Il “contratto di Governo” che giustifica l’accordo politico tra Movimento 5 Stelle e Lega dovrebbe essere il programma che guiderà le scelte concrete del nuovo Esecutivo presieduto dal professor Conte e guidato di fatto dal duo Salvini-Di Maio. Il “contratto” ha enunciazioni generiche e diverse lacune, ma vogliamo dargli l’importanza sostenuta dai contraenti. Ne valuteremo pertanto le diverse parti alla luce delle nostre convinzioni.
Cominciamo con un intervento di Mario Chiavario, docente di Diritto all’Università di Torino e amico della nostra Associazione, che su “Avvenire” ha espresso le sue considerazioni sulle proposte pentaleghiste riguardanti l’ambito della Giustizia.
Per leggere l'articolo, clicca sull'anteprima qui sotto.
Cominciamo con un intervento di Mario Chiavario, docente di Diritto all’Università di Torino e amico della nostra Associazione, che su “Avvenire” ha espresso le sue considerazioni sulle proposte pentaleghiste riguardanti l’ambito della Giustizia.
Per leggere l'articolo, clicca sull'anteprima qui sotto.
Ordine pubblico, sicurezza dei cittadini, sentimento della giustizia, rieducazione dei condannati sono esigenze che una normativa deve contemplare trovando un equilibrio tra di esse e definendo un ordine di priorità.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica (2° edizione del 1999, ristampata nel 2005), con parole precise e soppesate, rappresenta perfettamente l’equilibrio e le priorità indispensabili. Esso recita: “Corrisponde ad un’esigenza di tutela del bene comune lo sforzo dello Stato inteso a contenere il diffondersi di comportamenti lesivi dei diritti dell’uomo e delle regole fondamentali della convivenza civile. La legittima autorità pubblica ha il diritto ed il dovere di infliggere pene proporzionate alla gravità del delitto. La pena ha innanzi tutto lo scopo di riparare il disordine introdotto dalla colpa. Quando è volontariamente accettata dal colpevole, essa assume valore di espiazione. La pena poi, oltre che a difendere l’ordine pubblico e a tutelare la sicurezza delle persone, mira ad uno scopo medicinale: nella misura del possibile, essa deve contribuire alla correzione del colpevole”.
Sottolineo la priorità assegnata alla riparazione del disordine introdotto nella società dal delitto, un aspetto che non pare al centro del dibattito in corso, mentre nel paese è diffusa l’opinione che frequentemente ci sia parziale o totale impunità per i delitti e quindi non sia posto riparo al disordine da essi creato. Quanto allo scopo medicinale della pena, esso va perseguito “nella misura del possibile”, cioè compatibilmente con la tutela delle altre esigenze indicate. Inoltre, tappa del percorso di correzione è la volontaria accettazione della pena, essenziale per l’espiazione, e quindi per un vero recupero.