Con Mattarella, ma preoccupati



Alessandro Risso    28 Maggio 2018       4

Nella crisi politica che si è aperta dopo il fallito tentativo di formare un Governo Conte, garante dell’accordo tra Salvini e Di Maio, Lega e 5 Stelle hanno aperto un fronte contro il Presidente della Repubblica, reo di essersi opposto alla nomina a ministro dell’economia del professor Savona. I grillini, anticipati dalla Meloni, hanno persino prospettato la richiesta di impeachment, la messa in stato d’accusa di Mattarella per aver abusato delle sue prerogative.

Sembra superfluo doverlo scrivere, ma tra il nostro Presidente e il trio Di Maio-Salvini-Meloni ci schieriamo ad occhi chiusi con Sergio Mattarella. Non solo per le comuni radici culturali, per la stima nei confronti di un uomo di alto profilo umano, culturale e istituzionale; non solo per l’assoluta correttezza costituzionale dei suoi atti, che rendono ridicola e sguaiata la richiesta di impeachment; ma anche per avere apprezzato lo stile misurato e la pazienza dimostrati nelle scorse settimane di fronte a interlocutori apparsi qua e là presuntuosi e arroganti, poco rispettosi o perlomeno ignoranti delle prerogative del Capo dello Stato.

Ribadito da che parte stiamo, non possiamo però tacere una forte inquietudine per la fase che si è aperta dopo la bocciatura di Paolo Savona, causa della rottura tra Quirinale e partiti populisti. Mattarella ha motivato il suo no a un ministro che avrebbe potuto portare l’Italia fuori dall’euro per l’allarme che questa nomina avrebbe provocato tra gli operatori economici e finanziari, con conseguenti gravi ricadute sui risparmi delle famiglie e il credito per le imprese. La scelta del Presidente è stata quindi a tutela della comunità nazionale.

Ma tanti cittadini non schierati – e ciascuno di noi in queste ore ne ha certamente sentito qualcuno al lavoro, all’uscita da scuola dei figli, al bar o dal panettiere – si domandano se è giusto che le scelte degli italiani siano così pesantemente condizionate da poteri esterni come i governi europei, la BCE o gli altri santuari della finanza internazionale. Anche se ciò fosse inevitabile, certamente questa presa di coscienza dei limiti della nostra sovranità porterà ulteriori consensi ai partiti “sovranisti”, in primis alla Lega.

D’Alema, nell’audio rubato mentre parlottava con Grasso, ha esagerato dicendo che “questi prenderanno l’80%” andando a elezioni per il veto a Savona. Ma l’Istituto Cattaneo ha già calcolato che un fronte tra Lega (maggioritaria al Nord) e 5 Stelle (egemoni al Sud) potrebbe conquistare i due terzi dei seggi in entrambe le Camere. Viste le premesse, non si può non essere preoccupati.


4 Commenti

  1. Caro Alessandro, la facile profezia che avevo indicata nel mio piccolo contributo di marzo (che non ho visto pubblicato, per questo lo invio nuovamente, giusto per la storia) si avvererà in modi più precipitosi di quanto previsto: elezioni a breve, non fra cinque anni. Ma chi governa (?) il PD adesso, pensa a tappare le falle del bastimento comune o sta calando le scialuppe per un salvataggio personale? O prevede di lasciare il tutto a disposizione di un “pirata” salito per ultimo sul ponte?

    • Caro Antonio, il tuo scritto di marzo non ci è mai arrivato, dato eravamo nelle settimane di collasso della vecchia struttura web. Visto l’interesse, l’ampiezza e l’attualità del contenuto, intendo pubblicarlo come articolo.

  2. I fatti recenti ci dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio, che in politica (ma diciamo in tutto) non basta avere ragione, ma bisogna saperlo spiegare con pazienza ed umiltà a tutti. In mancanza di tale chiarezza, hanno buon gioco tutti coloro che banalizzano anzichè semplificare. In altre parole quelli che evidenziano l’apparenza e nascondono la sostanza per ingannare meglio. Ma le forze di centro sinistra si sono preoccupate di farsi capire da tutti? O piuttosto hanno inseguito il consenso degli “intellettuali” privilegiando i favori alle nicchie libertarie. Certo Risso ha ragione ad avere timori, perchè risalire la china dalla pancia al cervello non è facile, ma è possibile. Lo si è già fatto in tempi ben peggiori; purchè si riconoscano prima i propri errori….
    Le forze politiche non populiste hanno però le loro colpe.

  3. Sul comportamento del Presidente della Repubblica ieri per conto della Associazione degli ex Parlamentari ho scritto e diramato alle agenzie di stampa il comunicato che trascrivo “L’Associazione degli ex Parlamentari della Repubblica esprime la sua totale solidarietà al Presidente della Repubblica per la sua paziente opera per dare al Paese un governo politico e per la sua ferma applicazione del dettato costituzionale di fronte all’atteggiamento prevaricatore di chi avrebbe voluto trasformare una proposta in una imposizione”.

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