In politica l'area cristiana, a quanto pare, non cessa di ribollire, producendo nuove formazioni. Tra ieri e oggi, in particolare, a Roma è nato un "nuovo partito di ispirazione cristiana, autonomo e non confessionale", denominato Insieme. La notizia, tuttavia, era nell'aria da tempo, dal momento che questi due giorni sono stati il punto di arrivo – e, a questo punto, anche una tappa verso nuove evoluzioni – del cammino compiuto da varie realtà associative – a partire da Politica Insieme, Costruire Insieme e Rete Bianca, ma ce ne sono molte altre – che hanno fatto sin qui riferimento al "manifesto" promosso dall'economista Stefano Zamagni: non a caso, proprio lui ha aperto proprio l'incontro nella giornata di sabato.
All'hotel Parco Tirreno si sono susseguiti vari interventi, preceduti appunto da quello di Stefano Zamagni: parole che hanno dato il senso di un progetto politico nato, nelle intenzioni, non da una leadership esistente o desiderata ma dal basso: una risposta sui generis alla fame di bipolarismo che dal 1993 in poi ha esasperato il quadro politico, senza di fatto consentire più l'esistenza di un vero partito di centro, mentre "una democrazia liberale non può fare a meno di un partito di centro", come sottolineato dallo stesso Zamagni. Il partito cui si è voluto lavorare e che si è scelto di costruire intende ridare dignità in ambito politico al pensiero cristiano (con attenzione al magistero della Chiesa, "ma letto per intero"), ma prima di tutto al pensiero, per una politica che, secondo Zamagni (come ha riportato sul suo articolo per Avvenire Angelo Picariello), "non deve limitarsi a dare delle risposte, deve anche saper giocare d’anticipo sui problemi, suscitando domande, perché altrimenti si rischia solo di inseguire i problemi che non si è stati in grado di prevenire".
Alla giornata – che ha visto anche l'incoraggiamento del cardinale Giovanni Battista Re, che nell'omelia ha invocato "forze nuove" per l'Italia e auspicato il contributo di cattolici e moderati "con lungimiranza e coraggio" – hanno partecipato figure ben note in ambito cattolico-sociale: gli ex dirigenti Cisl Raffaele Bonanni e Natale Forlani, giornalisti cattolici engagé come Giancarlo Infante (legato a Politica insieme) e Giuseppe Sangiorgi (già direttore del Popolo, vicino a Rete Bianca), professori tra i quali Mario Morcellini, Domenico Galbiati e Alessandro Diotallevi; sono stati visti anche ex parlamentari Pd come Nicodemo Oliverio (uno degli ultimi rappresentanti legali del Ppi) ed Ernesto Preziosi, ma c'era pure Domenico Menorello (candidato nel 2013 in Scelta civica, divenuto deputato nel 2016, in seguito legato a Energie per l'Italia e a coloro che stavano cercando di riattivare la Dc).
L'occasione romana ha permesso, tra l'altro, di votare sul documento programmatico, che mette al centro come valori la dignità della persona e il rispetto della vita; la famiglia come "primo ambito della fraternità e risorsa fondamentale della società"; il ruolo davvero formativo di scuola e università; la "dignità con il lavoro e del lavoro"; innovazione e nuovo modello di sviluppo; il rapporto equilibrato e cooperativo tra stato centrale e comunità locali; l'integrazione sovranazionale e la promozione della pace. Tutto ciò, infine, con l'idea di costruire "un partito popolare, radicato nelle periferie, di programma e lontano dal modello leaderistico imperante".
