Si è svolto a Roma mercoledì 3 luglio l’incontro nazionale promosso da Politica Insieme, iniziativa nata lo scorso anno, e con il suo sito web attivo da pochi mesi, per essere un attore nell’auspicabile processo di riunificazione dei democratici popolari di ispirazione cristiana. Le motivazioni dell’incontro sono state ben spiegate da Giancarlo Infante nella presentazione dell’iniziativa (per leggerla cliccate qui). Sull’incontro di ieri pubblichiamo l’interessante commento di Andrea Olivero.
Se l’obiettivo di Politica Insieme era quello di accogliere e far sentire a casa tutti i molteplici soggetti che compongono la variegata galassia del popolarismo italiano, credo che l’incontro di ieri pomeriggio all’Istituto Sturzo abbia colto nel segno.
Nessuna rivendicazione di primogenitura, nessun pacchetto preconfezionato da offrire, grande disponibilità al dialogo e alla convergenza programmatica. E, cosa ancora più importante, capacità di portare il confronto su tematiche alte, anche grazie ad interventi di respiro come quelli di Stefano Zamagni o Leonardo Becchetti che, sia pure in pillole, hanno fatto scorgere il senso di un rinnovato impegno in politica di chi si ispira alla Dottrina Sociale della Chiesa.
Eppure rimangono ancora grandi ostacoli sulla via, che l’incontro stesso ha evidenziato.
In primo luogo l’eterogeneità dei soggetti della “galassia bianca” convenuti lascia aperto il problema della definizione di posizioni nette e chiare sulla quali convergere. Se è da respingere l’inevitabilità della diaspora dei cattolici, neppure si può assumere per vero il contrario: ci sono visioni ampiamente divergenti nel mondo cattolico e queste erano assommabili nella Democrazia Cristiana solo grazie al nemico esterno e alla sua vocazione maggioritaria, di grande partito che regolava i posizionamenti con la sua democrazia interna. Dato che è impensabile oggi riproporre un simile schema, si dovrà creare un manifesto netto, chiaro, senza ambiguità alla ricerca di ecumeniche convergenze da parte di tutti.
L’incontro di ieri ha plasticamente mostrato molti dei volti del nostro mondo cattolico (ed altri ancora ve ne sono…) lasciando aperti dubbi sulla loro effettiva capacità di lavorare insieme per il bene comune.
Un secondo elemento problematico sta nella costruzione del soggetto politico. Se è emersa con forza l’istanza di sviluppare un percorso nuovo e originale, con parole d’ordine, modello organizzativo e volti nuovi – senza nuovismi, ma con “spirito generativo”, per usare le parole di Becchetti – d’altro lato è parsa ancora molto labile la proposta.
Alcune preziose indicazioni le ha fornite nel suo intervento Giancarlo Infante, che ha parlato della necessità di anteporre a tutto l’organizzazione del pensiero ed il confronto, su questo, con le comunità locali. Pensare ed agire politicamente necessita oggi di ripartire dal “civismo di partecipazione”, dalle tante liste civiche del Paese, spesso animate proprio dai cattolici, che attendono uno sbocco alle loro istanze di bene comune. Non a caso l’intervento della sindaca di Assisi Stefania Proietti è stato seguito con grande attenzione dalla sala ed ha avuto applausi calorosi.
Bene quindi lavorare all’elaborazione di pensiero e di proposte, ma per poi tradurle subito in azioni politiche sul territorio, che deve essere coinvolto nel processo di sviluppo del nuovo soggetto politico.
L’impressione, quindi, è che il sasso nello stagno sia stato gettato, che l’attenzione sia alta, ma che solo con molto coraggio ed altrettanta tenacia si possano affrontare le sfide che sono emerse nell’incontro. Manca forse un poco di entusiasmo, come è naturale in un mondo che ha consumato in un ventennio decine di sigle, progetti e leadership, ma c’è la consapevolezza, come ha detto Becchetti verso la conclusione, che è necessario “mettere in moto processi che nel tempo cambino il mondo”.
