Rete Bianca: un voto per l’Europa



Giorgio Merlo    17 Maggio 2019       2

Una nota di Giorgio Merlo dà voce al coordinamento della Rete Bianca in vista delle imminenti elezioni europee, con una esortazione ad evitare l’astensionismo e a scegliere un partito europeista.

 

Siamo convinti che il voto di domenica 26 maggio costituirà una tappa fondamentale sulla strada dell’europeismo.

Sono forti le preoccupazioni che genera il possibile deragliamento in chiave populista e sovranista.

Oggi, nonostante le insufficienze e le difficoltà del modello post-Maastricht, la frontiera del “sogno europeo” si attesta sull’asse del ritorno ai principi, ai valori, alle scelte dei Padri fondatori.

A noi piace difendere e rilanciare l’idea dell’Europa di De Gasperi e Spinelli, ovvero dell’integrazione e della solidarietà come architrave del progresso dei popoli e delle nazioni del nostro Continente.

Per questo “Rete Bianca”, punto di incontro e dialogo tra cattolici democratici, auspica l’aperto sostegno elettorale ai partiti e alle liste che muovono dal presupposto di dover contrastare l’azione demolitrice a carattere anti-europeo dell’attuale maggioranza di governo.

L’assenza in questa competizione elettorale di una forza politica di centro, capace di aggiornare e rilanciare il patrimonio ideale del popolarismo, non autorizza la fuga dalle responsabilità, quindi non permette di coltivare l’opzione astensionista.

Il voto questa volta è un dovere, per ridare all’Europa slancio e vigore, nonché all’Italia il ruolo che le spetta nel panorama politico dell’Unione.

Con questo spirito, decliniamo il nostro impegno per l’Europa con il respiro ideale del popolarismo, convinti come siamo che la battaglia del 26 maggio incentiva la ricostruzione di un centro democratico e progressista – De Gasperi lo definiva il “centro che guarda a sinistra” – necessario a garantire un autentico rinnovamento morale, civile ed economico dell’Italia.


2 Commenti

  1. Tutto bene. Ma vedo una sola strada per sconfiggere i populisti: la sovranità monetaria a cui gli stati nazionali hanno rinunciato sia consegnata nelle mani di un’istituzione pubblica; la BCE (il cui personale possiede, lo posso testimoniare nel mio piccolo, competenze di alto livello) deve agire come una superbanca centrale che ACQUISTA DIRETTAMENTE IL DEBITO PUBBLICO DEGLI STATI. Altrimenti il debito lo acquista il mitico mercato. E il debito diviene arma di ricatto e i popoli si spaventano di fronte a quel meccanismo artificioso e truccato che si chiama spread. Si era mai sentito parlare di spread quando le banche centrali erano tali e acquistavano il debito e seguivano le indicazioni di politica economica elaborate dalla Politica (la maiuscola non è un refuso) e dettate dal Ministero del Tesoro? Sì occorre ricostruire l’Europa dei grandi padri fondatori. Tutto il resto è chiacchiera. Ma si avrà il coraggio politico di avanzare proposte vere e radicali di riforma (vd. l’articolo sull’intervento di Cacciari)?

  2. La nota dell’amico Giorgio Merlo, sempre eccellente in quanto a intuizione e analisi politica, mi pare però priva di una indicazione positiva, al di là della critica a sovranisti e populisti. Se ne desume l’invito a votare per un ristretto gruppo di partiti pro austerità che sono contro “l’azione demolitrice a carattere anti-europeo” di questo governo.
    È appena il caso di ricordare che la principale azione demolitrice a carattere anti-europeo viene esercitata dalle politiche deflazioniste dell’Ue, e la critica maggiore che va fatta al governo gialloverde, dal punto di vista degli interessi della classe media, semmai è quella di non essersi opposto seriamente all’austerità per rilanciare il lavoro e lo sviluppo. Se oggi in Europa Salvini e la Le Pen primeggiano nei sondaggi non è perché sono dei fenomeni, ma perché sono i principali beneficiari del vasto malcontento popolare generato da politiche economiche sciagurate che ci si ostina a voler difendere fino all’irreparabile. Non colgo nella suddetta posizione nessun anelito verso quella trasformazione complessiva, fin dalle fondamenta, evocata da papa Francesco, di cui il Paese, l’Ue e il mondo hanno grande necessità. E che dovrebbe essere il primo obiettivo dei cattolici democratici e popolari in politica: alternativi sia ai populisti sia all’ordoliberismo, sostenuto sciaguratamente nell’ultima legislatura europea dal PPE e dai Socialisti, e che è la vera causa che alimenta i partiti euroscettici.

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