La Lega mangerà i 5 Stelle



Intervista a Domenico De Masi    16 Maggio 2018       1

Per riflettere sulla possibile evoluzione dello strano rapporto Lega-5 Stelle e sulle prospettive della situazione politica che ci proietta in una nebulosa Terza Repubblica, rilanciamo l’intervista di Daniela Preziosi al sociologo Domenico De Masi, pubblicata su “Il Manifesto” dell’11 maggio scorso.

 

«È il giorno più nero per la sinistra italiana. In Italia inizia il governo di destra più a destra dal ’46. E io ho ottant’anni: sono nato sotto il fascismo nel ’38 e morirò in un’Italia di destra, ma “destra destra”». Domenico De Masi sorride, ma è serio. Sociologo del lavoro, è stato uno degli studiosi più ‘aperturisti’ verso i 5 Stelle, per i quali ha condotto anche una ricerca. Oggi però la musica cambia, spiega. Virano a destra. «Marx distingueva la classe in sé e la classe per sé. I 5 Stelle hanno una doppia composizione, sociologicamente omogenea ma ideologicamente molto divisa. La loro base sociale è stata analizzata dall’Istituto Cattaneo: il 45 per cento è di di sinistra, il 25 di destra, il 30 fluttuante. Ha votato per loro il 37 per cento degli insegnanti, il 37 degli operai, il 38 dei disoccupati e il 41 dei dipendenti della pubblica amministrazione. Li ha votati un iscritto della CGIL su tre e 2 milioni di ex elettori del PD».

Insomma una base sociale di sinistra.

Attenzione a quello che dice Marx. Era la base della sinistra a cui però i partiti pedagogicamente insegnavano ad avere una coscienza di sinistra, un’anima e una coscienza di sinistra. Ma ora i partiti la pedagogia non la fanno più. I 5 stelle hanno la base più vicina a quella che aveva il PCI di Berlinguer. Ma manca Berlinguer. E Gramsci.

C’è Renzi.

Se il PD avesse accettato il governo con loro gli sarebbe stato facile riconquistare la propria base. Oggi Salvini può fare l’opposto: attrarre gli elettori di destra dei 5 stelle. Nel 2013 la base sociale del PD era ancora simile. L’operazione di Renzi è stata quella di cambiare la base sociale del suo partito. Un’operazione riuscita, ma suicida.

Ma se ci sono tutti questi elettori di sinistra nei 5 stelle, perché si sono rivoltati all’idea di accordo con il PD?

Non si sono rivoltati loro, si sono rivoltati quegli altri.

Adesso questi elettori come reagiranno all’accordo con la Lega?

Ora questo gruppo è sconcertato, sperava in una democratizzazione dei 5 stelle, non in una destrizzazione. Non credo che M5S abbia la forza di traghettarli a destra. Questi due milioni di voti sono usciti dal PD da sinistra del PD. Ora sono in libera uscita. Ma non c’è una sinistra in cui rientrare.

Può succedere invece che il governo giallo-verde faccia dei provvedimenti popolari, come investire soldi sulle pensioni. La sinistra sarebbe costretta ad apprezzare.

Il problema sono i soldi. Le priorità di Salvini e quelle di Di Maio sono diverse. A Di Maio al Sud serve un generoso reddito di cittadinanza. Salvini sarà disposto a una via di mezzo. Ma di una cosa sono certo: prima faranno provvedimenti a costo zero ma altamente simbolici. Liberalizzeranno il porto d’armi per la legittima difesa, un provvedimento che violenta la cultura italiana. Aumenteranno i controlli sugli immigrati, ridurranno gli aiuti ai richiedenti asilo, che già oggi stanno in campi di concentramento orribili. Insomma con cose così rischiano di modificare la nostra struttura antropologica.

Crede che non troveranno le risorse per cambiare la legge Fornero?

Potrebbe essere che fanno un ritocco alla legge ma nel frattempo cambiano tutti i quadri Rai, e questo piccolo ritocco diventa una grande conquista.

