Brizio, dieci anni dopo



Alessandro Risso    20 Giugno 2018       4

Il 20 maggio 2008 Gian Paolo Brizio si spegneva nella sua Ciriè. Un mese dopo, esattamente dieci anni fa, l'ex Presidente della Regione veniva ricordato nel salone consiliare di Palazzo d’Oria, municipio della città, alla presenza di familiari, amici, e di tanti concittadini. Attraverso la proiezione di una serie di fotografie che ne ripercorrevano momenti della vita personale, politica e istituzionale, ne tratteggiai la figura in qualità di Presidente del Consiglio comunale. Ho ripreso quella registrazione e riadattato il testo, ora privo del supporto fotografico. Una sola immagine rimane a corredo del testo, quella che chiudeva la proiezione. Un omaggio a una persona perbene. (a.r.)

 

Siamo qui in tanti per ricordare Gian Paolo Brizio, nella sua Città, in questa sala del Consiglio comunale che ha frequentato da protagonista per tanti anni.

Brizio ha caratterizzato una lunghissima stagione amministrativa che ha dato importanti frutti, e con la sua impronta ha influenzato almeno due generazioni di amministratori. Alle esequie abbiamo ascoltato ricordi importanti su Gian Paolo: Gianfranco Morgando ha ricordato il politico, Mercedes Bresso il Presidente della Regione, don Guido Bonino il cristiano.

Questa sera guarderemo alla persona e all’amministratore locale, in un momento di ricordo pubblico, ufficiale, ma che vorrei rendere famigliare, sfogliando insieme un album di fotografie per ricordare un amico. E fisserò alcune parole chiave che, unite, ne tratteggeranno la figura.

 

Ho ritrovato una biografia di Gian Paolo, Giampi per noi tutti, che lui stesso aveva scritto per predisporre il materiale elettorale alla vigilia delle elezioni del 1990, quelle che lo avrebbero poi visto diventare Presidente del Piemonte. Già la prima riga mette in risalto una sua qualità. Inizia così: “Gian Paolo Brizio nasce l’8 luglio del 1929 in una vecchia famiglia piemontese”. Non dice nient’altro della sua famiglia, di antica nobiltà, e la prima parola che metto in elenco per descriverlo è sobrietà, la stessa che abbiamo scelto per questa serata in suo omaggio e ricordo.

La vita pubblica di Gian Paolo non inizia con la politica ma con il calcio. Pur bravissimo studente, indossa i pantaloncini corti e la maglia dell’Itala, bianconera come la sua amata Juventus. Ho notato che in ogni ambito della vita – dallo sport alla scuola, dal lavoro alla politica – Giampi si è sempre fatto degli amici, elemento indicativo della persona e del suo modo di fare. Inizia a giocare come ala sinistra, poi ottiene la maglia numero 10 e il ruolo di regista, confermando che lo sport è un po’ lo specchio della vita.

Si laurea a 22 anni in Economia e Commercio. Aggiungo subito una seconda parola chiave all’elenco: intelligenza. Laurearsi così giovane ne è un segnale indicativo, e la carriera seguente ne è la conferma. Di tante persone che ho conosciuto, anche con ruoli importanti, solo Giampi sapeva sostenere una impegnativa telefonata e nello stesso tempo scrivere una lettera su un altro argomento, mantenendo il filo del dialogo e scrivendo in modo inappuntabile.

La sua intelligenza si abbinava a una grande passione civica. Si iscrive giovanissimo alla DC, si interessa subito alla vita politica di Ciriè; nel 1954 diventa segretario della sezione, dal 1957 è Consigliere Comunale. In quella legislatura dei primi anni ‘60 si forma una nuova leva politica, una nuova classe dirigente con alcuni giovani provenienti dall’Azione cattolica che entrano nelle file della Democrazia cristiana, allora ancorata alla figura del dottor Mussa, esponente del Partito popolare prima della guerra. Brizio diventa sindaco nel 1966, senza però rinchiudersi in una dimensione strettamente locale: si lega a Torino con Carlo Donat Cattin, un “cavallo di razza” della DC, diventandone amico personale. “Inizia una attività politica intensa – scrive Brizio di sé – tesa sempre a ricercare l’affermazione del partito e condizioni di collaborazione costruttiva. Da sempre legato agli amici di Forze Nuove, ha proprio per questo suo primario interesse al partito assunto sempre posizioni equilibrate al suo interno e non ha mai rincorso spostamenti interni legati a mode, convenienze e interessi”. Ecco un’altra parola da inserire nell’elenco: la coerenza, che ha caratterizzato il suo percorso politico.

