Tutti al medesimo nastro di partenza



Giorgio Merlo    15 Aprile 2020       2

Un autorevole, ed amico, esponente del cattolicesimo democratico mi diceva nei giorni scorsi che dopo la drammatica emergenza sanitaria che ci ha colpiti partiremo tutti dal medesimo nastro di partenza. Ovviamente si riferiva alla ripartenza della politica, dopo la sospensione obbligata e dovuta di questo terribile periodo. Fuorché qualcuno pensi che oggi la politica in Italia sia viva e vitale.

Ma perché tutti insieme ai nastri di partenza? Per un semplice e persin banale motivo. Perché questa terribile pandemia ha cambiato e cambierà radicalmente i connotati della nostra politica: la sua agenda, le sue priorità, i suoi strumenti concreti e, molto probabilmente, anche la sua classe dirigente. Insomma, cambieranno profondamente i tasselli del mosaico. Alcuni elementi già emergono dall’orizzonte. Seppur ancora in modo confuso. Conteranno molto la competenza, la serietà del politico e della politica, la sua professionalità, il rigore morale della sua classe dirigente e, soprattutto, alcuni valori di fondo che dovranno ispirare e orientare la stessa attività politica. A cominciare dalla solidarietà, dalla sussidiarietà, dal senso dello Stato e dalla qualità della democrazia. Insomma, dalla ricerca costante, convinta e determinata, del cosiddetto “bene comune”.

Sotto questo versante anche la tradizione del cattolicesimo politico italiano può tornare protagonista. E non attraverso la disputa, ormai ventennale, sulla necessità di dar vita alla sessantesima – circa – riedizione di un minuscolo partitino cattolico. Ma, semmai, con la convinzione, se non la certezza, di contribuire con altri all’opera di ricostruzione morale, civile, sociale, economica e politica del nostro Paese. Perché di ricostruzione si tratta, come ormai tutti sanno. E non di semplice aggiustamento o di gestione dell’ordinaria amministrazione. E in questa opera di ricostruzione del Paese la nostra cultura di riferimento non potrà certamente essere assente o ritagliarsi un ruolo puramente testimoniale né, tanto meno, ornamentale. E questo anche per una costante storica. Ogniqualvolta il nostro Paese si è trovato di fronte ad un crocevia di grande delicatezza, la cultura, la tradizione, i valori e la stessa classe dirigente del cattolicesimo politico italiano sono stati di una importanza essenziale, se non decisiva, per il futuro e la crescita del nostro Paese.

Ecco perché anche in questa drammatica circostanza saremmo, ancora un volta, importanti e forse anche necessari. Senza arroganza e senza alcuna presunzione. Ma con la consapevolezza di poter ancora giocare una partita importante. Forse la più importante per il nostro Paese dopo il secondo dopoguerra.


2 Commenti

  1. Quando e come si aggiusta? E come e quando si ricostruisce? Si aggiusta quando elementi fisici (gamba di un tavolo, strumento di lavoro) o psico-socio-economici (crisi matrimoniale, conflitto generazionale o di genere, diseguaglianze tra ceti sociali) appaiono modificabili, riformabili.
    Si ricostruisce quando eventi naturali (terremoti, alluvioni, incendi) o sanitari (pestilenze, pandemie) hanno distrutto l’habitat umano o quando eventi psico-socio-economici (dai rapporti sociali modificati, ai rischi di diseguaglianze insostenibili e ai rapporti geopolitici in aree contigue (Europa) compromessi, impongono ad un gruppo sociale di concentrarsi su azioni per la sua sopravvivenza.
    A mio parere siamo e saremo nel secondo caso e quindi occorrerà che la maggioranza dei cittadini, che hanno dimostrato di percepire il rischio sopravvivenza, sia portata a selezionare leader che non solo dichiarano, ma che hanno dimostrato, con la loro esperienza, di tendere alla sopravvivenza del gruppo sociale (comunità, istituzione, impresa, ) cioè al bene comune. Può il sistema della delega elettorale negli ultimi anni, così indebolito dalla società dello spettacolo, essere adeguato alla bisogna? E frattanto non bisogna forse preparare una nuova squadra dirigente alla competenza, fattualità, gestione delle emozioni e dei sentimenti collettivi verso obiettivi positivi di medio periodo?

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