Draghi visto da Zamagni e Bruni



Interviste di Francesco Anfossi    15 Febbraio 2021       4

Mario Draghi è il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri, e al suo governo l'Italia si affida per uscire dalla profonda crisi aggravata dalla pandemia. Draghi rappresenta indubbiamente una delle migliori “riserve della Repubblica”, e delle sue capacità il nostro Paese ha bisogno per non fallire nell'utilizzo dei 209 miliardi di euro destinati dall'Europa.

Il premier è noto per i suoi collegamenti con i “poteri forti” europei e americani, per essere persona di poche parole – quindi un “marziano” rispetto ai predecessori – e si conosce anche la sua formazione presso i Gesuiti.

Proponiamo due interessanti interviste realizzate da Francesco Anfossi per “Famiglia Cristiana”.

La prima a Stefano Zamagni, economista e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze in cui è stato lo scorso anno cooptato anche il professor Draghi dopo aver terminato il suo mandato alla Banca centrale europea. Zamagni, che è tra i promotori di Insieme – il partito nuovo cristianamente ispirato – ritiene Draghi, che conosce da oltre trent'anni, “ un cattolico serio. Ma a marzo sbloccherà i licenziamenti, toglierà il reddito di cittadinanza a chi non ne ha bisogno ed eviterà di sostenere le aziende decotte”.

Per leggere la sua intervista cliccate sul link sottostante:

ZAMAGNI: «IN ECONOMIA DRAGHI LA PENSA COME IL PAPA. O QUASI»

La seconda intervista è a Luigino Bruni, l'economista che ha organizzato il convegno di Assisi Economy of Francesco sul "cattolicesimo sociale". Su Mario Draghi si esprime con prudenza, rimandando un giudizio alla valutazione di concreti provvedimenti di governo: “È molto presto per incensarlo come stanno facendo molti cattolici e laici, la grande finanza non ha mai avuto molta attenzione per la sussidiarietà e le fasce più deboli”.

Anche per leggere la sua intervista cliccate sul link sottostante:

BRUNI: «LA BEATIFICAZIONE DI MARIO DRAGHI È RIMANDATA ALLA PROVA DEI FATTI»

 


4 Commenti

  1. Egr. S. Zamagni,
    personalmente guardo con molta simpatia e speranza ad Insieme, al quale mi sono iscritto condividendo il programma da cattolico da sempre. Ho molta speranza in Draghi e nella capacità ed esperienza sua e della sua equipe, in specie nella parte così detta tecnica. Mi sorprende che la scelta di Draghi nella Pontificia sia stata condivisa dal Vescovo M. Sanchez Sorondo che è colui, se ben ricordo, che afferma che la Cina è lo stato dove viene applicato integralmente il Vangelo. In Cina? Nei lager cinesi? Nella soppressione delle libertà fondamentali?

  2. Egr. L. Bruni,
    ritengo sia ovvio riservarsi la prova dei fatti, ma anche l’inizio ha un suo valore predittivo. Intanto Draghi non è diventato capo del governo mediante un golpe del Presidente, come fu con M. Monti, che venne addirittura “prepagato“ con il laticlavio a vita. E ne stiamo pagando tuttora le conseguenze. In secondo luogo la situazione italiana prodotta dalla pandemia e dall’assoluta inadeguatezza ed incapacità del governo Conte II, che restano, anche se Conte si è presentato due volte a Firenze, richiedevano una equipe di assoluta capacità e questa mi pare che ci sia tutta, nella porzione così detta tecnica del governo Draghi. Se poi Draghi, come lei afferma, non è in tutto in linea con l’idea economica di Papa Francesco, non saprei dire: non conosco né l’uno né l’altro direttamente. So però, a proposito di Francesco, un po’ Papa tuttologo, che “praxis sine theoria coecus in via“. Ma la Speranza è una virtù cristiana!

  3. Quante storie! Draghi non sarà certo colui che regalerà soldi e vantaggi a nessuno. Almeno io lo spero. Credo,invece, che cercherà di migliorare le gestione della cosa pubblica in modo di aumentare la ricchezza nazionale per consentire di elargire risorse anche alle classi disagiate e povere. In ciò, credo, sia in linea con i principi della carità cristiana. Se continuerà la babele della cattiva gestione pubblica non ci sarà nessun beneficio per i meno abbienti. Questo e’ sicuro! Io faccio il tifo per Draghi sia per me, che ritengo sia quasi un benestante ma anche per le persone che ora se la passano male.

  4. I 200 miliardi… evidentemente il proprietario di questo denaro non ci ritiene degni di gestirli. Già perché noi li restituiremo, ma non sono nostri. Nessun italiano può dire come vanno spesi. Devono essere fruttuosi per chi li mette, non per il popolo italiano, che per caso si potrebbe averne anche qualche vantaggio. Senza dignità però, perché a nessuno di noi chiederanno come spenderli. In sanità e acqua pubblica per esempio (e il referendum sull’acqua bene comune?). No, Draghi sa già che a noi non dovrà mai rendere conto, ma solo ai proprietari di quel denaro.

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