LA SCELTA DEL NOME E DEL SIMBOLO
Non c'è dubbio che tra i momenti più attesi della giornata di oggi ci sia stata la presentazione del simbolo, curata da Alessandro Risso. Lui, direttore responsabile di “Rinascita popolare”, ha per prima cosa raccontato il procedimento che ha portato a definire i nuovi segni identitari, cui lui stesso ha partecipato: "Al nome e al simbolo abbiamo pensato in sette, più il grafico. Se avessimo operato ciascuno da solo avremmo avuto otto nomi e otto simboli diversi, ma nel nostro lavoro siamo stati capaci di ascoltarci e valutare le ragioni che ognuno ha portato alla discussioni: in sole quattro riunioni abbiamo fatto passi avanti. Dopo la prima avevamo approvato il nome all'unanimità, alla fine degli incontri avevamo definito il simbolo con l'accordo di tutti, anche se ciascuno avrebbe voluto qualcosa in più o qualcosa in meno: anche questo è capacità di fare sintesi, mediazione, la più bella lezione di questo lavoro che oggi presentiamo". In quelle riunioni, ha spiegato Risso, si era deciso innanzitutto che il nome doveva essere nuovo: non si sono considerati concetti come "Italia" o "Popolare" ("Ci siamo affezionati, ma è inflazionato"); niente riferimenti, poi, al mondo vegetale o animale, ma si è scelto di lasciare da parte anche termini quali "politica" o "partito", che ai più ormai incute diffidenza ("Sappiamo di essere un partito, come richiede la Costituzione, solo non lo abbiamo scritto nel simbolo") o altri come "laico" che richiederebbero una mediazione culturale non accessibile a chiunque; da ultimo, si è voluto evitare di creare "un recinto identitario", perché l'identità cristiana e costituzionale forte c'è, "ma non volevamo delimitare il campo per una nuova forza politica che vuole essere soprattutto inclusiva, parlando a tutta la società italiana e chiedendo l'adesione sul suo programma".
Come si è detto, per prima è stata individuata la denominazione, "Insieme": "Un nome - ha detto ancora Risso - scelto in reazione alla stagione dell'individualismo, della diaspora e dell'insignificanza, ma anche alla camicia di forza del bipolarismo muscolare che si è tentato di mettere alla politica italiana". Il nome scelto doveva poi essere tradotto in grafica: certamente nel simbolo domina la parola "Insieme", tinta di un rosso "caldo, tendente all'arancione - ha precisato Risso - per richiamare le persone con la loro passione politica e civile"; lo stesso colore torna in una delle due maglie della catena, immagine scelta per rendere graficamente il concetto di "insieme", ma anche per richiamarsi alla necessaria vicinanza a realtà, anche diverse e inizialmente non vicine, con cui è importante dialogare per arrivare alla soluzione dei problemi.
Se una maglia della catena è rossa, l'altra è blu: "Quel colore richiama i contenuti, gli stessi che volutamente sono stati inseriti nella parte inferiore del simbolo, tinta di blu e caratterizzata dalle stelle dell'Europa: non riusciremmo a risolvere nessuno dei nostri problemi in una dimensione solo nazionale, non ci piace l'Europa degli egoismi nazionali ma noi dobbiamo avere l'orgoglio di ripartire e continuare a credere nell'Europa che Alcide De Gasperi aveva pensato e contribuito a creare". "Lavoro e famiglia", "solidarietà e pace", appunto precisati all'interno dell'emblema, sono "quattro ambiti, quattro parole che caratterizzano in modo ampio ed efficace il nostro impegno: questo – ha concluso Risso – non si esaurisce certo in questo ma su questo certamente si concentra".
Al di là della grafica, piuttosto semplice, senza troppe pretese e comunque leggibile, per la cronaca bisogna dire che in questo momento in effetti la parola "Insieme" non è utilizzata all'interno del Parlamento, ma non è certo nuova, nemmeno per il nome di movimenti politici. Giusto alle ultime elezioni politiche, per dire, si chiamava Insieme il cartello elettorale che univa Psi, Area civica, Verdi e ulivisti; nella XVII legislatura si sono visti Tutti insieme per l'Italia (forza politica che consentì ad Alternativa libera di costituire una componente alla Camera) e anche Insieme per l'Italia, nome della componente senatoriale di Sandro Bondi e Manuela Repetti, cui proprio questo sito ha provveduto scherzosamente ad attribuire un simbolo; in più, vari gruppi interni o vicini ai partiti contenevano o contengono quella parola.
PROSPETTIVE "INSIEME"?
Nel suo intervento, Raffaele Bonanni ha invitato a coinvolgere nel percorso verso il congresso tutti i cattolici possibili, ma è improbabile che tutte le forze convergano in questo progetto. Lo ha subito dimostrato, a modo suo, Gianfranco Rotondi, che già alcuni giorni fa aveva dato qualche dispiacere a coloro che stavano cercando di riattivare la Democrazia cristiana: "Mi costa metterlo nero su bianco: la Dc è finita, ogni tentativo di riproporla dà risultati residuali. La mia Dc [quella "per le autonomie", ndb] ha avuto respiro perché aveva alle spalle Silvio Berlusconi, leader del Ppe, e Fi e il Pdl con percentuali simili a quelle della vecchia Dc. Eravamo lievito in una torta grande dell’elettorato. Oggi Forza Italia è alle percentuali della mia Dc, noi in proporzione stiamo un po’ meglio, ma è un riavvicinamento in discesa dei numeri. Serve una nuova proposta politica dei cattolici".