In tante immagini lo abbiamo visto a contatto con la città, con la sua gente. Sempre sorridente, e chi lo ha conosciuto bene sa che non si tratta di sorrisi di circostanza, perchè Giampi era veramente a suo agio tra la gente. Ricordo cosa mi disse un vecchio alpino ciriacese reduce dalla festa alla quale Gian Paolo, già  Presidente della Regione, non era mancato: “C’era anche Brizio, è stato lì tutto il pranzo, e poi si è messo a cantare con noi. Che persona...” Ecco, da questo traggo un’altra delle parole chiave, la capacità di ascolto. È una grande dote, che sta alla base della comprensione dei problemi e della loro condivisione, perchè capire il punto di vista di chi sta parlando permette già di trovare un pezzo di soluzione.

Sulla sua disponibilità ho un aneddoto da raccontare. Era un sabato mattina del 1970 o del ’71, e un ragazzino di 11-12 anni sale le scale del municipio e chiede del Sindaco. L’impiegata cerca di fare filtro, ma il ragazzino un po’ testone dice che deve parlare proprio con lui perché “so che il Sindaco può risolvere il problema”. Brizio, che era in ufficio, esce e fa accomodare il ragazzino che voleva parlargli e ascolta con attenzione il problema, quello di poter avere un campo di calcio regolare per una sfida tra i due oratori, non nei soliti campetti. Gian Paolo ascolta, spiega che deve essere un adulto, ad esempio il vice-parroco, a fare la richiesta, indica a chi rivolgersi e assicura che non ci sarebbero stati problemi ad avere il campo. Il ragazzino se ne va tutto contento, sentendo molto suo quel sindaco simpatico e disponibile. Era la prima volta che entravo in Comune e che conoscevo Gian Paolo Brizio. Quell’incontro mi è rimasto impresso, e forse sarà anche un po’ colpa di quella disponibilità se ho poi iniziato anche io ad interessarmi dell’amministrazione della nostra città.

Vi sono diverse foto con la posa di una prima pietra. Ne avrebbe posate tante Giampi nella sua carriera da Sindaco: è stata sua l’idea di “Ciriè città di servizi”, ma è stata sua l’operatività perché questa idea diventasse concretezza. Dobbiamo segnarci un’altra parola chiave, la lungimiranza, la capacità di vedere lontano, oltre i problemi del quotidiano. Brizio era un esperto di economia, attento allo sviluppo locale, alle attività produttive e al commercio. Però ha sempre saputo essere il Sindaco di tutti, sia per la sua capacità di ascoltare e di condividere sia perché, aveva sempre la preoccupazione di ricercare l’interesse generale, di ottenere il bene comune. Si è sempre dimostrato amministratore attento e capace, e questo aspetto ha sempre prevalso sulla sterile polemica politica, perché ciò che contava era ottenere i risultati per migliorare la nostra città. Non è mai stato tuttavia un amministratore arido, un tecnocrate: era un grande esperto di bilanci, ma era anche consapevole che prima delle cifre ci sono sempre le persone, i loro bisogni. Sapeva che la politica viene prima della tecnica, credeva nel primato della Politica, con la p maiuscola, a cui ha sempre dedicato tanto tempo. E il tempo impiegato a parlare, a discutere di politica, per lui non era mai tempo sprecato. Brizio non era comunque un leader che si limitava alle parole, non era uno da “armiamoci e partite”, ma guidava il lavoro e lo condivideva. Condivisione è un’altra parola da segnare per capire il suo percorso umano e politico: sapeva stare al centro delle attività come da ragazzo era sempre in mezzo al campo per fare il regista dell’Itala.

