La professionalità torna di moda?



Giorgio Merlo    30 Ottobre 2018       1

Dunque, dopo anni di delegittimazione, disprezzo e ogni sorta di sberleffo contro i politici, la "casta", e la stessa professionalità della politica, oggi assistiamo misteriosamente alla riabilitazione della politica e, soprattutto, alla altrettanta misteriosa richiesta di una classe dirigente preparata e qualificata. Come se nulla fosse, questi fini analisti sono gli stessi censori aristocratici e strapagati che per svariati lustri hanno considerato priorità numero uno del nostro Paese quella di liquidare definitivamente tutto ciò che era seppur lontanamente riconducibile alla "casta" e al cosiddetto "professionismo" della politica. Libri, fiumi di inchiostro, infiniti dibattiti talk show per spiegarci che senza l'eliminazione definitiva di quella classe dirigente, di quei partiti e di quella politica, il nostro Paese era destinato inesorabilmente alla bancarotta e al fallimento.

Ora questa propaganda martellante e pianificata nei minimi particolari ha prodotto un'altra classe dirigente e, soprattutto, altri equilibri politici. Tutto legittimo e fisiologico, tutto regolare sotto il profilo squisitamente democratico. Quello che semmai non torna, e che richiede un supplemento di riflessione, è che quasi le stesse persone che si sono scagliate contro la cosiddetta "vecchia" politica adesso invocano, con fanciullesca ingenuità, la necessità di riavere quanto prima una classe dirigente qualificata, in grado di ridare anche alla politica quella professionalità indispensabile per affrontare e cercare di risolvere le nuove sfide della società contemporanea.

Ecco perché, al netto di questo squallido e qualunquistico voltafaccia, forse è giunto il momento per ricordare almeno tre ingredienti che erano, sono e restano decisivi se si vuole ancora avere una "buona politica".

Innanzitutto va restituita la professionalità alla politica. Con buona pace dei milionari commentatori, editorialisti e conduttori televisivi, la politica non si improvvisa e non si inventa. Richiede una giusta è sacrosanta esperienza. Come sta emergendo in modo plateale nell'attuale fase politica italiana. Al di là di cosa hanno detto le urne il 4 marzo scorso.

In secondo luogo senza una classe dirigente autorevole, preparata e competente, la politica si riduce a slogan, a battute, all’ improvvisazione. Certo, in una particolare fase storica anche questi elementi possono avere il sopravvento, soprattutto dopo una campagna martellante che ha delegittimato tutto ciò che era riconducibile al passato. Ma prima o poi la cruda realtà si riprende il campo e se mancano i cosiddetti "fondamentali" il castello rischia di crollare inesorabilmente e anticipatamente

In ultimo, senza il ritorno dei partiti organizzati, radicati e portatori di un progetto politico, la politica non può riprendere il suo ruolo. Certo, sarebbe auspicabile non avere partiti personali o “del capo”, come di fatto sono quasi tutti i partiti italiani.

Ecco, senza queste tre condizioni basilari la politica non è destinata a riprendere quota. Al di là delle riflessioni di quei falsi profeti che prima hanno contribuito a distruggere i partiti, la classe dirigente e la tradizionale modalità del far politica e adesso quasi rimpiangono quella stagione. Meglio procedere senza l'autorevole opinione di questi ricchi sacerdoti del nuovismo che rischiano solo di riportare indietro le lancette della storia.


1 Commento

  1. Ottima cosa è una classe dirigente politica preparate e competente, ma non basta.
    Occorre che questa classe dirigente ragioni non in termini di potere, ma in termini di valori da far affermare. I tecnici servono a evitare fallaci azioni che ignorino i vincoli esistenti sulla strada che si vuole intraprendere, ma occorre che la strada venga intrapresa alla luce di chiari valori umani e la sana lotta politica sta nel confronto (nello scontro o nella mediazione) fra valori differenti.
    Ecco perché ritengo che i cristiani abbiano la responsabilità di presentare e di sostenere – in questo agone politico – i valori etici in cui credono.
    Non stiano dalla finestra a guardare e commiserare la mancanza di valori nella società!

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