Sorpresa! Anche la famiglia Di Maio ha scheletri nell’armadio. Sotto forma di abusivismo edilizio e di lavoro nero nella ditta di famiglia. Ovviamente il tutto all’insaputa dell’illustre figlio Luigi, che nella reazione al putiferio scatenato dalle Jene sulla sua famiglia non è sembrato tanto diverso dallo Scajola ignaro dell’appartamento con vista Colosseo.
Come sempre pensiamo che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli, e che occorra aspettare i processi veri e non abbandonarsi a quelli mediatici e sommari. A suo tempo avevamo biasimato papà Renzi perché, invece di occuparsi dei nipotini, si era avventurato in trame da faccendiere – anche non penalmente rilevanti – che avrebbero solo potuto portare danno (come poi avvenuto) all’augusto figliolo.
Nel caso Di Maio, non ci stupiamo che quella famiglia di Pomigliano faccia parte della vastissima schiera di evasori , a vario titolo, che le statistiche evidenziano in particolare nelle regioni del Sud Italia. Abusivismo edilizio, lavoro nero, illegalità diffusa, scarso senso civico sono purtroppo tratti distintivi del Bel paese, e sono tra le cause primarie dell’arretratezza del Mezzogiorno.
Ma qui non trattiamo problemi così complessi. Ci limitiamo a due osservazioni più semplici.
La prima arriva da Francesco Vecchi su linkiesta.it: Di Maio (figlio), Ministro del Lavoro, si rende conto che l’operaio in nero di suo padre, risultando disoccupato, avrebbe ottenuto i 780 euro del reddito di cittadinanza? Senza averne diritto e all'insaputa del Ministero e di tutti gli organi deputati ai controlli. Se diamo credito alle parole di Giggino, potresti non sapere di avere un evasore fiscale persino in famiglia. Figuriamoci dunque come potranno saperlo INPS, INAIL, Ispettorati vari e Centri per l’impiego, pochi controllori di fronte a 5 milioni di assegni erogati. Ci sono finti invalidi scovati dopo decenni e tanti altri mai scoperti: figuriamoci come è facile in certe realtà fare il finto disoccupato...
La seconda è che i comportamenti dovrebbero corrispondere alle parole. Specie per un politico. Se la credibilità della politica è a livello così basso, ciò è dovuto a una sempre maggiore dicotomia tra ciò che ascoltiamo – slogan, proclami, promesse – e ciò che vediamo concretamente praticato e realizzato. E gli imbonitori saranno poi anche penalizzati in future elezioni, ma il danno, per la credibilità della democrazia e delle sue istituzioni, è fatto e sempre più difficilmente riparabile.
Quindi, caro Giggino, come la mettiamo con il mantra grillino “Onestà! Onestà!”? A casa tua l’onestà, ando’ sta?
Come sempre pensiamo che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli, e che occorra aspettare i processi veri e non abbandonarsi a quelli mediatici e sommari. A suo tempo avevamo biasimato papà Renzi perché, invece di occuparsi dei nipotini, si era avventurato in trame da faccendiere – anche non penalmente rilevanti – che avrebbero solo potuto portare danno (come poi avvenuto) all’augusto figliolo.
Nel caso Di Maio, non ci stupiamo che quella famiglia di Pomigliano faccia parte della vastissima schiera di evasori , a vario titolo, che le statistiche evidenziano in particolare nelle regioni del Sud Italia. Abusivismo edilizio, lavoro nero, illegalità diffusa, scarso senso civico sono purtroppo tratti distintivi del Bel paese, e sono tra le cause primarie dell’arretratezza del Mezzogiorno.
Ma qui non trattiamo problemi così complessi. Ci limitiamo a due osservazioni più semplici.
La prima arriva da Francesco Vecchi su linkiesta.it: Di Maio (figlio), Ministro del Lavoro, si rende conto che l’operaio in nero di suo padre, risultando disoccupato, avrebbe ottenuto i 780 euro del reddito di cittadinanza? Senza averne diritto e all'insaputa del Ministero e di tutti gli organi deputati ai controlli. Se diamo credito alle parole di Giggino, potresti non sapere di avere un evasore fiscale persino in famiglia. Figuriamoci dunque come potranno saperlo INPS, INAIL, Ispettorati vari e Centri per l’impiego, pochi controllori di fronte a 5 milioni di assegni erogati. Ci sono finti invalidi scovati dopo decenni e tanti altri mai scoperti: figuriamoci come è facile in certe realtà fare il finto disoccupato...
La seconda è che i comportamenti dovrebbero corrispondere alle parole. Specie per un politico. Se la credibilità della politica è a livello così basso, ciò è dovuto a una sempre maggiore dicotomia tra ciò che ascoltiamo – slogan, proclami, promesse – e ciò che vediamo concretamente praticato e realizzato. E gli imbonitori saranno poi anche penalizzati in future elezioni, ma il danno, per la credibilità della democrazia e delle sue istituzioni, è fatto e sempre più difficilmente riparabile.
Quindi, caro Giggino, come la mettiamo con il mantra grillino “Onestà! Onestà!”? A casa tua l’onestà, ando’ sta?
Ci hanno “fregato” cantando “onestà, onestà”. Il fatto è che l’onesta è una utopia tra gli essere umani. Gli animali si comportano meglio perché, salvo che nella gestione della maternità, non possono non essere egoisti perché ne va di mezzo la loro sopravvivenza. E solo per lo stretto necessario. Gli essere umani, invece, sono egoisti in via naturale e sono costretti a darsi regole (leggi), che poi, tendono a non rispettare, per trarne vantaggi rispetto al prossimo. Questi signori avrebbero dovuto per prima cosa assicurare che le sanzioni nei confronti dei disonesti fossero integrate o addirittura cambiate e rinforzate, per costringerli a diventare onesti. Non l’hanno fatto, anzi…! Ora facilitano i disonesti, e sono una gran quantità, ad impossessarsi di risorse sottratte con la forza agli altri cittadini. Senza esagerare mi sembra che il progetto di questi politici rischia di diventare una forma surrettizia di vero e proprio stimolo a delinquere.