 

Adesso passiamo a Gian Paolo Consigliere, Assessore e Presidente della Regione Piemonte. C’è anche stata una parentesi da amministratore nella Provincia di Torino, breve perchè Brizio, eletto nel ’75, nel ‘78 fu obbligato dai ciriacesi a ritornare sindaco: ebbe 2840 voti di preferenza. Un’enormità. Nel Consiglio Comunale di oggi sarebbe da solo il primo partito, con quei voti si eleggerebbero 6 consiglieri comunali su 16.

Nel 1980 viene eletto in Regione dove è consigliere di opposizione, un’esperienza che lui giudica così: “Una opposizione puntuale e coerente, fatta tutta sui problemi e sostenuta con il pieno rispetto delle regole istituzionali, nulla di plateale, non uscite clamorose e ripetute dall’aula, non fragori inutili ma lavoro concreto teso a migliorare i provvedimenti, a renderli più accettabili”. Oggi sembra che solo chi urla, chi inventa sceneggiate o insulta, ottenga la ribalta: parlate male di me, ma parlatene. Lo stile garbato e costruttivo di Brizio lo ha ripagato: nel 1985 risulta il primo eletto della Democrazia cristiana con 33.000 preferenze Cambiano le maggioranze, le giunte di sinistra vengono sostituite dalle giunte di pentapartito. La DC diventa maggioranza e si scatena una corsa agli assessorati. Brizio è il primo eletto, per le sue competenze professionali ha le carte in regola più di tanti altri, eppure fa un passo indietro, accetta di essere nuovamente capogruppo con la consueta signorilità e con quel senso di responsabilità che lo hanno sempre contraddistinto. Signorilità e senso di responsabilità sono altre sue caratteristiche da annotare a margine.

Diventa comunque assessore tre anni dopo, nel 1988, con la responsabilità di personale, organizzazione e assistenza. Di questa esperienza scrive: “Nel gestire l’assessorato dimostra passione, interesse, desiderio di corrispondere ai bisogni della gente con una particolare attenzione ai contatti umani, agli incontri con gli amministratori, alla disponibilità a sentire e ad approfondire secondo un principio fondamentale che è quello per cui occorre conoscere per amministrare”. Sono le stesse regole che ha già applicato nella sua esperienza a Ciriè, e competenza, “conoscere per amministrare”, è un’altra parola che si aggiunge all’elenco.

Viste le premesse, non è un caso se nel 1990, nuovamente rieletto consigliere, diventa Presidente della Regione. Le foto lo ritraggono con il presidente Scalfaro – che nel 1995 gli conferì il titolo di Cavaliere di Gran Croce, la massima onorificenza della Repubblica –, con papa Wojtyla, con il presidente dell’ONU Boutros Ghali, con il presidente argentino Menem, con i duchi di Kent. Con il presidente della Regione Rhone-Alpes Pierre Dumas pone le basi dell’alta velocità tra Italia e Francia e ne firmò i primi accordi. Preoccupandosi di andare in Val di Susa a spiegare ad amministratori e cittadini cosa si stava facendo, sempre per quella attenzione alle persone, al territorio, che deve essere coinvolto nelle novità e non ritrovarsi un problema.

Da Presidente della Giunta Regionale attraversò tempi difficili, gli anni di Tangentopoli. Fu un terremoto per tutto il sistema politico italiano. Il Piemonte, non è fu esente da peccati, e amministratori regionali furono indagati e incriminati. Brizio, nel posto di maggiore responsabilità, è sempre stato al di fuori di tutto – meglio, al di sopra di tutto – ed è diventato un punto di riferimento per tutti coloro che hanno sempre pensato alla Politica con la P maiuscola, quella che risolve i problemi pensando al bene comune. Una Politica onesta: e la parola onestà entra a pieno titolo nell’elenco.