C’è stata una luna di miele fra 5Stelle e sinistra radicale. Anche lei ha dato loro molto credito. Sebbene non poche cose, per esempio l’uso della piattaforma Rousseau consigliavano prudenza. Ora lei ha cambiato idea?

Faccio una premessa. Sono stato a Ivrea, invitato da loro (alla kermesse in ricordo di Gianroberto Casaleggio, ndr). In quell’occasione ho potuto capire bene questa piattaforma, che mi hanno fatto studiare per due giorni. La piattaforma ha otto filoni e uno di questo, per esempio, serve ai consiglieri comunali come formazione e-learning per sapere, di un dato argomento, quali leggi esistono a che punto sono gli altri comuni eccetera. Una cosa da pionieri che tutti gli copieranno presto. Comunque il grande elettore dei 5 Stelle è stato Renzi, e lo dico io che avevo nel PD il mio partito di riferimento. Liberisti non siamo, e invece ci siamo ritrovati un PD neoliberista. Un PD che ha maltrattato per esempio gran parte del costituzionalismo italiano. Il mio contatto con i 5 Stelle è stato di natura professionale, ma comunque mi consentiva di intrufolarmi in questo movimento: un sociologo non può non essere intrigato da un fenomeno così. Ho visto che nel M5S c’è un’anima di sinistra e una di destra. Di qui il tentativo di aiutare, nel mio piccolo, quest’incontro fra 5 Stelle e PD. Poteva nascere la più bella socialdemocrazia del Mediterraneo, una colonizzazione intellettuale dei 5 Stelle. Oppure si può creare il governo più di destra della storia dell’Italia repubblicana e quello più a destra della UE. In due anni Salvini si mangerà i 5 Stelle.

Lei crede che si apra un ciclo lungo della destra?

Ma certo. Intanto è un governo che avrà un sacco di aiuti. Parliamoci chiaro: a tifare Lega-5 Stelle sono stati quasi tutti, il Corriere, Repubblica, la Confindustria diceva “fate presto”, le centrali mediatiche hanno dato ordine alle tv di dire che comunque ci voleva subito un governo, e cioè quel governo, visto che il PD era indisponibile.

Qual è il destino dei 5 Stelle dopo questa svolta?

La Lega se li mangerà. Gli elettori più a destra passeranno con Salvini. Quelli di sinistra tenderanno alla fuga. Da oggi serve un’opposizione militante. Lo dico chiaro, nessuno pensi neanche lontanamente che voglio una delle duecento cariche che ora verranno distribuite da loro. No, serve un’opposizione vera. Ma senza riferimenti è impossibile. Poco fa ero in una trasmissione. In una giornata come questa, il giorno più nero della sinistra, mentre nasce il governo più a destra d’Europa, l’esponente del PD e quello di MDP che facevano? Litigavano fra loro.


1 Commento

  1. Domenico De Masi continua a fare discorsi imperniati sulle categorie di “destra” e “sinistra”. Il sottoscritto si trova invece fra quanti ritengono queste categorie sempre meno idonee a leggere i fatti odierni e ad interpretarli.
    Questa mattina, in Omnibus, mi hanno colpito due brevi osservazioni di due giornalisti
    Dario Di Vico del Corriere della sera, dopo aver fatto puntuali rilievi critici sul “contratto” fra M5S e Lega, si è però chiesto che cosa si propongono di fare gli altri ed in particolare il PD. Questo partito, aggiunge, non sembra porsi la questione di essere diventato l’interprete dei soli elettori dei collegi n.1 (Parioli, Crocetta ed altri luoghi dimore per benestanti), ai quali sa parlare soprattutto di cosmopolitismo e diritti civili.
    Una giornalista dell’Huffington post (di cui non ricordo il nome) ha detto di aver avuto una lunga conversazione con Claudio Borghi (economista della Lega) ed è restata sorpresa perché le sembrava di avere di fronte Gianis Varoufakis (oggi uno dei più acclamati esponenti di una sinistra europea antisistema).
    Allora dov’è la destra, dove la sinistra? In materia, credo avesse ragione Giorgio Gaber in una sua celebre canzone.

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