Che 2+2 faccia 4 è ovvio per tutti. E se qualcuno sostenesse che 2+3 fa egualmente 4 sarebbe considerato, con benevolenza, un po' limitato oppure guardato con sospetto. Ora, la ministra Azzolina (ci spiace riparlarne a stretto giro, ma se le va proprio a cercare: è lei la degna erede di Toninelli...) ha trovato la soluzione alla prevenzione del coronavirus nelle scuole italiane nella sostituzione dei banchi: via dalle classi quelli a due posti, rimpiazzati dai banchi singoli.
Non addentriamoci nella praticabilità quotidiana di mantenere il distanziamento in classe per 5 lunghe ore, e negli spostamenti in ingresso, uscita, mensa ecc. Lasciamo anche perdere considerazioni sui costi dell'operazione (almeno un miliardo), e taciamo le perplessità sui tempi dichiarati dalla ministra, chiaramente impossibili: reperire tramite gara pubblica, indetta a fine luglio e aggiudicata il 7 agosto, 3 milioni di banchi che devono essere consegnati entro il 14 settembre, data di inizio delle lezioni, non appartiene al campo della realtà. E infine facciamo finta di non aver sentito la sua proposta di comprare banchi con le rotelle, provati da lei medesima in uno dei salotti TV... (ci ha già ironizzato Massimo Gramellini sul “Corriere”).
Ciò che invece offende l'intelligenza del cittadino elettore è ascoltare (a Radio 24) la motivazione della sostituzione: “I banchi singoli permettono di recuperare spazio e noi al momento, sulla base delle indicazioni del CTS (Comitato tecnico scientifico, ndr), dobbiamo mantenere il metro di distanza”.
Recuperare spazio???
Qualunque persona dotata di logica minimale comprende che se il banco a due posti non rispetta la distanza minima di sicurezza tra i due occupanti, con i due banchi monoposto sarà necessario prevedere una distanza aggiuntiva di una quarantina di centimetri per raggiungere il metro “da bocca a bocca”. Lo spazio necessario, dunque, aumenta. Ne consegue che vi saranno alcune decine di migliaia di classi, in tutta Italia, che non potranno contenere secondo le regole tutti i banchi necessari, creando nuovi problemi di gestione logistica e didattica. Problemi oggettivi, di non facile soluzione per qualunque dirigente scolastico o ministro della Pubblica Istruzione.
Vorremmo solo, da cittadini contribuenti, non essere presi in giro. È chiedere troppo?
Non addentriamoci nella praticabilità quotidiana di mantenere il distanziamento in classe per 5 lunghe ore, e negli spostamenti in ingresso, uscita, mensa ecc. Lasciamo anche perdere considerazioni sui costi dell'operazione (almeno un miliardo), e taciamo le perplessità sui tempi dichiarati dalla ministra, chiaramente impossibili: reperire tramite gara pubblica, indetta a fine luglio e aggiudicata il 7 agosto, 3 milioni di banchi che devono essere consegnati entro il 14 settembre, data di inizio delle lezioni, non appartiene al campo della realtà. E infine facciamo finta di non aver sentito la sua proposta di comprare banchi con le rotelle, provati da lei medesima in uno dei salotti TV... (ci ha già ironizzato Massimo Gramellini sul “Corriere”).
Ciò che invece offende l'intelligenza del cittadino elettore è ascoltare (a Radio 24) la motivazione della sostituzione: “I banchi singoli permettono di recuperare spazio e noi al momento, sulla base delle indicazioni del CTS (Comitato tecnico scientifico, ndr), dobbiamo mantenere il metro di distanza”.
Recuperare spazio???
Qualunque persona dotata di logica minimale comprende che se il banco a due posti non rispetta la distanza minima di sicurezza tra i due occupanti, con i due banchi monoposto sarà necessario prevedere una distanza aggiuntiva di una quarantina di centimetri per raggiungere il metro “da bocca a bocca”. Lo spazio necessario, dunque, aumenta. Ne consegue che vi saranno alcune decine di migliaia di classi, in tutta Italia, che non potranno contenere secondo le regole tutti i banchi necessari, creando nuovi problemi di gestione logistica e didattica. Problemi oggettivi, di non facile soluzione per qualunque dirigente scolastico o ministro della Pubblica Istruzione.
Vorremmo solo, da cittadini contribuenti, non essere presi in giro. È chiedere troppo?
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