Dialogando a Torino con le Sardine



Luca Rolandi    1 Febbraio 2020       0

Se al teatro Erba si fossero radunati vent’anni fa, si sarebbe parlato semplicemente del risveglio della società civile. Oggi è tutto cambiato.

Dalla nascita della Seconda Repubblica in Italia sono alternati movimenti spontanei, che hanno riempito le piazza, proposto messianici cambiamenti, qualcuno ha anche conquistato consenso e potere, amministrativo e politico. Un percorso sembrava esaurito, invece, al termine di questi due decenni è riemersa, con le “Sardine”, l’esigenza di un nuovo patto tra istituzioni e società, una nuova narrazione politica per dare risposte ad un forte senso di disagio e smarrimento, ben oltre la contrapposizione alla Lega.

Quello che si ascolta dalle persone che hanno deciso di mettersi in gioco è una richiesta importante: costruire una nuova politica, nuove classi dirigenti, idee guida, in una dimensione non di rottura ma di dialogo intergenerazionale.

Il pomeriggio di sabato 25 gennaio a Torino, ascoltando i relatori, le parole dei promotori delle “Sardine”, gli appelli dei giovani di Friday for Future si è avvertita, dopo le piazze, la necessità dello studio, l’approfondimento, la capacità di analizzare i bisogni e affrontare con coraggio le sfide della contemporaneità. Interlocutori di differenti età, appartenenze, prospettive e linguaggi hanno discusso per tre ore in un clima di confronto civile e con toni pacati. Un dibattito nel quale i contenuti sono stati espressi oltre la contingenza politica del momento, in Italia e a Torino.

Parlare di politica e di politiche, cercare di dare, partendo dalle basi di convivenza civile, una prospettiva ad un progetto nuovo sui territori locali e nazionale. Smorzare i toni, abbassare il livello di odio e contrapposizione, tipici di un certo uso dei social media, produrre linee di pensiero da portare a un confronto con le persone, le comunità, gli stessi partiti e movimenti che oggi guidano il Paese.

Tanti i temi affrontati, un collante la democrazia.

Il ritorno alla comunità, a un noi che si contrapponga all’iper-individualismo; economia circolare, sostenibilità ambientale, di regole democratiche fondate sui principi costituzionali. Provare a concorrere alla realizzazione di una nuova prospettiva politica, realistica, innovativa e realizzabile, una piattaforma di proposte politiche attraverso le quali aprire un confronto con i partiti e il resto della società civile. Se il populismo e il sovranismo a livello nazionale e internazionale si sono imposti e conquistato un largo consenso tra popoli e nazioni, è forse dovuto anche alla mancanza di una narrazione alternativa possibile e praticabile. La complessità del mondo delle relazioni internazionali, dell’economia, la difesa dell’ambiente, il lavoro in un quadro organizzativo in cui la tecnologia cambia i paradigmi dell’esistente sono stati altri temi del confronto.

Resta dunque al momento marginale l’interrogativo se le Sardine si organizzeranno in qualche modo per presentarsi alle elezioni o resteranno movimento. Più interessante sarà capire se e come questa domanda possa contribuire a disegnare il futuro nell’Italia e di Torino nei prossimi venti anni. Credo sia dunque errato fermarsi alla dimensione del qui e ora, Municipalismo, riformismo, reti solidali, integrazione e inclusione sociale, ridurre le disuguaglianze, sono i temi di un progetto nel quale le parti sociali potranno convergenze su programmatiche comuni, una ipotetica convocazione virtuale e reale degli Stati generali di una città in affanno.

Le Sardine intercettano una parte di società civile di varia estrazione ideale che negli anni si è allontanata dalla politica perché insofferente e delusa e che non trova più corrispondenza nei programmi dei partiti. Una comunità sfibrata, delusa, a volte rassegnata cerca di smarcarsi dall’indifferenza, pronta a spendersi per reinventare nuove strade. Il rischio è che a pochi mesi dal voto amministrativo si faccia a gare nell’evocare la rinascita delle periferie, sottolineare l’importanza della società civile e dei corpi intermedi, il volontariato e l’associazionismo laico e cattolico asse portante e vitale del territorio, senza un confronto reale con questi mondi e ambienti. Anche per questo le Sardine, in modo trasversale, sono uno stimolo per tutti gli stakeholder della società torinese per cambiare, in fretta, la rotta.


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