Giovanni Uberti, l’impopolare



Redazione    11 Giugno 2019       0

Popolare: guidò la Democrazia cristiana dei trionfi elettorali; popolare davvero: fu «il sindaco dei poveri»; ma scomodo: «il ribelle di Verona». Giovanni Uberti (Verona, 1888-1964) è stato con Sturzo uno dei fondatori del Partito popolare italiano nel 1919. Cattolico, sindacalista, fondatore e direttore del quotidiano veronese «Corriere del Mattino», fu uno dei protagonisti della vita politica cittadina del Novecento. Deputato del PPI, venne inviato al confino dal regime per la sua opposizione al fascismo. Nominato prefetto di Verona dal CLN dopo la Liberazione, è stato membro della Costituente, senatore della Repubblica e sottosegretario in uno dei governi De Gasperi.

Primo sindaco democristiano di Verona dal 1951 al 1956, impegnato nella ricostruzione postbellica, diventò famoso per la polemica sulle statue equestri al Ponte della Vittoria, che Uberti censurò per gli «scandalosi» genitali. Meno ricordato, ma più significativo, lo scandalo che suscitò nel 1963 candidandosi da indipendente al Senato contro il candidato ufficiale del suo stesso partito, di cui Uberti contestava il clientelismo e i rapporti di interesse con i socialisti, ben prima dell’inchiesta Mani pulite.

Un personaggio del Novecento che vale la pena conoscere, raccontato da Giuseppe Anti nella biografia che ha significativamente intitolato L’impopolare. Del volume alleghiamo anche la recensione che Lorenzo Fazzini ha pubblicato su “Avvenire”. Per leggerla cliccate sul link sottostante.

Avvenire-Fazzini-2019-01-02


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