RSA: inaccettabili 7.904 posti vuoti



Monica Canalis    10 Febbraio 2021       0

Finalmente la verità è venuta a galla: nelle 516 RSA del Piemonte, su 29.964 posti letto autorizzati, al primo febbraio c'erano 7.904 posti vuoti. Il 26% dei posti autorizzati è pertanto vuoto.

Questo nonostante i progressi fatti sulle vaccinazioni, che rendono più semplici gli inserimenti.

Un dato crudo e drammatico, di cui la IV Commissione consiliare regionale era tenuta all'oscuro nonostante le numerose richieste fatte in questi mesi dai gruppi di minoranza.

Il dato è contenuto nel file excel inviato all'Osservatorio sulle RSA e la Giunta Regionale ha ritenuto di non condividerlo con le forze politiche. La Giunta Cirio ai consiglieri regionali ha sempre mandato solo il file pdf (che comprende tutte le strutture residenziali) e non il file Excel (che comprende soltanto le RSA). In questo modo hanno mascherato il dato reale sui posti occupati e vuoti.

Si tratta di un fatto gravissimo, che mette in luce la colpevole reticenza della Giunta Cirio, al limite dell'omertà, e rende evidente che le RSA sono sull'orlo del collasso. Da mesi ripetiamo che senza nuovi inserimenti le strutture saranno costrette a chiudere. I ristori approvati il 20 gennaio dalla maggioranza sono, infatti, un debole palliativo se le strutture non riprendono a lavorare a pieno regime.

Perché le ASL piemontesi non stanno attivando nuovi inserimenti in convenzione?

Perché l'assessore Icardi continua a non pubblicare i dati sui convenzionamenti effettuati nel 2020?

I 19,5 milioni di euro approvati come ristoro sull’esercizio 2020, sono ben poca cosa rispetto agli effettivi risparmi. I mancati inserimenti, in convenzione e non, sono un grave danno per le decine di migliaia di famiglie piemontesi in lista d’attesa (sono più di 30.000) e la Giunta Cirio non può utilizzare l’ingente risparmio del 2020 per finalità diverse dall’abbattimento delle liste d’attesa o dalla messa in sicurezza delle strutture che devono accogliere gli anziani, soprattutto in una Regione con un quarto della popolazione sopra i 65 anni.

Così facendo non vengono alleviate le fatiche delle famiglie e non sono rispettate le norme che regolano la materia. Ma soprattutto è inaccettabile che la Regione risparmi sulle persone più fragili e non soccorra sufficientemente il sistema di cura.


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