Pochi trafiletti sui giornali hanno ricordato la scomparsa, avvenuta nei giorni scorsi ad 85 anni, di Carlo Casini cui va il merito di aver fondato il Movimento per la vita. Davvero troppo poco per questo giurista e magistrato fiorentino che ha speso la sua esistenza per difendere con risolutezza la vita sin dal suo concepimento e che può considerarsi una figura di spicco di quel cattolicesimo della società civile che, al di là dell’appartenenza politica, rappresenta un importante snodo etico e culturale del nostro Paese.
Casini si fece portatore di una cultura della vita non solo enunciandone il principio in astratto, ma facendone un progetto concreto con la creazione dei Centri di aiuto alla vita: snodo di promozione umana e di difesa del più debole, di quel minuscolo embrione che già anticipa la persona che verrà al mondo. Una capillare rete diffusa in tutta la penisola, volta a sostenere, moralmente ed economicamente, le donne alle prese con il dramma dell’aborto. Troppo spesso quando si parla di aborto si apre, impropriamente una contesa tra laici e cattolici. È davvero incredibile che si possa pensare che la difesa della vita abbia a che fare direttamente e non sia invece il primo laicissimo segno, della misura umana di una civiltà.
Sarebbe davvero un bene ripensare con maggior ponderatezza al valore della vita umana sin dal quel magico istante in cui essa appare. A volte invece, in certi ambienti culturali che si dicono progressisti, ci si accontenta, un po’ banalmente, di riaffermare il diritto di scelta della donna senza cogliere appieno le implicazioni di una vicenda nella quale la libertà di decidere, spesso in solitudine, risulta qualcosa di insostenibile.
Ed è proprio pensando a questa sofferenza, così pesante, che prende il via l'idea, e Casini ne fu uno dei principali artefici, di creare i Centri per la vita. Punti di ascolto e di accoglienza che hanno aiutato migliaia di bambini a venire al mondo, stando vicino alle donne che in determinate circostanze, si sono trovate ad affrontare una prova tanto difficile. Un universo di volontari e una grande generosità al servizio della vita nascente, un prezioso apporto a contatto con le pieghe di nascoste della nostra società a cominciare, oggi soprattutto, dalla solitudine e dall'indigenza di molte donne immigrate.
Un'intensa attività che portò Casini anche sul palcoscenico della politica, dapprima come deputato DC, poi nell'UDC e infine come parlamentare a Strasburgo nel Partito popolare europeo. Nell'Europarlamento fu tra gli autori di un’iniziativa volta al riconoscimento giuridico dei diritti dell’embrione, non disdegnando certo di risultare controcorrente rispetto alle opzioni culturali che oggi vanno per la maggiore. Un'azione talvolta poco compresa anche dal mondo della politica, persino da quello a lui più contiguo. Eppure questo suo impegno a favore della vita non solo ha dato lustro alla sua esistenza ma costituisce una bella vicenda civile, umana e sociale.
Casini si fece portatore di una cultura della vita non solo enunciandone il principio in astratto, ma facendone un progetto concreto con la creazione dei Centri di aiuto alla vita: snodo di promozione umana e di difesa del più debole, di quel minuscolo embrione che già anticipa la persona che verrà al mondo. Una capillare rete diffusa in tutta la penisola, volta a sostenere, moralmente ed economicamente, le donne alle prese con il dramma dell’aborto. Troppo spesso quando si parla di aborto si apre, impropriamente una contesa tra laici e cattolici. È davvero incredibile che si possa pensare che la difesa della vita abbia a che fare direttamente e non sia invece il primo laicissimo segno, della misura umana di una civiltà.
Sarebbe davvero un bene ripensare con maggior ponderatezza al valore della vita umana sin dal quel magico istante in cui essa appare. A volte invece, in certi ambienti culturali che si dicono progressisti, ci si accontenta, un po’ banalmente, di riaffermare il diritto di scelta della donna senza cogliere appieno le implicazioni di una vicenda nella quale la libertà di decidere, spesso in solitudine, risulta qualcosa di insostenibile.
Ed è proprio pensando a questa sofferenza, così pesante, che prende il via l'idea, e Casini ne fu uno dei principali artefici, di creare i Centri per la vita. Punti di ascolto e di accoglienza che hanno aiutato migliaia di bambini a venire al mondo, stando vicino alle donne che in determinate circostanze, si sono trovate ad affrontare una prova tanto difficile. Un universo di volontari e una grande generosità al servizio della vita nascente, un prezioso apporto a contatto con le pieghe di nascoste della nostra società a cominciare, oggi soprattutto, dalla solitudine e dall'indigenza di molte donne immigrate.
Un'intensa attività che portò Casini anche sul palcoscenico della politica, dapprima come deputato DC, poi nell'UDC e infine come parlamentare a Strasburgo nel Partito popolare europeo. Nell'Europarlamento fu tra gli autori di un’iniziativa volta al riconoscimento giuridico dei diritti dell’embrione, non disdegnando certo di risultare controcorrente rispetto alle opzioni culturali che oggi vanno per la maggiore. Un'azione talvolta poco compresa anche dal mondo della politica, persino da quello a lui più contiguo. Eppure questo suo impegno a favore della vita non solo ha dato lustro alla sua esistenza ma costituisce una bella vicenda civile, umana e sociale.
Lascia un commento