Pubblichiamo il post su Facebook con cui il movimento delle sardine prende posizione per il NO al prossimo referendum costituzionale del 20-21 settembre.
Parlare del referendum fa paura, ma non possiamo tacere.
Il 20-21 Settembre saremo chiamati alle urne per votare una riforma costituzionale. Riforma che va a modificare profondamente il nostro Parlamento. Tagliando il numero dei parlamentari si mettono in discussione le fondamenta della democrazia parlamentare, con la sua capacità di esprimere il pluralismo e la complessità della società. In un modello maggiormente orientato alla decisione che alla discussione (come quello cui stiamo andando incontro negli ultimi anni) verrà sminuito uno degli elementi imprescindibili della cosa pubblica. Il problema attuale dei nostri rappresentanti non è il sovrannumero, come i populisti vogliono farci pensare, ma la qualità del dibattito e della classe dirigente.
Quindi vi diciamo la nostra.
Ecco quattro motivi tra tanti per cui voteremo NO:
– C’è un problema di rappresentanza
Il fine ultimo della rappresentanza è quello di favorire l’identificazione tra elettori ed eletti. Il parlamentare è fondamentale perché deve portare la voce dei cittadini nelle istituzioni. Con il taglio dei parlamentari verrebbe fortemente indebolito questo principio e con lui la centralità del Parlamento, e dunque del popolo, nel sistema costituzionale e democratico. Ma se i numeri non sono importanti, allora perché non “un uomo solo al comando”?
– 1,35€ non è risparmio
Riducendo i parlamentari a una voce di costo si fa un grave errore. La democrazia e la libertà non si svendono in cambio di un piatto di lenticchie. Nel nostro sistema, la libertà e la democrazia si manifestano anche e soprattutto con la rappresentanza in Parlamento.
La democrazia non è economica né a buon mercato.
E non lo è – né può esserlo – perché la democrazia esiste per difendere e attuare politiche per gli ultimi, ovvero quelli che soldi non ne hanno. Questa riforma reazionaria porterà un risparmio in termini di impatto sulla spesa pubblica di 1,35€ per ogni cittadino. Inoltre nessuno dice che il costo dei parlamentari non è al primo posto nel costo pubblico parlamentare.
– La chiamate efficienza?
Molte leggi sono state varate in tempi brevi, ma questo è sinonimo di efficienza? Le discussioni parlamentari sono un valore e la velocità esecutiva non è efficienza se sacrifica la rappresentanza democratica. La democrazia e la rappresentanza non possono essere né svendute né sottomesse alle leggi del mercato e alla logica dell’efficienza. Inoltre, le commissioni permanenti sono e resteranno 14, per cui un parlamentare dovrà prendere parte a più commissioni.
– Le leggi elettorali passano, la riforma costituzionale resta
Chi ci dice che con un proporzionale puro con sbarramento al 5% tutto si sistemerà, mente. Mente perché la legge elettorale è una norma ordinaria e non sarà inserita nel testo referendario: le leggi elettorali in italia passano più o meno come i governi se pensiamo che dagli anni ’90 abbiamo visto susseguirsi ben tre leggi elettorali. La Costituzione resta.
Per queste e tante altre ragioni le Sardine si schierano per il NO, contro questa riforma demagogica e dannosa. Esprimiamo massima stima per le ragazze e i ragazzi di NOstra – Comitato Giovanile per il No al Referendum Costituzionale, che da tanti mesi si stanno battendo per evitare che questa modifica costituzionale passi, e invitiamo tutte le forze a cui sta a cuore il Parlamento a unirsi e cooperare per una campagna a difesa della Costituzione.
#IoVotoNo
#SardineperilNo
Parlare del referendum fa paura, ma non possiamo tacere.
Il 20-21 Settembre saremo chiamati alle urne per votare una riforma costituzionale. Riforma che va a modificare profondamente il nostro Parlamento. Tagliando il numero dei parlamentari si mettono in discussione le fondamenta della democrazia parlamentare, con la sua capacità di esprimere il pluralismo e la complessità della società. In un modello maggiormente orientato alla decisione che alla discussione (come quello cui stiamo andando incontro negli ultimi anni) verrà sminuito uno degli elementi imprescindibili della cosa pubblica. Il problema attuale dei nostri rappresentanti non è il sovrannumero, come i populisti vogliono farci pensare, ma la qualità del dibattito e della classe dirigente.
