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Ricordo di Adenauer, padre dell’Europa

 
di Aldo Novellini
 

Il 19 aprile 1967, cinquanta anni fa, moriva a 91 anni Konrad Adenauer, padre dell'unità europea e della ricostruzione della Germania dopo la Seconda guerra mondiale. Nato a Colonia, nel 1876, fece l'esordio nella vita politica nel Zentrum, formazione  moderata di ispirazione cristiana. Fu borgomastro della sua città  natale dal 1917 fino al 1933, quando a causa della sua opposizione al nazismo dovette lasciare qualsiasi carica pubblica.
Nel dopoguerra, dopo il crollo del Terzo Reich, la Germania era un Paese distrutto, diviso in due, tra una parte occidentale, amministrata dagli anglo-americani, e una parte orientale, sotto controllo russo. Lo stesso accadeva a Berlino, con la zona ovest della capitale tedesca completamente circondata dai territori assegnati all'influenza  sovietica. In questa drammatica situazione Adenauer, eletto cancelliere nell'agosto 1949 alla guida dei democristiani della CDU-CSU, si pose come il principale protagonista della rinascita tedesca.
Cattolico-conservatore, visceralmente anticomunista, disegnò in senso federalista le nuove istituzioni democratiche, mentre in ambito economico puntò sulla cosiddetta economia sociale di mercato, terza via tra il liberal-capitalismo americano e il collettivismo sovietico, che si stava imponendo nella parte est del Paese.
In politica estera Adenauer ebbe sempre una visione sovrannazionale, puntando sull'integrazione europea per impedire il ritorno del vecchio nazionalismo che aveva condotto alla guerra. Nel 1950 appoggiò la dichiarazione di Robert Schumann per l'unità europea e insieme ad Alcide De Gasperi ne fu uno dei massimi fautori. Favorevole alla Comunità europea di Difesa, poi bocciata dalla Francia nel 1954, fu tra i firmatari del Trattato di Roma che, nel 1957, istituì il Mercato comune. Nel 1963 arrivò lo storico riavvicinamento con la Francia e Adenauer firmò assieme a De Gaulle il Trattato franco-tedesco, cancellando la storica rivalità che aveva alimentato un secolo di guerre tra le due rive del Reno.
In pochi anni la Germania occidentale conobbe un vero e proprio miracolo economico, contrapponendosi sempre più alle ristrettezze di quella orientale. Berlino continuava ad essere la spina nel fianco della nuova democrazia tedesca e il peggio giunse il 13 agosto 1961, quando i sovietici costruirono un muro lungo il perimetro di demarcazione della zona loro assegnata per impedire le fughe all'ovest della popolazione. 
La carriera politica di Adenauer non conobbe soste. Dopo le elezioni del 1949, vinse quelle del 1953, del 1957 e ancora quelle del 1961, svoltesi poco dopo la costruzione del Muro. Due anni dopo, nell'ottobre 1963, dopo quattordici anni alla guida del Paese si ritirò a vita privata.
Alla sua morte era ormai da tutti considerato il padre della patria e l'artefice della sua rinascita democratica. Insostituibile il suo apporto verso l'Europa, avendo posto la Germania al servizio della causa dell'unificazione del vecchio continente. Un'idea sovrannazionale che rappresentò il segno distintivo della sua lunga vita politica.
Una visione che resta sempre attuale, ieri come oggi.