Ha fatto scalpore il gesto di monsignor Konrad Krajewski, che ha staccato i sigilli del contatore e ha riacceso la luce nel palazzo romano occupato da 450 persone nonostante le bollette non siano state pagate e gli occupanti rimangano morosi. L'elemosiniere vaticano, "braccio" caritativo di papa Francesco per i casi di disagio, si era recato nel palazzo occupato a portare doni e cibo. «Sono intervenuto personalmente per riattaccare i contatori. È stato un gesto disperato. C'erano oltre 400 persone senza corrente, con famiglie, bambini, senza neanche la possibilità di far funzionare i frigoriferi» ha detto il cardinal Krajewski, che ha forte anche della sua giovanile esperienza da elettricista.
Il gesto di umanità del cardinale ha suscitato una miriade di polemiche e commenti. Pubblichiamo quello che sul sito www.chiesadituttichiesadeipoveri.it ha scritto Raniero La Valle. Si intitola Il biglietto da visita: quello che il cardinale-elettricista ha lasciato sul posto perché fossero chiare le responsabilità dell’accaduto.
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Il gesto di umanità del cardinale ha suscitato una miriade di polemiche e commenti. Pubblichiamo quello che sul sito www.chiesadituttichiesadeipoveri.it ha scritto Raniero La Valle. Si intitola Il biglietto da visita: quello che il cardinale-elettricista ha lasciato sul posto perché fossero chiare le responsabilità dell’accaduto.
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Condivido ogni parola di Raniero La Valle. Il quale evidenzia il vero problema di oggi, nella Chiesa (di chi contesta Francesco o è timido rispetto alle sue novità) e nella società. Siamo patria, l’Italia e l’Europa, dell’umanesimo del rinascimento del diritto, ma ormai siamo stati intaccati da un cancro che corrode la civiltà e ci sta bruciando il cervello e indurendo il cuore. Usando le parole di S. Paolo VI direi che solo la civiltà dell’amore potrà invertire la deriva attuale; ma a quali spese? Speriamo negli europei il 26 maggio, e in una bella crisi di Governo in Italia che aiuti i cittadini a riflettere.
Io sono confuso. I Cristiani e i Cattolici in particolare sono oggetto di attacchi tutto fuorché nonviolenti in ogni parte del mondo. C’è un filo rosso che lega le stragi di cristiani radunati per il sacrificio eucaristico (dall’Africa islamica allo Sri Lanka), la strumentalizzazione mediatica degli abusi di molti (ahimé) esponenti del Clero, l’incredibile, scandaloso diniego di ingresso di Benedetto XVI nell’Università a Roma o le reazioni scomposte, ignoranti ( e violente!) al suo discorso di Ratisbona. Molte affermazioni condivisibili e anche un poco ovvie si trovano nel testo di La Valle: ma mi chiedo perché ci si ostina a porre in secondo piano queste drammatiche realtà?? E non solo da parte dei giornalisti in pensione. All’indomani della strage in SRI Lanka abbiamo sentito un Papa Francesco deplorare con burocratica fretta il tragico episodio. Che la Chiesa sia animata da una sorta di cupio dissolvi e con essa l’intera civiltà occidentale di cui essa è architrave? Chè una civiltà può bene ripudiare l’architrave e crollare su se stessa ma se anche l’architrave ambisce a spezzarsi… Che Islam e cristianesimo debbano trascolorare l’uno nell’altro è una bestemmia storica e sociologica prima che teologica. Abbiamo bisogno certamente di dialogo, di arricchimento spirituale e culturale reciproco, di multiculturalismo (vd. art. di Risso) ma non di scadere in un cosmopolitismo inconsistente, in una sorta di neokantismo volgare e imparaticcio.