Plexigas



    13 Giugno 2020       0

Il surreale dibattito in corso sulle modalità per riprendere la scuola a settembre ha raggiunto il picco della (involontaria) comicità nello scambio di cinguettii polemici tra il tuttologo Matteo Salvini e la ministra dell'Istruzione (quanto è impegnativa questa parola...) Lucia Azzolina.

Tra i molti pressanti argomenti di discussione sulle prospettive della scuola italiana, il capo dell'opposizione sovranista e la ministra hanno finito per focalizzare lo scopo del contendere sulla corretta grafia di una parola: plexiglas o plexiglass?

Non siamo prevenuti nei confronti dei 5 Stelle (cioè non li consideriamo tutti a prescindere degli incapaci, malgrado le ricorrenti e inoppugnabili conferme...), ma certamente la proposta della Azzolina di allestire nelle classi tanti separé trasparenti per isolare ogni scolaro dai compagni e proteggerlo dal possibile contagio, non è parsa delle più intelligenti.

Il furbo Salvini non ha perso l'occasione per tirare una stoccata: “Tante famiglie in tutta Italia chiedono sorrisi e speranza per i loro figli, non il plexiglas. Non è questo il futuro da dare agli studenti. #AzzolinaBocciata”. E la ministra, offesa, non ha trovato di meglio che rispondergli “non sai neanche come si scrive plexiglass. Essere bocciata da te è una promozione”.

Ora, senza scomodare l'Accademia della Crusca, basti sapere che “plexiglas” è un marchio brevettato, e quindi si scrive come è stato registrato. Comprensibile lo sbaglio della numero uno di Viale Trastevere: in una comunicazione politica infarcita di anglicismi, avrà pensato di trovarsi di fronte a un nome composto con l'inglese glass, vetro. Peccato che si tratti di un nome composto con il tedesco glas, vetro. Ma, dopo tutto, si tratta di un errore veniale...

Un po' meno veniale è il fatto che la Azzolina sia riuscita a far fare bella figura persino a Salvini, uno non proprio abituato a documentarsi prima di parlare (e dubitiamo lo abbia fatto questa volta, gli è solo andata di... bene).

Ma decisamente colpevole è l'andazzo di parlare senza riflettere e di farsi accecare dalla presunzione, specie quando si ricoprono ruoli di responsabilità. Evidentemente dopo l'era in cui la politica e i partiti solidi sono stati sostituiti dalla politica e dai partiti liquidi, siamo entrati in pieno nella fase dei partiti gassosi: si poteva pensare a un consumo diffuso di protossido d'azoto, anche noto come gas esilarante, visto il ridicolo (si ride per non piangere) in cui è caduto il teatrino della classe politicante. Ma ora possiamo anche prendere in considerazione un nuovo nervino che procura deliri di onnipotenza, proposte senza senso, uscite avventate condite con un pizzico d'arroganza: lo chiameremo plexigas.


Il primo dei commenti

Lascia un commento

La Tua email non sarà pubblicata.


*