Da una fredda analisi razionale non sembrerebbero emergere molti motivi di ottimismo per il nuovo anno. Eppure è proprio quando tutto sembra perduto e il mondo libero pare avviato a precipitare nel buio del totalitarismo del programma del Great Reset, a finire nelle grinfie del nazionalismo tedesco e cinese, a capitolare di fronte all’avanzata di una dittatura digital-terapeutica che ha in spregio la persona umana, che si deve avvertire il peso della nostra responsabilità storica e la fede incrollabile dei disegni della Provvidenza la quale farà andare in rovina quelli malvagi.
Andando per ordine, il 2021 potrà essere l’anno della svolta anziché quello del precipizio, innanzitutto se verrà fermato il programma del Grande Riavvio dell’élite globalista, quell’uno per cento ultraricco che mira a dominare in modo spietato il restante 99 per cento dell’umanità. Come illustrato, fin nei minimi particolari, nei documenti dei think tanks globalisti di potentissime organizzazioni, come, ad esempio il Word Economic Forum, quello che si persegue, attraverso lo sproporzionato allarmismo procurato all’unisono dai media verso una pandemia non più pericolosa di diverse altre recenti e curabilissima nella maggior parte dei casi con farmaci ordinari, molto meno costosi e senza gli effetti collaterali dei vaccini, è la distruzione “creativa” di interi comparti dell’economia in modo da cancellare qualsivoglia forma di autonomia economica delle persone, senza peraltro badare agli effetti socioeconomici che si preannunciano travolgenti e ingestibili in modo incruento. L’abolizione del contante e l'introduzione del passaporto sanitario digitale, con chip impiantati sottopelle e, più avanti, nel cervello, sono le infrastrutture a servizio del mondo-lager in cui una esigua minoranza di potenti, spalleggiati dai regimi tedesco e cinese, crede di poter costringere il resto dell’umanità.
Ma come si fa a fermare questo piano malvagio, almeno quanto i grandi totalitarismi del Novecento, visto che esso non sembra ancora incontrare quasi nessuna opposizione e tiene i popoli occidentali in preda della paura alimentata da una ossessiva narrazione mediatica di terrorismo sanitario senza dare spazio a opinioni differenti? La via maestra, che riguarda tutti, è quella di prendere coscienza del pericolo che questo piano totalitario rappresenta per il popolo e per la democrazia, possibilmente prima che i suoi effetti si manifestino in modo ancor più devastante di quanto già accaduto in questo orribile 2020. Intanto, il più grande campo di battaglia in cui si fronteggiano le forze della dittatura globalista mondiale e quelle del mondo libero, nato settantacinque anni fa dalla sconfitta del nazismo, è costituito dagli Stati Uniti. Se l’America riuscirà a ripristinare la fiducia nella correttezza del suo processo elettorale e a definire un risultato elettorale giusto, che riflette le indicazioni espresse dagli elettori, depurandolo senza ombra di dubbio dagli effetti del dibattito su diffusi brogli ancora oggetto di un accesissimo confronto legale, istituzionale e politico, allora vi saranno le premesse perché il 2021 sia un anno di rinascita. Viceversa, se non verrà fatta chiarezza, gli Stati Uniti sono destinati ad esser sostituiti come superpotenza da Germania e Cina, e il progetto del governo mondiale dei grandi gruppi del digitale e della finanza prenderà il sopravvento e procederà con inopinata velocità e ferocia.
È evidente che le vicende d’oltreoceano condizioneranno fortemente la politica italiana, che ha, pur in mezzo al preoccupante sfaldamento del sistema dei partiti, due salde e autorevoli guide nelle figure del presidente del Consiglio Conte e del capo dello Stato Mattarella. In particolare penso si debba esser grati a Conte per aver sempre cercato di coniugare le ragioni della sicurezza sanitaria con quelle dell’economia, anche contro la frangia del suo stesso governo col vecchio vizio del totalitarismo, come il ministro Speranza di LeU, spalleggiato incredibilmente nella linea dura anche da Francheschini e Boccia, i quali evidentemente devono aver smarrito qualcosa della loro cultura politica. Grati a Conte anche per aver impedito fughe solitarie di alcune Regioni tentate dalla secessione col pretesto del virus, risparmiando in tal modo a un Paese stremato (sia dall’emergenza sanitaria, sia da politiche economiche eurotedesche profondamente inadatte a fronteggiare la crisi) altre sofferenze.
