il protezionismo, ma peggio ancora la caccia alle streghe del maccartismo. Un dramma che separò molte famiglie, causò lutti, povertà e discriminazioni. Io credo che anche stavolta qualcosa accadrà, proprio come dice l’eroina di un film ambientato ai tempi del maccartismo rivolgendosi ad un suo caro amico, che non sa se è giusto o meno denunciare i vicini che credono comunisti, asserendo convinta: “Anche se oggi sembra impossibile, io sono certa che un giorno tutto questo verrà visto come una grande ingiustizia”.

Io mi auguro e voglio credere che prima o poi qualcuno si alzi e ci guidi fuori da questo incubo degno del “Mondo Nuovo” di Huxley.


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