Giuseppe Toniolo può essere considerato a ragione la personalità che per prima ha dato impulso nella società a quanto papa Leone XIII aveva indicato nella Rerum Novarum, e che quindi ebbe una importanza fondamentale nella successiva elaborazione sturziana del Popolarismo.
Toniolo morì nell'ottobre del 1918, e la sua esemplare figura – si è anche conclusa la causa di beatificazione – un paio d'anni fa è stata in vari modi ricordata, come precursore in una ideale staffetta del Centenario del Partito popolare italiano.
Nel 2018 era uscito il volume Giuseppe Toniolo. Nella storia il futuro (Ave, Roma 2018) scritto da Marco Zabotti, direttore scientifico e vicepresidente dell’Istituto Toniolo della diocesi di Vittorio Veneto (TV), una terra molto legata al beato: non a caso nel Duomo di Pieve di Soligo,sono custodite le spoglie mortali del leader riconosciuto del movimento cattolico tra fine ‘800 e inizi ‘900. A distanza di due anni Zabotti ha dato alle stampe una nuova pubblicazione che continua il suo viaggio alla ricerca dei valori di fondo e delle realtà preziose che donano pienezza di vita: Le Cose Nuove. Rinascere più forti, sulle orme del Toniolo è il titolo del volume (La Piave Editore).
L'autore mette al centro del suo libro il mondo nuovo, dentro ciascuno di noi. Quasi un istant book, un diario di bordo, uno sguardo accorato sulle conseguenze negative della pandemia che ha colpito tante persone, ma anche sulle risposte di bene che si sono generate con la cura della malattia e la solidarietà delle comunità, mettendo in risalto i valori che contano e le vere priorità della vita. “La stagione che stiamo vivendo è entrata per sempre nella storia dell’umanità – scrive l’autore – nel corpo, nella mente e nel cuore di ognuno di noi. L’inedito, l’imprevedibile, l’impensabile è piombato all’improvviso dentro le nostre esistenze e ne ha sconvolto la normalità, i ritmi, gli assetti, le relazioni”.
“Di fronte al radicale mutamento – osserva ancora Zabotti – il mondo nuovo nasce prima di tutto dentro di noi. Se vogliamo cogliere le possibilità positive che comunque si manifestano, se vogliamo affrontare le sfide importanti che si aprono, se vogliamo essere uomini e donne trasformati, mai più come prima”. Si giunge dunque alla visione di una nuova dimensione interiore, a cominciare dalla sapienza narrata nei Vangeli, e di uno stile di nuova umanità, a partire dalla capacità di riformare se stessi e di mutare le proprie relazioni con gli altri nel segno dell’essenzialità, umiltà, gratitudine, benevolenza e capacità di essere generativi e cooperativi. Come fece un tempo Toniolo, grande economista e sociologo, un beato che ha attraversato la sua epoca giungendo sino a noi con la sua sintesi di vita in pienezza, protagonista a livello nazionale ed europeo e della stessa terra trevigiana, a cui ha donato anelito di santità personale, cultura, cooperazione, spirito di libertà, democrazia e bene comune.
Un esempio da tenere ben presente per costruire il futuro, che non può prescindere da un coinvolgimento personale di chi ancora si sente libero e quindi forte, dato che è “la libertà che cambia le persone e salva il mondo”. E conclude Zabotti: “Ora è tempo di 'cose nuove', a partire da noi stessi: dopo la catastrofe vitale che ci ha coinvolti con la pandemia, possiamo rinascere più forti, insieme”.
Toniolo morì nell'ottobre del 1918, e la sua esemplare figura – si è anche conclusa la causa di beatificazione – un paio d'anni fa è stata in vari modi ricordata, come precursore in una ideale staffetta del Centenario del Partito popolare italiano.
Nel 2018 era uscito il volume Giuseppe Toniolo. Nella storia il futuro (Ave, Roma 2018) scritto da Marco Zabotti, direttore scientifico e vicepresidente dell’Istituto Toniolo della diocesi di Vittorio Veneto (TV), una terra molto legata al beato: non a caso nel Duomo di Pieve di Soligo,sono custodite le spoglie mortali del leader riconosciuto del movimento cattolico tra fine ‘800 e inizi ‘900. A distanza di due anni Zabotti ha dato alle stampe una nuova pubblicazione che continua il suo viaggio alla ricerca dei valori di fondo e delle realtà preziose che donano pienezza di vita: Le Cose Nuove. Rinascere più forti, sulle orme del Toniolo è il titolo del volume (La Piave Editore).
L'autore mette al centro del suo libro il mondo nuovo, dentro ciascuno di noi. Quasi un istant book, un diario di bordo, uno sguardo accorato sulle conseguenze negative della pandemia che ha colpito tante persone, ma anche sulle risposte di bene che si sono generate con la cura della malattia e la solidarietà delle comunità, mettendo in risalto i valori che contano e le vere priorità della vita. “La stagione che stiamo vivendo è entrata per sempre nella storia dell’umanità – scrive l’autore – nel corpo, nella mente e nel cuore di ognuno di noi. L’inedito, l’imprevedibile, l’impensabile è piombato all’improvviso dentro le nostre esistenze e ne ha sconvolto la normalità, i ritmi, gli assetti, le relazioni”.
“Di fronte al radicale mutamento – osserva ancora Zabotti – il mondo nuovo nasce prima di tutto dentro di noi. Se vogliamo cogliere le possibilità positive che comunque si manifestano, se vogliamo affrontare le sfide importanti che si aprono, se vogliamo essere uomini e donne trasformati, mai più come prima”. Si giunge dunque alla visione di una nuova dimensione interiore, a cominciare dalla sapienza narrata nei Vangeli, e di uno stile di nuova umanità, a partire dalla capacità di riformare se stessi e di mutare le proprie relazioni con gli altri nel segno dell’essenzialità, umiltà, gratitudine, benevolenza e capacità di essere generativi e cooperativi. Come fece un tempo Toniolo, grande economista e sociologo, un beato che ha attraversato la sua epoca giungendo sino a noi con la sua sintesi di vita in pienezza, protagonista a livello nazionale ed europeo e della stessa terra trevigiana, a cui ha donato anelito di santità personale, cultura, cooperazione, spirito di libertà, democrazia e bene comune.
Un esempio da tenere ben presente per costruire il futuro, che non può prescindere da un coinvolgimento personale di chi ancora si sente libero e quindi forte, dato che è “la libertà che cambia le persone e salva il mondo”. E conclude Zabotti: “Ora è tempo di 'cose nuove', a partire da noi stessi: dopo la catastrofe vitale che ci ha coinvolti con la pandemia, possiamo rinascere più forti, insieme”.
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