Anche negli anni da Presidente della Regione, Giampi non perde mai il contatto con la sua città, che per lui non è stata soltanto un trampolino di lancio per più importanti palcoscenici. Ciriè è stata la sua palestra di vita. Lo spiega così nella sua biografia: “Il legame alla vita amministrativa comunale non è soltanto una grande scuola di amministrazione, ma è elemento che permette di rimanere costantemente a contatto con i problemi reali della gente, con le esigenze più profonde dei cittadini, ed è quindi profondamente utile per l’assolvimento di cariche amministrative di superiore livello”. La forza di Brizio presidente del Piemonte deriva dall’esperienza di amministratore locale, consigliere e sindaco. In ogni ruolo ricoperto, ha sempre cercato – e ottenuto – la collaborazione di tutti, dimostrando grande rispetto delle persone e del loro ruolo, indipendentemente dal colore politico. E rispetto è un’altra parola da evidenziare, riferendosi a Gian Paolo Brizio. Posso dire che quest’aria di rispetto degli altri, delle loro opinioni, si respira ancora in questa sala consigliare. Una luogo che ha conosciuto anche scontri accesi, toni alti e concitati, ma sempre con questo rispetto di fondo, per le persone, per il ruolo che rivestono come consiglieri, come assessori, come sindaci, come semplici cittadini portatori di interessi. Quel rispetto reciproco che portava – finito il Consiglio e superato il momento di contrapposizione – a continuare il dialogo nel cortile di Palazzo d’Oria per chiarire le reciproche posizioni e smussare i toni. Con un insegnamento che in tanti portiamo ancora avanti oggi e che ci è utile per dare la giusta dimensione al nostro agire, al nostro impegno politico per la città.

Una bellissima foto ritrae Brizio con un vecchio compagno del liceo D’Azeglio, che tutti conosciamo: Piero Angela. Due sorrisi aperti e autentici, da cui emana la gioia di due amici che si ritrovano dopo anni. L’ultima parola chiave che ho segnato è proprio amicizia, perché credo che possa riassumere l’atteggiamento di Giampi nei confronti non solo di chi gli era più vicino, ma della sua città e dei suoi concittadini.

 

Aver sfogliato insieme questo album di famiglia ci ha permesso di raccogliere un elenco di parole: sobrietà, signorilità, intelligenza, coerenza, capacità di ascolto, lungimiranza, ricerca del bene comune, condivisione, competenza, senso di responsabilità, onestà, rispetto, amicizia. Dietro ognuna di loro ci sono idee, valori, insegnamenti che ciascuno può maturare dentro di sé e abbinare a tanti ricordi personali.

Amici di infanzia o giovani conoscenti, compagni di partito o avversari politici, collaboratori o semplici cittadini, chiunque noi siamo, qualunque esperienza abbiamo vissuto con Gian Paolo, credo che tutti possiamo unirci a quello che il suo staff di segreteria scrisse su un cartellone alla sua festa di commiato nel 1995, quando si ritirò dalla politica perché la malattia che lo ha portato alla morte cominciava a manifestarsi in tutta la sua gravità. Il cartello diceva: “Al nostro grande Presidente, GRAZIE”.

Ripeto questa parola: grazie.

Grazie Giampi, amico per molti ed esempio per tutti noi.


4 Commenti

  1. Ho conosciuto bene Brizio ai tempi dei convegni di Forze Nuove con Donat Cattin e tanti amici sinceri. Conservo di lui un caro ricordo.

  2. Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Gian Paolo Brizio e non posso che condividere tutto quanto scritto da Alessandro: un vero Signore della Politica

  3. Anch’io desidero unirmi al ricordo di Gian Paolo. Pur se ci sono state poche occasioni per incontrarsi e parlarsi (I Convegni di S. Vincent, le riunioni di Forze Nuove, o dei Popolari), e nonostante la differenza di età e soprattutto di ruolo e di importanza, non lo si è mai sentito distante. Era una persona squisita e davvero disponibile. Un grande Presidente che ha onorato il Piemonte e testimoniato i valori per cui si è impegnato

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