Nell’anno nuovo sia che Conte riesca a rimanere in sella, sia che Conte dovesse venire sfrattato da Palazzo Chigi dall’insospettabile asse Renzi-Salvini (ciò dipende in gran parte dall’esito delle elezioni americane, e, nel caso, è auspicabile che nessun “centrista” vada a fare da portatore d’acqua ai due Matteo), è un dato innegabile che attorno a Conte si stia coagulando un sempre più vasto insieme di interessi di categorie sociali e produttive, a cui occorrerà dare una forma politica e organizzativa. Si potrebbe forse iniziare in ogni città a contribuire alla costituzione di “Comitati per la rinascita con Conte”, come embrione di possibili liste per le amministrative del 2021 nelle grandi città, espressamente in appoggio al patrimonio politico accumulato da Conte, soprattutto durante il suo secondo governo, che lo rendono il più autorevole leader dello schieramento riformatore e il miglior possibile federatore di tutta quell’area politica frammentata, in cui vi sono anche svariate esperienze riconducibili al cattolicesimo democratico e popolare, portatrici di istanze e di sensibilità verso cui il Partito Democratico ha smesso da tempo di guardare.
Andando per ordine, il 2021 potrà essere l’anno della svolta anziché quello del precipizio, innanzitutto se verrà fermato il programma del Grande Riavvio dell’élite globalista, quell’uno per cento ultraricco che mira a dominare in modo spietato il restante 99 per cento dell’umanità. Come illustrato, fin nei minimi particolari, nei documenti dei think tanks globalisti di potentissime organizzazioni, come, ad esempio il Word Economic Forum, quello che si persegue, attraverso lo sproporzionato allarmismo procurato all’unisono dai media verso una pandemia non più pericolosa di diverse altre recenti e curabilissima nella maggior parte dei casi con farmaci ordinari, molto meno costosi e senza gli effetti collaterali dei vaccini, è la distruzione “creativa” di interi comparti dell’economia in modo da cancellare qualsivoglia forma di autonomia economica delle persone, senza peraltro badare agli effetti socioeconomici che si preannunciano travolgenti e ingestibili in modo incruento. L’abolizione del contante e l'introduzione del passaporto sanitario digitale, con chip impiantati sottopelle e, più avanti, nel cervello, sono le infrastrutture a servizio del mondo-lager in cui una esigua minoranza di potenti, spalleggiati dai regimi tedesco e cinese, crede di poter costringere il resto dell’umanità.
Ma come si fa a fermare questo piano malvagio, almeno quanto i grandi totalitarismi del Novecento, visto che esso non sembra ancora incontrare quasi nessuna opposizione e tiene i popoli occidentali in preda della paura alimentata da una ossessiva narrazione mediatica di terrorismo sanitario senza dare spazio a opinioni differenti? La via maestra, che riguarda tutti, è quella di prendere coscienza del pericolo che questo piano totalitario rappresenta per il popolo e per la democrazia, possibilmente prima che i suoi effetti si manifestino in modo ancor più devastante di quanto già accaduto in questo orribile 2020. Intanto, il più grande campo di battaglia in cui si fronteggiano le forze della dittatura globalista mondiale e quelle del mondo libero, nato settantacinque anni fa dalla sconfitta del nazismo, è costituito dagli Stati Uniti. Se l’America riuscirà a ripristinare la fiducia nella correttezza del suo processo elettorale e a definire un risultato elettorale giusto, che riflette le indicazioni espresse dagli elettori, depurandolo senza ombra di dubbio dagli effetti del dibattito su diffusi brogli ancora oggetto di un accesissimo confronto legale, istituzionale e politico, allora vi saranno le premesse perché il 2021 sia un anno di rinascita. Viceversa, se non verrà fatta chiarezza, gli Stati Uniti sono destinati ad esser sostituiti come superpotenza da Germania e Cina, e il progetto del governo mondiale dei grandi gruppi del digitale e della finanza prenderà il sopravvento e procederà con inopinata velocità e ferocia.
