Quando alle elezioni amministrative, le ultime del 10 giugno, la percentuale dei votanti scende in soli cinque anni di 6 punti percentuali (dal 67 al 61%), non è un bel segnale: il calo costante della partecipazione elettorale è un segno di cattiva salute della democrazia, specie se si devono scegliere gli amministratori comunali, i più vicini ai cittadini. Quando poi nei due municipi di Roma la percentuale scende al 27%, la malattia è evidente.
Passando ai responsi politici, il fenomeno più rilevante è l’avanzata della Lega, che ottiene oltre il 25% come media nazionale, confermando le rilevazioni dei sondaggi. È Salvini la locomotiva del centrodestra, con Berlusconi sempre più a corto di voti. Rimane un mistero capire come possa alla lunga reggere il disinvolto rapporto tra Lega e Forza Italia, divisi al centro e uniti in periferia. Curioso il prossimo ballottaggio a Imperia: il più votato, Scaiola, opposto al candidato del centrodestra unito. Per l’ex ministro del Berlusca si tratta certamente di un successo “a sua insaputa...”
I 5 Stelle invece, dopo il voto del 4 marzo, continuano ad inanellare figuracce. A livello locale sono deboli, e specie al Nord, dove il voto di protesta viene rastrellato dalla Lega. Il movimento tiene nelle Regioni meridionali, ma in calo di consensi rispetto agli exploit delle politiche. La conquista del potere centrale, in alleanza post-elettorale con la Lega (o forse proprio per questo motivo?), sta togliendo voti al movimento, invece che aggiungerne... O forse è solo la classe dirigente locale grillina, dalla Raggi in poi, a ispirare poca fiducia...
Lasciamo per ultimo il PD, che sostanzialmente conferma il risultato – pessimo – delle politiche. Sembra che il marchio Dem sia diventato emblema di sconfitta. A Catania lo hanno persino occultato nascondendosi nel civismo: tuttavia la rinuncia al simbolo e alla denominazione non ha evitato una pessima figura all’eterno Enzo Bianco, sindaco uscente e persona dignitosissima, ma esponente di un partito usurato agli occhi della pubblica opinione. Non basta il taglia e cuci senza valori per mantenere un potere logoro e privo di convinzioni.. In positivo invece spicca il successo di Brescia, dove il sindaco Del Bono, erede della tradizione cattolico democratica di Martinazzoli, ha ottenuto la riconferma al primo turno, compattando il voto di centrosinistra.
Ci riuscisse anche il nostro amico Perinetti nel prossimo ballottaggio per diventare sindaco di Ivrea, bisognerà tirare qualche conclusione...
Passando ai responsi politici, il fenomeno più rilevante è l’avanzata della Lega, che ottiene oltre il 25% come media nazionale, confermando le rilevazioni dei sondaggi. È Salvini la locomotiva del centrodestra, con Berlusconi sempre più a corto di voti. Rimane un mistero capire come possa alla lunga reggere il disinvolto rapporto tra Lega e Forza Italia, divisi al centro e uniti in periferia. Curioso il prossimo ballottaggio a Imperia: il più votato, Scaiola, opposto al candidato del centrodestra unito. Per l’ex ministro del Berlusca si tratta certamente di un successo “a sua insaputa...”
I 5 Stelle invece, dopo il voto del 4 marzo, continuano ad inanellare figuracce. A livello locale sono deboli, e specie al Nord, dove il voto di protesta viene rastrellato dalla Lega. Il movimento tiene nelle Regioni meridionali, ma in calo di consensi rispetto agli exploit delle politiche. La conquista del potere centrale, in alleanza post-elettorale con la Lega (o forse proprio per questo motivo?), sta togliendo voti al movimento, invece che aggiungerne... O forse è solo la classe dirigente locale grillina, dalla Raggi in poi, a ispirare poca fiducia...
Lasciamo per ultimo il PD, che sostanzialmente conferma il risultato – pessimo – delle politiche. Sembra che il marchio Dem sia diventato emblema di sconfitta. A Catania lo hanno persino occultato nascondendosi nel civismo: tuttavia la rinuncia al simbolo e alla denominazione non ha evitato una pessima figura all’eterno Enzo Bianco, sindaco uscente e persona dignitosissima, ma esponente di un partito usurato agli occhi della pubblica opinione. Non basta il taglia e cuci senza valori per mantenere un potere logoro e privo di convinzioni.. In positivo invece spicca il successo di Brescia, dove il sindaco Del Bono, erede della tradizione cattolico democratica di Martinazzoli, ha ottenuto la riconferma al primo turno, compattando il voto di centrosinistra.
Ci riuscisse anche il nostro amico Perinetti nel prossimo ballottaggio per diventare sindaco di Ivrea, bisognerà tirare qualche conclusione...
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