Fesso chi paga



    25 Ottobre 2018       1

Dopo un po’ di baruffa, con il finto premier Conte e il ministro Tria a fare da imbarazzati camerieri, tra Salvini e Di Maio è tornato il sereno. Il giallo della “manina”, che aveva aggiunto qualche riga al DEF con una serie di ghiotte opportunità per gli evasori fiscali orfani del miglior Berlusconi, non si è risolto con la scoperta del colpevole. Restiamo convinti che il pluriministro dell’economia non abbia semplicemente capito a cosa aveva dato il suo benestare: il riferimento a norme e codicilli è già criptico per politici esperti e tecnici del settore, figuriamoci per l’incolto Giggino...

Ma come avrebbe potuto il popolo grillino, quello che grida “Onestà! Onestà!”, accettare un nuovo scudo fiscale per capitali all’estero e un vasto condono per i tributi mai pagati? E infatti Di Maio proclama di aver tolto scudo e condono agli evasori, e di aver solo lasciato le norme della “pace fiscale”, seguito in duetto da Salvini. Che bello sentire evocare la pace da due capipopolo più avvezzi a sproloquiare di gogna, impeachment, forconi e ruspe...

A sentire i ciarlieri viceministri, questa parte del decreto si limiterebbe ad un ampliamento della "rottamazione" delle cartelle esattoriali con tempi più lunghi per le rate (fino a cinque anni) e un allargamento dei debiti che si possono rottamare, con in più la cancellazione delle cartelle più vecchie negli archivi dell'ex Equitalia tanto odiata da Salvini (quelle tra il 2000 e il 2010 entro i mille euro, la maggioranza per tasse comunali mai pagate).Poco più di Renzi, insomma.

A ben vedere però, un nuovo condono rimane bello e buono: chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi può infatti fare una “dichiarazione integrativa speciale” che consente di dichiarare fino al 30% in più di quanto già comunicato al Fisco, con un tetto massimo complessivo di 100mila euro di imponibile per anno d'imposta. Parliamo quindi di una cifra evasa fino a 500mila euro in 5 anni, non proprio noccioline...

E sulle somme evase si pagherà l’aliquota fissa del... 20%!

Chissà cosa penseranno i contribuenti onesti che pagano di IRPEF il 23% fino a 15mila euro, il 27% fino a 28mila, il 38% fino a 55mila, il 41% fino a 75mila e il 43% oltre tale cifra?

E dove finirà per portarci una politica che continua a premiare i furbi?


1 Commento

  1. Siamo sfortunati! Un po di gente li ha votati perché si e´ illusa che i “due” avrebbero imposto il meglio delle loro ideologie, Hanno fatto esattamente il contrario e hanno fregato tutti. I politici non si smentiscono mai. Non ci resta che sperare in una rapida crisi di governo. Si sa che “non tutti i mali vengono per nuocere”.

Lascia un commento

La Tua email non sarà pubblicata.


*