È evidente che le vicende d’oltreoceano condizioneranno fortemente la politica italiana, che ha, pur in mezzo al preoccupante sfaldamento del sistema dei partiti, due salde e autorevoli guide nelle figure del presidente del Consiglio Conte e del capo dello Stato Mattarella. In particolare penso si debba esser grati a Conte per aver sempre cercato di coniugare le ragioni della sicurezza sanitaria con quelle dell’economia, anche contro la frangia del suo stesso governo col vecchio vizio del totalitarismo, come il ministro Speranza di LeU, spalleggiato incredibilmente nella linea dura anche da Francheschini e Boccia, i quali evidentemente devono aver smarrito qualcosa della loro cultura politica. Grati a Conte anche per aver impedito fughe solitarie di alcune Regioni tentate dalla secessione col pretesto del virus, risparmiando in tal modo a un Paese stremato (sia dall’emergenza sanitaria, sia da politiche economiche eurotedesche profondamente inadatte a fronteggiare la crisi) altre sofferenze.
Nell’anno nuovo sia che Conte riesca a rimanere in sella, sia che Conte dovesse venire sfrattato da Palazzo Chigi dall’insospettabile asse Renzi-Salvini (ciò dipende in gran parte dall’esito delle elezioni americane, e, nel caso, è auspicabile che nessun “centrista” vada a fare da portatore d’acqua ai due Matteo), è un dato innegabile che attorno a Conte si stia coagulando un sempre più vasto insieme di interessi di categorie sociali e produttive, a cui occorrerà dare una forma politica e organizzativa. Si potrebbe forse iniziare in ogni città a contribuire alla costituzione di “Comitati per la rinascita con Conte”, come embrione di possibili liste per le amministrative del 2021 nelle grandi città, espressamente in appoggio al patrimonio politico accumulato da Conte, soprattutto durante il suo secondo governo, che lo rendono il più autorevole leader dello schieramento riformatore e il miglior possibile federatore di tutta quell’area politica frammentata, in cui vi sono anche svariate esperienze riconducibili al cattolicesimo democratico e popolare, portatrici di istanze e di sensibilità verso cui il Partito Democratico ha smesso da tempo di guardare.
Trovo singolare che sul sito dell’associazione popolari, cioè di coloro che si professano eredi di DON STURZO e del cattolicesimo sociale, si tessa un elogio così sperticato e persino spudorato di un presidente del consiglio voluto da Di Maio e dai 5 stelle che come nel trafiletto a fianco vengono definiti “capaci di tutto”
Ma Davicino sa che l’Italia non è mai stata così male e soprattutto che il risultato dei decreti Conte-Gualtieri chi stava male sta peggio è che una parte del ceto medio sta saltando? Donat-Cattin vivo farebbe saltare questo Governo che non si sa come farà a gestire i soldi europei del Recovery Fund?
Non riesco a capire il livore che Davicino ha nei confronti della Germania della Merkel. Le sue preoccupazioni mi sembrano proprio frutto di antichi ricordi nazisti. Ho una figlia che vive da oltre 20 anni in Germania: lei e i suoi amici tedeschi non hanno proprio nessuna ma nessuna minima idea delle strane intenzioni che Davicino attribuisce a questo popolo. Dovrebbe, invece, essere più severo verso il nostro Governo pasticcione e incompetente che sta portando alla rovina economica l’Italia con la gestione ridicola ma seriamente pericolosa portata aventi dal partito che lo sostiene!