Intervistato oggi da Adnkronos sul progetto di Insieme, ha dichiarato: "Il professor Zamagni è una personalità culturale di grande fascino, penso pertanto che il suo contributo alla politica sarà un vantaggio per il Paese. Cercheremo di dialogare ma il nostro progetto a Saint Vincent, venerdì prossimo, si darà un orizzonte più ampio del segmento neo dc che fin qui abbiamo rappresentato. Serve una nuova iniziativa politica capace di dare compimento alle domande che il Santo Padre pone a laici e cattolici". Se un tempo Saint Vincent era il luogo di ritrovo dei convegni della corrente di Forze Nuove di Carlo Donat-Cattin, ora per Rotondi dovrebbe essere il punto di partenza di un percorso che "non si propone di dar vita a un partito, piuttosto a un’area trasversale capace di competere coi sovranisti e la sinistra alle prossime elezioni politiche. Se il tentativo nascerà’ e crescerà, naturalmente Zamagni sarà un interlocutore, ma allo stato non sappiamo che accoglienza avranno le nostre ipotesi".
A Saint Vincent, venerdì sera, Rotondi presenterà tra l'altro il libro di Ettore Bonalberti Demodissea, volume sui tentativi di superare la diaspora democristiana di cui anche questo sito si è occupato nei giorni scorsi. Proprio Bonalberti aveva auspicato la convergenza delle forze di chi nei mesi scorsi ha cercato di mettere in piedi, sotto la guida di Giuseppe Gargani, la Federazione popolare dei democratici cristiani (anche se poi le liste non sono state presentate alle regionali) e dei sostenitori del "manifesto Zamagni", perché una forza politica possa di nuovo dare voce alle istanze dei cristiani in politica, a di fuori degli schemi bipolari (lo stesso Bonalberti, tra l'altro, guida il sito www.insiemeweb.it, legato all'associazione Insieme fondata nel 2008 da Giorgio Zabeo, ultimo segretario provinciale della Dc di Venezia). Come finirà e se certe strade si incontreranno, è presto per dirlo; per ora si può solo notare che un nuovo simbolo è nato e i valori li ha già, resterebbe da creare una struttura, radicarla e – soprattutto – farla contare.
(Tratto da www.isimbolidelladiscordia.it)
All'hotel Parco Tirreno si sono susseguiti vari interventi, preceduti appunto da quello di Stefano Zamagni: parole che hanno dato il senso di un progetto politico nato, nelle intenzioni, non da una leadership esistente o desiderata ma dal basso: una risposta sui generis alla fame di bipolarismo che dal 1993 in poi ha esasperato il quadro politico, senza di fatto consentire più l'esistenza di un vero partito di centro, mentre "una democrazia liberale non può fare a meno di un partito di centro", come sottolineato dallo stesso Zamagni. Il partito cui si è voluto lavorare e che si è scelto di costruire intende ridare dignità in ambito politico al pensiero cristiano (con attenzione al magistero della Chiesa, "ma letto per intero"), ma prima di tutto al pensiero, per una politica che, secondo Zamagni (come ha riportato sul suo articolo per Avvenire Angelo Picariello), "non deve limitarsi a dare delle risposte, deve anche saper giocare d’anticipo sui problemi, suscitando domande, perché altrimenti si rischia solo di inseguire i problemi che non si è stati in grado di prevenire".
Alla giornata – che ha visto anche l'incoraggiamento del cardinale Giovanni Battista Re, che nell'omelia ha invocato "forze nuove" per l'Italia e auspicato il contributo di cattolici e moderati "con lungimiranza e coraggio" – hanno partecipato figure ben note in ambito cattolico-sociale: gli ex dirigenti Cisl Raffaele Bonanni e Natale Forlani, giornalisti cattolici engagé come Giancarlo Infante (legato a Politica insieme) e Giuseppe Sangiorgi (già direttore del Popolo, vicino a Rete Bianca), professori tra i quali Mario Morcellini, Domenico Galbiati e Alessandro Diotallevi; sono stati visti anche ex parlamentari Pd come Nicodemo Oliverio (uno degli ultimi rappresentanti legali del Ppi) ed Ernesto Preziosi, ma c'era pure Domenico Menorello (candidato nel 2013 in Scelta civica, divenuto deputato nel 2016, in seguito legato a Energie per l'Italia e a coloro che stavano cercando di riattivare la Dc).