Ieri un passettino è stato fatto nella giusta direzione ma ciò ha reso più evidente quanto ancora sia lungo il cammino.
Se l’obiettivo di Politica Insieme era quello di accogliere e far sentire a casa tutti i molteplici soggetti che compongono la variegata galassia del popolarismo italiano, credo che l’incontro di ieri pomeriggio all’Istituto Sturzo abbia colto nel segno.
Nessuna rivendicazione di primogenitura, nessun pacchetto preconfezionato da offrire, grande disponibilità al dialogo e alla convergenza programmatica. E, cosa ancora più importante, capacità di portare il confronto su tematiche alte, anche grazie ad interventi di respiro come quelli di Stefano Zamagni o Leonardo Becchetti che, sia pure in pillole, hanno fatto scorgere il senso di un rinnovato impegno in politica di chi si ispira alla Dottrina Sociale della Chiesa.
Eppure rimangono ancora grandi ostacoli sulla via, che l’incontro stesso ha evidenziato.
In primo luogo l’eterogeneità dei soggetti della “galassia bianca” convenuti lascia aperto il problema della definizione di posizioni nette e chiare sulla quali convergere. Se è da respingere l’inevitabilità della diaspora dei cattolici, neppure si può assumere per vero il contrario: ci sono visioni ampiamente divergenti nel mondo cattolico e queste erano assommabili nella Democrazia Cristiana solo grazie al nemico esterno e alla sua vocazione maggioritaria, di grande partito che regolava i posizionamenti con la sua democrazia interna. Dato che è impensabile oggi riproporre un simile schema, si dovrà creare un manifesto netto, chiaro, senza ambiguità alla ricerca di ecumeniche convergenze da parte di tutti.
L’incontro di ieri ha plasticamente mostrato molti dei volti del nostro mondo cattolico (ed altri ancora ve ne sono…) lasciando aperti dubbi sulla loro effettiva capacità di lavorare insieme per il bene comune.
Un secondo elemento problematico sta nella costruzione del soggetto politico. Se è emersa con forza l’istanza di sviluppare un percorso nuovo e originale, con parole d’ordine, modello organizzativo e volti nuovi – senza nuovismi, ma con “spirito generativo”, per usare le parole di Becchetti – d’altro lato è parsa ancora molto labile la proposta.
Alcune preziose indicazioni le ha fornite nel suo intervento Giancarlo Infante, che ha parlato della necessità di anteporre a tutto l’organizzazione del pensiero ed il confronto, su questo, con le comunità locali. Pensare ed agire politicamente necessita oggi di ripartire dal “civismo di partecipazione”, dalle tante liste civiche del Paese, spesso animate proprio dai cattolici, che attendono uno sbocco alle loro istanze di bene comune. Non a caso l’intervento della sindaca di Assisi Stefania Proietti è stato seguito con grande attenzione dalla sala ed ha avuto applausi calorosi.
Bene quindi lavorare all’elaborazione di pensiero e di proposte, ma per poi tradurle subito in azioni politiche sul territorio, che deve essere coinvolto nel processo di sviluppo del nuovo soggetto politico.
L’impressione, quindi, è che il sasso nello stagno sia stato gettato, che l’attenzione sia alta, ma che solo con molto coraggio ed altrettanta tenacia si possano affrontare le sfide che sono emerse nell’incontro. Manca forse un poco di entusiasmo, come è naturale in un mondo che ha consumato in un ventennio decine di sigle, progetti e leadership, ma c’è la consapevolezza, come ha detto Becchetti verso la conclusione, che è necessario “mettere in moto processi che nel tempo cambino il mondo”.
Ieri un passettino è stato fatto nella giusta direzione ma ciò ha reso più evidente quanto ancora sia lungo il cammino.
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