Quindi vi diciamo la nostra.
Ecco quattro motivi tra tanti per cui voteremo NO:
– C’è un problema di rappresentanza
Il fine ultimo della rappresentanza è quello di favorire l’identificazione tra elettori ed eletti. Il parlamentare è fondamentale perché deve portare la voce dei cittadini nelle istituzioni. Con il taglio dei parlamentari verrebbe fortemente indebolito questo principio e con lui la centralità del Parlamento, e dunque del popolo, nel sistema costituzionale e democratico. Ma se i numeri non sono importanti, allora perché non “un uomo solo al comando”?
– 1,35€ non è risparmio
Riducendo i parlamentari a una voce di costo si fa un grave errore. La democrazia e la libertà non si svendono in cambio di un piatto di lenticchie. Nel nostro sistema, la libertà e la democrazia si manifestano anche e soprattutto con la rappresentanza in Parlamento.
La democrazia non è economica né a buon mercato.
E non lo è – né può esserlo – perché la democrazia esiste per difendere e attuare politiche per gli ultimi, ovvero quelli che soldi non ne hanno. Questa riforma reazionaria porterà un risparmio in termini di impatto sulla spesa pubblica di 1,35€ per ogni cittadino. Inoltre nessuno dice che il costo dei parlamentari non è al primo posto nel costo pubblico parlamentare.
– La chiamate efficienza?
Molte leggi sono state varate in tempi brevi, ma questo è sinonimo di efficienza? Le discussioni parlamentari sono un valore e la velocità esecutiva non è efficienza se sacrifica la rappresentanza democratica. La democrazia e la rappresentanza non possono essere né svendute né sottomesse alle leggi del mercato e alla logica dell’efficienza. Inoltre, le commissioni permanenti sono e resteranno 14, per cui un parlamentare dovrà prendere parte a più commissioni.
– Le leggi elettorali passano, la riforma costituzionale resta
Chi ci dice che con un proporzionale puro con sbarramento al 5% tutto si sistemerà, mente. Mente perché la legge elettorale è una norma ordinaria e non sarà inserita nel testo referendario: le leggi elettorali in italia passano più o meno come i governi se pensiamo che dagli anni ’90 abbiamo visto susseguirsi ben tre leggi elettorali. La Costituzione resta.
Per queste e tante altre ragioni le Sardine si schierano per il NO, contro questa riforma demagogica e dannosa. Esprimiamo massima stima per le ragazze e i ragazzi di NOstra – Comitato Giovanile per il No al Referendum Costituzionale, che da tanti mesi si stanno battendo per evitare che questa modifica costituzionale passi, e invitiamo tutte le forze a cui sta a cuore il Parlamento a unirsi e cooperare per una campagna a difesa della Costituzione.
#IoVotoNo
#SardineperilNo
Per una volta le sardine ci azzeccano: finalmente una dichiarazione concreta che rimanda a più ampie e solide trattazioni della materia. Evidentemente hanno smesso di leggere i romanzi di Liala e di tradurli in manifesti politici, bravi.
La tengo corta. Il NO al referendum del 20 settembre (e speriamo che vinca), non è altro che un segnale a quei ormai pochi capipopolo che hanno messo in soffitta la rappresentanza parlamentare, la democrazia interna ai partiti (se mai ci è stata), per credere di mandare avanti un Paese, il nostro, coi gravi problemi che ha, non esaltando il lavoro del Parlamento, ma parlandosi addosso con Twitter, Instagram, Facebook, e simili. Sono con le Sardine, con Guido Bodrato e con tutti quelli che ritengono che la nostra gloriosa Democrazia va avanti col dibattito serio e le decisioni prese nelle aule parlamentari, non sui social! Ce lo chiediamo da anni e anni: perchè tutti i nostri capi partito se ne guardano bene dall’attuare l’articolo 49 della Costituzione che dice ai partiti che devono organizzarsi col metodo democratico? Pensate un po’: coloro che devono insegnare la democrazia al popolo, non la usano al loro interno. Ma chi può credere che i proclami di Salvini (per fare solo un esempio) sono frutto di decisioni democratiche dei propri aderenti? Per non parlare di Rousseau, metodo tomba della democrazia!