L'occasione romana ha permesso, tra l'altro, di votare sul documento programmatico, che mette al centro come valori la dignità della persona e il rispetto della vita; la famiglia come "primo ambito della fraternità e risorsa fondamentale della società"; il ruolo davvero formativo di scuola e università; la "dignità con il lavoro e del lavoro"; innovazione e nuovo modello di sviluppo; il rapporto equilibrato e cooperativo tra stato centrale e comunità locali; l'integrazione sovranazionale e la promozione della pace. Tutto ciò, infine, con l'idea di costruire "un partito popolare, radicato nelle periferie, di programma e lontano dal modello leaderistico imperante".
LA SCELTA DEL NOME E DEL SIMBOLO
Non c'è dubbio che tra i momenti più attesi della giornata di oggi ci sia stata la presentazione del simbolo, curata da Alessandro Risso. Lui, direttore responsabile di “Rinascita popolare”, ha per prima cosa raccontato il procedimento che ha portato a definire i nuovi segni identitari, cui lui stesso ha partecipato: "Al nome e al simbolo abbiamo pensato in sette, più il grafico. Se avessimo operato ciascuno da solo avremmo avuto otto nomi e otto simboli diversi, ma nel nostro lavoro siamo stati capaci di ascoltarci e valutare le ragioni che ognuno ha portato alla discussioni: in sole quattro riunioni abbiamo fatto passi avanti. Dopo la prima avevamo approvato il nome all'unanimità, alla fine degli incontri avevamo definito il simbolo con l'accordo di tutti, anche se ciascuno avrebbe voluto qualcosa in più o qualcosa in meno: anche questo è capacità di fare sintesi, mediazione, la più bella lezione di questo lavoro che oggi presentiamo". In quelle riunioni, ha spiegato Risso, si era deciso innanzitutto che il nome doveva essere nuovo: non si sono considerati concetti come "Italia" o "Popolare" ("Ci siamo affezionati, ma è inflazionato"); niente riferimenti, poi, al mondo vegetale o animale, ma si è scelto di lasciare da parte anche termini quali "politica" o "partito", che ai più ormai incute diffidenza ("Sappiamo di essere un partito, come richiede la Costituzione, solo non lo abbiamo scritto nel simbolo") o altri come "laico" che richiederebbero una mediazione culturale non accessibile a chiunque; da ultimo, si è voluto evitare di creare "un recinto identitario", perché l'identità cristiana e costituzionale forte c'è, "ma non volevamo delimitare il campo per una nuova forza politica che vuole essere soprattutto inclusiva, parlando a tutta la società italiana e chiedendo l'adesione sul suo programma".
Come si è detto, per prima è stata individuata la denominazione, "Insieme": "Un nome - ha detto ancora Risso - scelto in reazione alla stagione dell'individualismo, della diaspora e dell'insignificanza, ma anche alla camicia di forza del bipolarismo muscolare che si è tentato di mettere alla politica italiana". Il nome scelto doveva poi essere tradotto in grafica: certamente nel simbolo domina la parola "Insieme", tinta di un rosso "caldo, tendente all'arancione - ha precisato Risso - per richiamare le persone con la loro passione politica e civile"; lo stesso colore torna in una delle due maglie della catena, immagine scelta per rendere graficamente il concetto di "insieme", ma anche per richiamarsi alla necessaria vicinanza a realtà, anche diverse e inizialmente non vicine, con cui è importante dialogare per arrivare alla soluzione dei problemi.
Se una maglia della catena è rossa, l'altra è blu: "Quel colore richiama i contenuti, gli stessi che volutamente sono stati inseriti nella parte inferiore del simbolo, tinta di blu e caratterizzata dalle stelle dell'Europa: non riusciremmo a risolvere nessuno dei nostri problemi in una dimensione solo nazionale, non ci piace l'Europa degli egoismi nazionali ma noi dobbiamo avere l'orgoglio di ripartire e continuare a credere nell'Europa che Alcide De Gasperi aveva pensato e contribuito a creare". "Lavoro e famiglia", "solidarietà e pace", appunto precisati all'interno dell'emblema, sono "quattro ambiti, quattro parole che caratterizzano in modo ampio ed efficace il nostro impegno: questo – ha concluso Risso – non si esaurisce certo in questo ma su questo certamente si concentra".
