I vescovi non vogliono “baciapile”



Giacomo Gambassi    13 Febbraio 2019       1

Su “Avvenire” di domenica scorsa l’interessante articolo di un’autorevole firma del quotidiano della CEI, puntualizza le ripetute esortazioni del cardinal Bassetti  a superare “l’indifferenza nei confronti della vita pubblica che caratterizza il presente e ha segnato il più prossimo passato, e che ha avuto come conseguenza quella dell’irrilevanza dei cattolici sulla scena politica”.

Evidenziato che una parte non minoritaria della comunità cristiana non si sente rappresentata da alcuna forza politica in campo e che molti votano qua e là “turandosi il naso”, l’articolista ribadisce la necessità di un “forum civico” che metta in rete associazioni o anche singole esperienze “di uomini e donne di buona volontà che hanno a cuore il bene comune”: un itinerario fraterno dal basso imperniato sulla Dottrina sociale della Chiesa.

Molte le prese di posizione in tal senso di vescovi ed esponenti di associazioni e realtà ecclesiali, ma è interessante notare come il quotidiano ribadisca che sono i laici i protagonisti: “i cattolici impegnati non devono essere eterodiretti e neppure ‘baciapile’ o più clericali del clero”. Da qui il richiamo a una “sana laicità” e alla “responsabilità propria” dei laici.

Notevole anche la breve elencazione di punti programmatici qualificanti, che pongono “l’uomo al centro, il personalismo cristiano (...) con l’attenzione ai temi bioetici, alle radici cristiane, all’educazione, alla solidarietà, alla giustizia sociale, alla promozione umana integrale”: i temi cardine sono il lavoro e la disoccupazione; il decremento delle nascite; la famiglia da sostenere; i giovani; la cura dei poveri, degli “scarti” inclusi i migranti; la salvaguardia del Creato e della delicata Italia; e “l’Europa intesa come famiglia di popoli in pace che supera egoismi e rancori identitari e che non è prigioniera del ‘paradigma tecnocratico’ denunciato da papa Francesco nella Laudato si’”.

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1 Commento

  1. Condivido in pieno l’esortazione del Cardinale Bassetti rivolta ai cattolici. Non è “tempo” di fare solo i “baciapile” ma è tempo oggi più che mai che i cattolici si facciano sentire interferendo sulle azioni per la buona e sana politica superando l’indifferenza e cercando di occuparsi del bene comune proprio sull’onda di quello che diceva Don Luigi Sturzo. E’ proprio sull’indifferenza e la delusione che i movimenti e i partiti populisti hanno trovato terreno fertile. Noi cattolici non dobbiamo e non possiamo permettere questa avanzata.Tiriamoci su le maniche e lavoriamo su tutti i fronti per uno stato laico si, ma anche uno stato che va in una direzione di un lavoro capillare fatto su realtà dei territori che esistono e possono ancora fare tanto per la comunità occupandosi anche e veramente delle fragilità delle persone. Uno stato che metta al primo posto la persona e non solo interessi economici. Quindi un appello in primis al mondo cattolico che in questo momento e purtroppo da un po’ di anni soffre di”letargia”. E’ giunto il tempo di farci sentire anche dai partiti.

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