Al di là della grafica, piuttosto semplice, senza troppe pretese e comunque leggibile, per la cronaca bisogna dire che in questo momento in effetti la parola "Insieme" non è utilizzata all'interno del Parlamento, ma non è certo nuova, nemmeno per il nome di movimenti politici. Giusto alle ultime elezioni politiche, per dire, si chiamava Insieme il cartello elettorale che univa Psi, Area civica, Verdi e ulivisti; nella XVII legislatura si sono visti Tutti insieme per l'Italia (forza politica che consentì ad Alternativa libera di costituire una componente alla Camera) e anche Insieme per l'Italia, nome della componente senatoriale di Sandro Bondi e Manuela Repetti, cui proprio questo sito ha provveduto scherzosamente ad attribuire un simbolo; in più, vari gruppi interni o vicini ai partiti contenevano o contengono quella parola.
PROSPETTIVE "INSIEME"?
Nel suo intervento, Raffaele Bonanni ha invitato a coinvolgere nel percorso verso il congresso tutti i cattolici possibili, ma è improbabile che tutte le forze convergano in questo progetto. Lo ha subito dimostrato, a modo suo, Gianfranco Rotondi, che già alcuni giorni fa aveva dato qualche dispiacere a coloro che stavano cercando di riattivare la Democrazia cristiana: "Mi costa metterlo nero su bianco: la Dc è finita, ogni tentativo di riproporla dà risultati residuali. La mia Dc [quella "per le autonomie", ndb] ha avuto respiro perché aveva alle spalle Silvio Berlusconi, leader del Ppe, e Fi e il Pdl con percentuali simili a quelle della vecchia Dc. Eravamo lievito in una torta grande dell’elettorato. Oggi Forza Italia è alle percentuali della mia Dc, noi in proporzione stiamo un po’ meglio, ma è un riavvicinamento in discesa dei numeri. Serve una nuova proposta politica dei cattolici".
Intervistato oggi da Adnkronos sul progetto di Insieme, ha dichiarato: "Il professor Zamagni è una personalità culturale di grande fascino, penso pertanto che il suo contributo alla politica sarà un vantaggio per il Paese. Cercheremo di dialogare ma il nostro progetto a Saint Vincent, venerdì prossimo, si darà un orizzonte più ampio del segmento neo dc che fin qui abbiamo rappresentato. Serve una nuova iniziativa politica capace di dare compimento alle domande che il Santo Padre pone a laici e cattolici". Se un tempo Saint Vincent era il luogo di ritrovo dei convegni della corrente di Forze Nuove di Carlo Donat-Cattin, ora per Rotondi dovrebbe essere il punto di partenza di un percorso che "non si propone di dar vita a un partito, piuttosto a un’area trasversale capace di competere coi sovranisti e la sinistra alle prossime elezioni politiche. Se il tentativo nascerà’ e crescerà, naturalmente Zamagni sarà un interlocutore, ma allo stato non sappiamo che accoglienza avranno le nostre ipotesi".
A Saint Vincent, venerdì sera, Rotondi presenterà tra l'altro il libro di Ettore Bonalberti Demodissea, volume sui tentativi di superare la diaspora democristiana di cui anche questo sito si è occupato nei giorni scorsi. Proprio Bonalberti aveva auspicato la convergenza delle forze di chi nei mesi scorsi ha cercato di mettere in piedi, sotto la guida di Giuseppe Gargani, la Federazione popolare dei democratici cristiani (anche se poi le liste non sono state presentate alle regionali) e dei sostenitori del "manifesto Zamagni", perché una forza politica possa di nuovo dare voce alle istanze dei cristiani in politica, a di fuori degli schemi bipolari (lo stesso Bonalberti, tra l'altro, guida il sito www.insiemeweb.it, legato all'associazione Insieme fondata nel 2008 da Giorgio Zabeo, ultimo segretario provinciale della Dc di Venezia). Come finirà e se certe strade si incontreranno, è presto per dirlo; per ora si può solo notare che un nuovo simbolo è nato e i valori li ha già, resterebbe da creare una struttura, radicarla e – soprattutto – farla contare.
(Tratto da www.isimbolidelladiscordia.it)
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